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Numeri pazzi!(la vergogna dei prezzi)

Senza titolo 1

Ma quanto costano queste “benedette” arance?
Oggi, dopo le preghiere Assessoriali, vi faccio una disamina dei costi che costituiscono il prezzo di vendita di un chilo di arance tarocco, ponendo quale costo di acquisto in campagna 0,10 €/Kg. il prezzo pagato al produttore. Anche se mi arrivano segnalazioni di 7 e di 5 centesimi, ancor oggi!

costo €/kg.
(retine)
€/kg. (altri imballaggi)
arance tarocco 0,10 0,10
raccolta 0,05 0,05
trasporto 0,01 0,01
lavorazione 0,09 0,10
imballaggio 0,10 0,15
scarto 0,03 0,06
ricarico operatore commerciale 0,05 0,05
trasporto alla GDO 0,03 0,05
Totale 0,46 0,57

Ecco formato il costo “netto” alla GDO: 0,46 €/Kg. nel caso di arance “in retine” o € 0,57/Kg. di arance in altri imballaggi.
Qualche giorno fa ho pubblicato una foto ripresa da me al Supermercato Despar del Centro Commerciale “Le Zagare” di San Giovanni La Punta (CT) con arance sfuse a 1,29 €/Kg., ed una foto fatta da Bimbo Scemo al supermercato Auchan di Catania con arance sfuse a 1,49 €/Kg.
Che ricarico hanno alla GDO? O … chi bara sui prezzi????
Nel caso della CONAD che in promozione vende arance tarocco in retine a 0,50 €/Kg. eccovi dimostrato che il prezzo non è sottocosto, poichè ci guadagna 4 centesimi al chilo, ma per Le Zagare il ricarico è di ben 0,83-0,72 €/Kg., mentre per Auchan il ricarico è di 1,03-0,92 €/Kg. Ricarichi “da sogno”!!!!

Per risolvere la crisi agrumicola basta intervenire su questa assurda disparità di prezzi e ridistribuire il prezzo pagato dai consumatori.
Caro Assessore Bufardeci, LA PREGO (come usano nei Suoi Uffici), intervenga su quanto ho appena scritto! LA PREGO!

Commenti

  1. preghiamo insieme e diciamo: Madre Rosa che sei nei cieli...

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  2. è morto 'U zu Saru u pazzu',Saro Cavallaro,uno dei piu vecchi ed esperti stimatori di arance,uno che le arance le conosceva veramente...figura dai modi eccentrici,che spesso si trovava nei punti di ritrovo dei commercianti(baracca di jannerello,stazione Motta) e tra i pochi stimatori che non faceva fregare le arance agli agricoltori dai commercianti...

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  3. Corrado la cosa appare ancora più sconvolgente se si considera che questo conto fatto così tiene conto solo dei costi di unitari di produzione diretti. Bisogna considerare anche tutti quei costi fissi come l'ammortamento o la reintegrazione di macchine, attrezzi e strutture...in quel caso anche se la differenza si alzasse molto si avrebbero comunque aziende incapaci di investire...o no?

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  4. Caro corrado, nel caso specifico delle Zagare e riguardo al tarocco, ho avuto notizie, da un fornitore diretto che conferisce alla loro piastra di distribuzione di spuntare prezzi ben superiori a quelli di mercato c.ca 30-35 cent/kg, inoltre posso confermare che in passato ho personalmente conferito alla fruttexport (piastra di distribuzione dell'Aligrup per l'ortofrutta)mandarino tardivo di ciaculli e limoni spuntando un prezzo di c.ca il 30% superiore rispetto al mio mercato ortofrutticolo di riferimento. E chiaro che i volumi, di una realtà regionale come l'Aligrup, non possono assorbire grossi quantitativi di prodotto.
    E per quanto ne sò, loro sono ben lieti di rifornirsi direttamente da produttori che garantiscano affidabilità e qualità e credo che in ogni caso, risparmino rispetto all'acquisto sui mercati ortofrutticoli. Forse bisogna dare un'occhiata anche all'organizzazione dei mercati ortofrutticli?

