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Il costo del PAI

Che pensate che me n'ero dimenticato? Niente affatto! Attendo ancora una risposta dall'URP, e se non arriva entro i trenta giorni ... scatterà la segnalazione all'Assessorato alla Presidenza ed alla Corte dei Conti. Se è vero, ma ribadisco non ho ancora la prova, che il MOSTRO PAI (Piano Aziendale degli Investimenti) è costato 310.000,00 euro, beh ... vorrei far notare alla Dirigenza Assessoriale che ... per avere quella cifra, al netto dei costi, debbo vendere la bellezza di 2.066.666 chili di arance, per l'equivalente di 121.568 cassette, ovvero la produzione di circa 83 ettari ... spese escluse. Se poi calcolo anche le spese ... i chili da vendere diventano quasi 5.000.000, ovvero in cassette 294.117 per la bellezza di circa 200 ettari ... E che lavoro per produrre! E che difficoltà per vendere!!! Altro che fare un "file" in Access ... ribadisco un "file" in Access!!!! Attendo le risposte dell'URP, ho molta pazienza, tanta, troppa. Il confronto con le cassette di arance non regge!

Commenti

  1. Questa mattina incontrerò un funzionario a proposito delle spese pazze,dell'ormai famosa long-list.Pare che da qui a dicembre dovranno buttare alle ortiche qualcosa come 10.000.0000 di E U R I
    E' proprio vero, la regione è come quella gallina dalle uova d'oro.................................ma come si spenderanno 10.000.000 di euri in un mese?
    vedremo se nè riesco a sapere di più!

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  2. Da incontro tenutosi all'IPA di Trapani si ha notizia che il PAI sarà riaggiornato.
    E' stato inoltre teorizzata una proroga o l'intero "scivolamento" della prima sottofase temporale.
    Ahime si ha pure notizia che ancora l'amministrazione non sa quali indici andare ad utilizzare per valutare l'iniziativa progettuale.
    Intanto il PAI tour 2009 continuerà fino a mercoledì prossimo, nelle diverse province, per raccogliere elementi utili da introdurre nel nuovo file.

    Un saluto, Daniele.

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  3. Egr. dott. Vigo
    lei è fortunato ,perchè coltivando soltanto 200 Ha di agrumeto, forse arriva a realizzare 310.000,00 euro.
    Pensi che io da cerealicoltore eimprenditore zootecnico evo mettere a coltura ben 1600 Ha di grano duro.
    n questo modo però devo rinunciare alla zootecnia, perchè non mi resterebbero terreni per il pascolo ed il foraggio.
    Meno male che nella misura 121 hanno tolto l'obbligo della produzione aziendale per almeno il 50% del fabbisogno alimentare degli animali, così gli dò tre quattro euro a testa e vanno a comprarsi quello che vogliono.
    Ho litigato con i miei confinanti perchè anche loro vogliono guadanare quanto lei con le arance, ma siccome ci troviamo nell'entroterra questa coltivazione è impossibile.
    Dobbiamo quindi procurarci 1600 Ha di terreno a testa. Altri agricoltori ome noi, saputa la notizia, sono in cerca di terra anche loro. Eravamo una trentina e dopo molte discussioni abbiamo convenuto che occorrevano almeno 50.000 Ha di terra.
    Poi pensandoci bene ci siamo accorti che se tutti gli agricoltori siciliani vlessero raggiungere questo reddito, arriveremmo a colonizzare anche la pianura padana. E poi appezzameti di 1500 ettari è troppo impegnativo coltivarli.
    Così abbiamo pensato che potremmo accontentarcianche di un pò di meno, senza affaticarci troppo.
    Vogliamo fare i direttori generali ed i funzionari degli assessorati.
    Potremmo stare come fanno loro, 11 mesi in malattia ed 1 mese in ferie. Pubblicare tre bandi POR o PSR in otto anni, Viaggiare in lungo ed in largo per tutta la sicilia, completamente a carico dei contribuenti, e financo rimborsati per la fatica sostenuta ad illustrare magnificenze e traguardi ottenuti , senza mai partire. Oppure potremmo fare gli assessori o i presidenti, o qualche altra cosa simile. Purchè ben pagata e a fatica zero.
    Ma dopo ci siamo svegliati, e tornati alla reltà, ognuno nei suoi fondi che questo reddito ce lo danno in 20 anni di duro lavoro. Siamo nati agricoltori, oppure onesti per intraprendere il lavoro di cui prima. Ma non siamo fessi. Ci siamo stancati di subire, oltre alle insidie meteorologiche anche le calamità assessoriali, che sono di gran lunga più dannose.

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