Oggi un collega mi ha dato una “dritta”: “perchè non pubblichi una delle tue ricette, almeno così l’Alta Dirigenza … si dedica un pò di più alla propria casa?”
Detto fatto! Ecco la ricetta della pasta incasciata, come la faccio io, e come l’ho fatta domenica scorsa (senza copia-incolla).
Fate soffriggere una cipolla di Calabria (IGP o no, non ha importanza) tagliata a pezzettini.
Poi aggiungete la salsiccia, privandola del budello, e sminuzzandola il più possibile.
Aggiungete le olive e sfumate con la birra. La preferisco al vino, perchè dà un sapore diverso, ma assai gradevole; sapore che difficilmente viene riconosciuto.
Poi lasciate soffriggere fino a che la salsiccia non è ben rosolata, ed aggiungete dei cavolfiori, che avete dapprima fatto bollire.
Nella pentola in cui avete fatto bollire i cavolfiori buttate la pasta, e continuate a far soffriggere il condimento.
Preparate a parte della tuma o del pepato fresco tagliato a pezzettini.
Quando la pasta è pronta aggiungete il tutto, ovviamente prima scolate la pasta (salvo proroga, e proroga della proroga), ed anche la tuma o il pepato fresco.
Mescolate il tutto, ed infine, disponete in una teglia, cospargendola di Parmigiano Reggiano (magari quello dello shopping del Ministro Luca Zaia), e mettete in forno per almeno 40-45 minuti.
Prima di servire in tavola … un colpo di “grill”, quasi una sveltina, come il bando ... sveltina … e buon appetito!
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
Ma che pensa che la Barresi sappia cucinare? Con i soldi che incassa va al SELF-SERVICE!
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