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  5. Io credo che molto parta anche dai mercati ortofrutticoli!

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  6. Il problema dei mercati ortofrutticoli esiste ma c'entra poco con il discorso sulla grande distribuzione.
    Aiace e l'anonimo subito prima sono indietro di 15-20 anni: la grande distribuzione non si approvvigiona ai mercati all'ingrosso ormai da anni.

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  7. bimbo scemo:non capisco a quale mia frase ti sei riferito...il mio pensiero sui mercati all'ingrosso è che esistono,esisteranno anche in futuro,ma dovranno essere di meno,e meglio regolati,meglio regolati significa con piu trasparenza nella formazione dei prezzi,con piu pubbicità dei listini,con meno infiltrazioni...il mercato di Vittoria questo insegna;

    Altra cosa è il canale distributivo della GDO.

    Ma sia il canale GDO,sia il canale dell'INGROSSO,continueranno entrambi ad esistere in futuro,anche se con forza relativa diversa.

    Aiace

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  8. Ho sbagliato, intendevo RainMan e l'anonimo subito sopra.

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  9. Egregio dott.Vigo sono Fabio Spina il responsabile acquisti della piattaforma ortofrutta Aligrup/Despar, mi piacerebbe dare il mio contributo alla questione della redditività delle arance.
    Prima di ogni cosa mi tocca evidenziare per corettezza che il prezzo di vendita delle arance che lei attribuisce alle Zagare è errato.Vendiamo le arance sfuse cal 90 a 0,89 al kg e la rete da 2 kg ad 1,75 al pezzo (0,88al kg), prezzi che non ci consentono di gestire serenamente un reparto ove sono impiegati lavoratori messi in regola all'interno di una struttura di servizio che rispetta tutte le regole di commercializzazione vigenti e che ha da misurarsi con una concorrenza sleale di ambulanti abusivi in ogni angolo di strada.
    Ma mi piacerebbe riuscire con il mio contributo ad allargare la visione della questione ribaltando la prospettiva di analisi economica.
    Il problema della redditività della produzione non è a mio avviso il ricarico della GDO che le assicuro è inferiore ai costi che oggi un supermercato deve sostenere per restare aperto ma è di incapacità della produzione di tutelare il proprio reddito.La produzione agrumicola siciliana è polverizzata in migliaia di piccoli e medi produttori che hanno perso e continuano a perdere l'appuntamento con l'associativismo e resta legata a meccanismi di commercializzazione del proprio prodotto vecchi di cent'anni nel quale esistono ancora figure come i "senzali" che rappresentano l'unica visione del mercato per il produttore.
    La produzione deve smetterla di piangersi a dosso pensando che la crisi debba essere risolta dalla politica o da qualche altro ente superiore e deve iniziare a comportarsi da industria prendendo coscienza che ha un prodotto che deve vendere sul mercato libero cercando di ottenere il miglior prezzo possibile.Va quindi intrapreso un cammino che deve portare la produzione a darsi un organizzazione da impresa che opera su mercati liberi che ne conosce i meccanismi di funzionamento e che si impegna ad sfruttare tutte le leve per valorizzare il proprio prodotto.
    Non si risolve la crisi degli agrumi in modo Stalinista dove lo stato reidistribuisce i ricavi della filiera...mi consenta, continuando ad alimentare questi ragionamenti non si fa il bene di nessuno.
    Se la Fiat non vende automobili la colpa non è dei concessionari, ma della Fiat stessa che costruisce automobili che i consumatori non apprezzano.
    Se il reddito delle arance in campagna è così basso la colpa non è dei distributori ma della stessa produzione che è incapace di concentrare l'offerta, è incapace di approcciare il mercato generando valore sul proprio prodotto proprio perchè non conosce il mercato e resta ai margini dei goichi, lasciando sempre ad altri la responsabilità di vendere il proprio prodotto.
    Visto che mi ha fatto i conti in tasca devo contraddirla nuovamente su quanto acquisto le arance.
    Le posso assicurare che le offerte che giungono sui nostri tavoli non sono mai inferiori a 0,60 al kg. per merce calibrata e inpaccata.
    Nella speranza di aver dato nuovi spunti alla discussione auguro a tutti buon lavoro....

