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DIA: fulmini e saette

Nel post di ieri, relativo alla DIA, ho dimenticato di indicare qualche ufficio a cui inoltrare le inutili cartacce della DIA. Me ne scuso con i lettori del blog, e provvedo immediatamente ad aggiungere alcuni Uffici, sperando che i responsabili degli stessi non si siano nel frattempo offesi.
Eccoli:
- alla Questura
- alla Prefettura
- alla DIA (quella antimafia)
- alla DDIA
- al centro raccolta AIRC
- all'Associazione "dopo-lavoro ferroviario"
- alla CGIL
- alla CISL
- alla FLAB
- alla UIL
- alla CIA
- alla Confagricoltura
- alla Coldiretti
- alla FAO
- al G8
- alla Farnesina
- al Ministero della Sanità
- al Ministero per le Politiche Agricole
- al Ministero per le Attività Produttive
- all'Associazione "parenti delle vittime"
- al Parlamento Europeo
- alla Corte di Giustizia Amministrativa
- al CGA
- alla Corte dei Diritti del Malato
- all'ATO
- all'ENAC
- all'ENAV
- a Nembo Kid (lui sì che saprà aiutarci ... lo ha già fatto per l'OCM agrumi!!!!)
ma soprattutto al nuovo Assessore alla Sanità, implorandolo di eliminare quella circolare e provvedere alla emanazione di una DIA (visto che la dobbiamo fare per forza) semplificata in un solo foglio!!!!

Commenti

  1. Dott. Vigo, ritengo che abbia involontariamente dimenticato qualcosa. Almeno, stando a quanto scrive il Dott. Cartabellotta sul n. 4 di Terrà:

    "Il grido di Taormina non lascia dubbi: l’impresa agricola è soffocata dalla burocrazia. L’apparato che “investe l’agricoltura” conta 1.000 istituzioni e 1,2 milioni di impiegati, costa allo Stato 61 miliardi di Euro e impegna l’impresa per 100 giorni l’anno, stando alle cifre riportate da uno studio di Confagricoltura. “L’Italia è agli ultimi posti nel mondo per efficienza delle pubbliche amministrazioni” è il verdetto, senza appello, nelle classifiche della competitività del World Economic Forum: per una nuova iniziativa nello Stivale i costi sono superiori a 4000 dollari, contro 350 in Francia e 200 negli USA."

    Cordialmente.
    Gaetano Collovà

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