Catania (Dedico anche questa foto all’Assessore on.le Titti Bufardeci?)
Questo è uno dei tanti corridoi dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Catania.
Nulla da dire sullo stabile, tranne che sembra di stare in un enorme “stanza della privacy” o “privacyficio” o “privacyUfficio”.
Chi come me lo frequenta si ricorderà che un tempo l’IPA di Catania era in Viale XX Settembre, e poi al Corso Sicilia, e raggiungerlo significava perdere una intera mattinata fra l’ingresso (e l’uscita) a Catania, e trovare il posteggio. Oggi, posizionato a S.G. La Rena, è accessibile dalla Tangenziale in pochi minuti, ed anche il posteggio è facilitato. Quindi è meglio oggi che “ieri”.
Ma la mia riflessione sulla foto è un’altra.
Un tempo le file (file di persone e non “file” di computer) dietro le stanze dei Funzionari erano di almeno 5-7 persone, e si doveva aspettare. Lo stesso avveniva anche negli altri IPA. Ad esempio a Siracusa per ovviare all'intasamento fra tecnici, che chiedevano informazioni per più pratiche, e gli agricoltori, il dott. Pippo Micalizio (che ricordo sempre con piacere) istituì l’ingresso un’ora prima per i tecnici. Alle 9.00 anzichè alle 10.00. E la disposizione veniva sempre rispettata. Quando arrivò Mickey Mouse, invece, se ne dimenticò. E dovemmo spiegargli il perchè di questa richiesta, addirittura attraverso gli Ordini Professionali!
Ecco perchè ho fatto la foto. Il deserto che campeggia nei corridoi è l’indice di un allontanamento dagli Uffici da parte dell’utenza. E ciò è innegabile. L’Amministrazione Regionale ha fatto di tutto, e continua a farlo, per allontanare l’utenza dai suoi Uffici. Non si sa perchè!
Ieri il dott. Gaetano Aprile mi ha detto “non è che adesso vai a fare foto in giro”. Risposta mia: “già fatte!” E ci siamo fatti una risata! Ma i corridoi restano vuoti …
A Palermo meditino sulla foto. Magari la potrebbero mettere (per Editto Assessoriale) come sfondo del Desktop della Dirigenza Generale, o magari … “calarla come sfondo del PAI”!!!!!
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
questo è l'effetto della tanto attesa ricomposizione fondiaria,e della politica e delle politiche ,e delle convinzioni personali di aiutare 'il grosso',la grande azienda,che si è fagocitata i 5-7 agricoltori che un tempo stavano messi in fila dietro la porta degli ispettorati....è finita,e finita,è finita come per le mandorle!!!!!
RispondiElimina