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  10. Da produttore... non posso che condividere quanto scrive il responsabile acquisti della piattaforma Aligroup.
    Piaccia o non piaccia, le 4000 aziende che si dedicano a produrre arance in modo autonomo, al di fuori di qualunque coordinamento, associazione, società, non hanno alcuna speranza di poter sopravvivere a lungo senza un cambiamento radicale. Nostro come produttori, o del mondo esterno quale lo conosciamo. E siccome noi possiamo che agire sulle nostre produzioni... a noi la responsabilità di doverci rimboccare le maniche.

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  11. Caro Fabio Spina, la ringrazio per il commento lasciato e per le precisazioni, ma se guarda la foto al post più sotto (http://corvigo.blogspot.com/2010/03/non-ho-parole.html) vedrà come il prezzo fotografato è proprio di € 1,29 al kg, e la foto l'ho scattata io stesso a LE ZAGARE qualche giorno fa. Quindi???

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  12. Egregio Dott Vigo
    mi preme ancora contraddirla sul prezzo delle arance e sulla foto in questione.
    Non è una foto fatta all'Iperspar Le zagare non abbiamo quest'anno (purtroppo) avuto prezzi sopra l'euro e i portaprezzi e i frontalini oggetto della foto non sono i nostri ma di un insegna concorrente.
    La prego di verificare la fonte della foto e di rettificare quanto detto.
    Dalla foto non si evince in alcun modo che si tratta dell'iperspar Le zagare, anzi si vede un pavimento liscio di cemento industriale mentre il nostro è di mattonelle quadrate.
    Sicuro di un suo riscontro saluto.

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  13. e allora come la mettiamo!?

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  14. Si ribadisce sempre un vecchio spereotipo:che la colpa è degli agricoltori che non si sanno associare(sottointenso: gli agricoltori sono 'stupidi')...già, la colpa del problema è del soggetto piu debole,del soggetto che a tavolino non ha potere di condizionare le decisioni degli altri attori della filiera.
    Proviamo a ribaltare questo luogo comune,propio del gergo giornalistico che si sente in TV.

    Ogni situazione 'di fatto',sia nei rapporti politici,sia nei rapporti economici,è frutto dei condizionamenti e delle decisioni dei poteri piu forti,che a cascata si riversanno in maniera piu o meno automatica sui soggetti sottoposti,che ubbidiscono per necessità o accondiscendenza alle decisioni che vengono dall'alto.Le gerarchie non esistono solo dentro una stuttura, un'organizzazione aziendale.

    La situazione 'di fatto'(il problema del prezzo troppo basso in campagna)è stata generata dai Poteri Forti,dai Poteri che spasmano a loro comodo e nel loro egoistico e privatistico interesse la realtà che li circonda,e che possono modificare perche 'hanno i mezzi-gli strumenti-la possibilità-di farlo'.La colpa non è del debole che subisce il torto e l'offesa,ma del forte e del prepotente che l'umilia.

    Un pò è quello che avveniva a scuola,tutti siamo stati a scuola:sempre c'erano quei 4 stronzi(i forti) che cercavano il pretesto per fare a lite con quello piu emarginato o debole della classe solo per svago...ma anche se queste cose accadevano mai nessuno dava la colpa dell'accaduto al debole di turno.Gli agricoltori,sono i deboli di turno.Se qualcuno a colpe quella è dei commercianti che comprano in campagna,e dei loro senzali tirapiedi, che quando umuliano l'agricoltore a 0,08 centesimi,si sentono realizzati come imprenditori.

    l'iniziativa agli agricoltori non manca,in questi ultimi 20 anni ho visto nascere tante cooperative fatte da amici e colleghi che ci credevano veramente,che hanno pure coinvolto nell'impresa mogli,cognati e suoceri...ma dopo qualche hanno appena gli affari iniziano ad andare benino,ho visto pure i loro camioncini andare in fumo!!!!!!perche un kg in piu di arance vendute dai commercianti nuovi,è un kg di arance in meno venduto dagli operatori storici!!!

