Ogni anno ogni agricoltore butta 99 euro. Li butta e basta!
Sono quelli relativi al costo dell'iscrizione alla Camera di Commercio.
Una iscrizione voluta per legge, non osteggiata dalle associazioni sindacali di categoria, ma che è del tutto inutile.
E' così inutile che la Camera di Commercio non si prende la briga di comunicare all'Amministrazione Pubblica chi è iscritto, chi è in regola con i pagamenti, chi è moroso, chi è "mafioso": nulla. Non fa niente.
La Camera di Commercio non ha nemmeno istituito con questa mole di denaro nemmeno un sistema automatizzato per ottenere i certificati. Quando si deve avere una visura camerale bisogna perdere una giornata intera, e per di più pagare diritti di segreteria e marche da bollo.
Quanto incassa la Camera di Commercio da tutto ciò?
Sembrerebbe che 99 euro (191.690,73 delle vecchie lire) siano poche, ma se li moltiplichiamo per il numero delle aziende agricole, almeno per quelle che hanno il fascicolo aziendale, che sono all'incirca 355.000, ecco che i 99 euro diventano la stratosferica cifra di 35.145.000,00 di euro (68.050.209.150 delle vecchie lire).
Comprendete che cifra pazzesca le Camere di Commercio Siciliane incassano ogni anno?
potrebbero almeno rilasciarci un certificato annuo, spendendo appena 60 centesimi di francobollo, o, ancora meglio, potrebbero rilasciare una lista elettronica all'Amministrazione Regionale, dalla quale ogni qualvolta attingere le informazioni...ma è troppo semplice e quindi non si farà mai!
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
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