    La politica,è giusto che intervenga,perche la politica è e rimarrà sempre l'unica arma dei deboli contro i forti(finchè non viene corrotta)...la politica è l'interesse generale che prevale su quello particolaristico e affaristico dei magnacci.

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  15. Aiace, mi sembra che poni in evidenza due problemi precisi, forse simili, ma che a tutt'oggi tento di mantenere ben separati.
    Un conto sono le leggi del libero mercato, dove si voglia o no vale la legge del più forte, ma dove in teoria rispettando le stesse regole tutti hanno la possibilità di giocare alla pari.
    Un altro conti sono le leggi dell'illegalità, della sopraffazione al di fuori delle leggi del libero mercato.
    I tuoi amici non erano affatto stupidi, hanno lavorato sodo per avere successo, e ci sono riusciti.
    Purtroppo però nessuno li ha protetti dalla criminalità, dalla concorrenza sleale, da un camion bruciato.
    E i due fatti, per quanto per alcuni siano molto simili, per i più "suonano" in modo molto diverso.
    Tutelare il debole dal libero mercato è politicamente discutibile. Tutelare il debole dalla mafia, dalla criminalità, è un dovere politico dal quale nessuno si DOVREBBE esimere.

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  16. Condivido integralmente quanto asserito da Aiace. Aggiungo che la politica non è stata in grado di gestire la sua reale "mission istituzionale", ovvero di venire incontro alle esigenze degli operatori economici più svantaggiati in assoluto rispetto alle altre categorie: gli agricoltori. E solo chi opera, con testardaggine e passione, in balia degli elementi (pioggia gelate, vento, sole) può realmente capire cosa significhi tutto ciò.
    Il timore di scelte impopolari ha fatto il resto..personalmente avrei imposto per legge l' adesione di TUTTI gli agricoltori a poche e indipendenti (!!!) strutture associative, pena l' azzeramento di qualsivoglia contributo statale o comunitario e l' accesso al credito.
    Sarà un atteggiamento reazionario e illiberale, lo ammetto, ma chi può realmente dire quando finisce la libertà individuale e quando iniziano gli interessi e la salvaguardia di un intero comparto produttivo, che dà lavoro a decine di migliaia di lavoratori?

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  17. caro Aiace mi sà che il problema del fallimento delle cooperative siciliane sia stato proprio quello di coinvolgere mogli, cognati e suocere... a spanne non mi pare che sia questo il senso della cooperazione, la cooperativa in linea di massima non dovrebbe riprodurre un'impresa "familiare" bensì un insieme di soci (nel nostro caso agricoltori) che si adoperano per un fine comune. Poi può anche capitare che tra questi ci siano parenti, ma è un anomalia se sono solo parenti.Altra cosa è l'insuccesso a causa di intimidazioni e pressioni mafiose, aspetto molto grave e patologico di una società rurale ancora schiava della cultura mafiosa e in balia di ogni grado e forma di criminalità. In ogni caso sono convinto della reale incapacità dell'imprenditore agricolo siciliano a disfarsi del proprio individualismo. subiamo ancora della cultura dei nostri padri e nonni cresciuti in un sistema feudale dove "U padruni" non era per niente il piu debole bensì colui che forte e prepotente a volte umiliava pure. E si fà fatica a stare peggio per chi come nella maggior parte dei casi si trova padruni a sua volta di aziende di famiglia non più gestibili come 40 anni fà. A volte mi capita di notare come le aziende dei signori di un tempo siano spesso in totale abbandono mentre quelle di più recente acquisizione, magari acquistate dal figlio del massaro che ha fatto fortuna in Svizzera siano in perfetta efficienza. stare peggio forse aguzza l'ingegno e secondo il principio dei corsi e ricorsi storici forse è ora di rimboccarci le maniche e finirla con l'era dei padruni.

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  18. una cosa è certa ed è sicura,come il sole che sorge sempre a oriente...il sistema attuale della commercializzazione non funziona,o come dicono gli economisti è inefficientte,produce esternalità negative...io a titolo provocatorio proporrei lo scioglimento coattivo di tutte le OP attuali che commercializzano meno dell'80% del prodotto dei loro soci iscritti....perche alla faccia della presunta mancanza di volontà di cooperazione il 56% della produzone agrumicula(sulla carta)è associato ad una OP(la fonte è il rapporto agrumicolo dell'ISMEA,attualmente scaricabile gratis,andatevelo a leggere)...

    La domanda giusta da fare è,non perche gli agricoltori non si associano,ma 'perche le OP non prendono in consegna il prodotto dei loro iscritti'cosa possibilissima visto che le op sono dirette dai piu grandi commercianti sicialiani,il piu piccolo dei quali commercializza 2000 vagoni???

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  19. Aiace, that's another point!
    U padruni non è più il proprietario terriero, ma l'imprenditore commerciale che tratta non meno di 2000 vagoni (io con sei ettari mi fermo a produrre manco l'1% delle sue necessità).
    Se l'imprenditore commerciale fa "u padruni" e magari maschera la sua attività da "cooperativa" per agevolazioni spesso di natura fiscale, non vuol dire che abbia alcuna intenzione di comportarsi diversamente da "padruni".
    Al contrario quando penso a realtà di soci la prima che mi viene in mente è la Pandittaino.
    Cmq.. sottoscrivo anche l'Anonimo, per una conduzione seria e concorrenziale, ci vogliono competenze. Ed è un fatto straordinario che queste si possano trovare nello stretto parentado. Nelle micro-medie aziende siciliane, che non a caso o rimangono micro, o sviluppano grazie a quelli che dovrebbero essere invece fattori distorsivi, purtroppo è invece la normalità

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  20. Caro dott. Vigo ma allora quella foto si può sapere dove l'ha fatta? oggi sono andato al centro commerciale Le Zagare ed effettivamente ci sono mattonelle e non cemento industriale, come nella foto, ed i cartellini non sono quelli della foto. Allora si può sapere chi bara?

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  21. Quella foto l'ho fatta io a LE ZAGARE giorno 8 marzo, verso le ore 20.00,
    Ero entrato per ritirare la torta di compleanno di mia figlia (lo sapete che fanno le torte ottime?) per portarla da mia madre dove avremmo festeggiato il compleanno.
    Passando fra la frutta, cosa che faccio sempre, mi ha stupito il prezzo ed ho fatto la foto. Inoltre c'era anche il cartellino, sempre a 1,29, con il marchietto despar, e mi dispiace non averlo fotografato, così avrei fugato ogni dubbio.
    Sempre la stessa sera ho fotografato "il festival del rosso allura" dove vedete il marchietto despar.
    Per quel che riguarda il colore del pavimento....non so che dire: unica spiegazione che mi sono dato è che ho fatto la foto senza flash, per non attirare l'attenzione, era sera e forse i colori di sfondo non corrispondono alla realtà.
    Resta il fatto che....dalla produzione al consumatore c'è troppa differenza!
    E oggi pomeriggio vi pubblico un'altra immagine di tarocco a 2,35...fatta sabato sera...ma non dico dove l'ho fatta, altrimenti sollevo un altro inutile polverone: quello delle arance da 0,08 a 2,35....

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  22. in quel caso anche se la differenza si alzasse molto si avrebbero comunque aziende incapaci di investire...o no?

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  23. in quel caso anche se la differenza si alzasse molto si avrebbero comunque aziende incapaci di investire...o no?

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  24. l'ammortamento o la reintegrazione di macchine, attrezzi e strutture...in quel caso anche se la differenza si alzasse molto si avrebbero comunque aziende incapaci di investire...o no?

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