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Precisiazioni agrumarie

IMG1018Ricevo e pubblico. L’email l’ho ricevuta il 13 di settembre, ma fra una rotazione e l’altra la pubblico solo oggi.
Egregio dott.Vigo,
domenica pomeriggio mi è capitato di entrare nel supermercato COOP di Gravina di CT, all'interno del centro commerciale Katanè , la mia attenzione è stata attirata dal banco dell'ortofrutta dove facevano bella mostra di sè (si fa per dire !!) le prime arance naveline della stagione. Erano poste in reticelle al prezzo, se non vado errato, di € 1,79 al kg. ed erano confezionate sotto il marchio ORANFRIZER. Dato che in campagna, nei giorni scorsi,  si parlava di prime trattative di naveline a prezzi interessanti, mi sono incuriosito per scoprirne la provenienza. Ebbene erano ARANCE SUDAFRICANE, ....provenienti certamente da zone vocate !!
Non voglio fare alcun commento,  perchè sarebbe di parte e "NATURALMENTE SICILIANO"  !!
Saluti Tonino Distefano, produttore di agrumi a tempo molto perso !
IMG1019Caro signor Distefano,
non voglio mortificare affatto quanto da Lei asserito, perchè anch’io mi arrabbio tantissimo quando guardo queste cose. Avevo notato qualche giorno prima della Sua mail queste retine con arance sud-africane. Le foto che pubblico, infatti, risalgono al 25 agosto scorso.
Nel periodo estivo, e comunque prima che si trovino le nostre arance, le arance che trova nei supermercati o sono arance di fine primavera conservate nelle celle, come le valencia, o sono di importazione, poichè non abbiamo ancora impianti a sufficienza per coprire l’intero anno commercialmente parlando. E mi riferisco ad impianti agrumicoli con varietà di arance del gruppo Navel tardive come Chislett o Powell.
Gli operatori commerciali, quindi, per ottemperare le richieste della GDO, che altrimenti li “taglia fuori” approvvigionandosi da altri, sono costretti a importare arance da paesi extra-comunitari, che hanno un clima “invertito” rispetto al nostro. Le arance sud-africane, nella fattispecie, sono presenti nel periodo estivo da tanti anni, e non mi sconvolgo affatto. Mi sconvolgo e mi arrabbio tantissimo, invece, quando in pieno inverno dobbiamo vedere arance Turche, Africane, Spagnole …
Saluti - Corrado Vigo

Commenti

  1. Le aree Sudafricane dove producono arance sono più che vocate, direi che sono eccellenti e non per sentito dire, ma per visione diretta. Condivido pienamente le conclusioni di Corrado, le nostre GDO quando dico nostre intendo quelle nazionali "dovrebbero" in primo luogo favorire la commercializzazione del prodotto italiano per poi, in seconda battuta orientarsi su quelle di provenienza estera. Ma, è questo il problema, non possiamo impedire a nessuno la commercializzazione di prodotti di origine extra Italia, ciò contravverrebbe al principio del libero scambio delle merci, CE insegna. Aggiungo per fortuna che quei territori sono in controstagione, perchè se vedeste la qualità del Tarocco Scirè rimarreste senza parole.
    Altri sono i problemi: Area di libero scambio, globalizzazione.
    O la produzione si organizza facendo asse unico con la commercializzazione oppure, è questo sarà un dramma, non ci sono più speranze. Ci vogliono sinergie tra i comparti produttivi e quando dico sinergie non intendo la normale somma algebrica delle attività, ma una azione congiunta per potenziare quello che ormai manca, la riconquista e nuova conquista dei mercati. La politica deve supportare questa ultima chance.
    Ciccio Platania

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  2. in base all'annata importiamo dall'8% a 12% della produzione,mentre esportiamo dal 5% al 7%...e piu o meno la produzione nazionale si aggira intorno ai tre milioni di tonnellate,ossia 300.000 vagoni,di cui 100.000 vanno dritti dritti alle fabbriche di trasformazione...il problema è che si esporta poco,e che abbiamo perso il principale Paese importatore di frutta,la Germania,dove ora ci sono gli spagnoli che forniscono il 70% degli agrumi che richiede quel mercato ricco di soldi.

    Sarebbe pure cosa bella se i commercianti nostri dessero indicazioni sulle cultivar da impiantare,e che queste indicazioni fossero seguite pure dal campo sperimentale di Palazzelli,che in questi ultimi anni hanno fatto cultivar nuove troppo poco competitive rispetto al navel,che ha una produzione costante e di grossa pezzatura.

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  3. Aiace,

    la cooperazione tra commercianti e produttori, che ho citato anch'io in diversi commenti, doveva iniziare molto tempo prima, in particolare negli anni '90 quando si aprirono le porte ai prodotti esteri e il libero scambio fece risaltare problemi nuovi per noi siciliani.

    Ripeto: ciascun produttore sulla base della propria zona di produzione (precoce, media o tardiva) doveva essere consigliato ed invogliato ad effettuare nuovi impianti o riconversione varietale (quando ancora i margini di profitto erano superiori e tali investimenti erano piu' fattibili) sulla base dell'evoluzione del mercato e della domanda.

    Solo in questo modo, si poteva iniziare a coltivare le nuove cultivar, nelle zone ottimali, con un miglioramento della qualita' della domanda.

    Ovviamente cio' non e' stato fatto, sono mancati la volonta' e il giusto timing.

    Delfo Fusillo

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  4. delfo fusillo,mi fa piacere che su tanta cose la pensiamo alla stessa maniera,anche se il nostro giudizio delle cose nasce dall'esperienza isolata e personale di ciascuno...ma io dico,tutte quelle persone esperte e con titoli nel settore agrumario quando si riuniscono di che caz... parlano???perche le cose che si scrivono in questo blog non sono bagaglio comune di tutti gli operatori e soprattutto delle convesazioni che si fanno nella vita quotidiana???
    e dico queste cose perche quelle volte che ho chiesto che si potesse fare per risolvere la crisi,o si risponde 'boh,non lo so che si può fare,la situazione è tragica',o si propongono cose talmente estreme che sono al limite dell'inverosimile ,e quindi scassissimamente fattibili.

    Ad es:.se le cose si discutevano realmente e si facevano con giudizio cultivar come lo Scirè o il Tapi non dovevano neppure esistere dalla circolazione,perche vengono di pezzatura vergognasamente piccola una volta che la pianta supera gli 80 kg...eppure tante persone si sono consumate.

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  5. Paolo Giovanni Alberto26 settembre 2010 alle ore 09:29

    Ma io dico, visto che il blog è seguito da tanti agrumicultori, perchè non vi incontrate e provate a creare voi una piattaforma produttiva che si proponga direttamente alla grande distribuzione? Tutto sommato non credo ci voglia tanto, immagino che ci siano aziende che hanno una dimensione sufficiente per fare centro di raccolta e spedizione, bastano un pò di buona volontà, un pizzico di disponibilità ad andare incontro anche alle esigenze dei propri colleghi e si superano anche i normali problemi iniziali

    RispondiElimina
  6. per paolo giglio:.per lo stesso motivo per cui i cittadini non si riuscono di fronte al comune per chiedere l'approvazione del piano regolatore(cosa che interessa tutti da vicino,no?!)che in alcuni comuni manca pure da 40 anni ,come a catania......perche le cose funzionano cosi quando occorre mettere daccordo piu di 20 persone...e la stessa cosa vale pure in altri campi.


    aiace

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  7. Paolo Giovanni Alberto27 settembre 2010 alle ore 08:29

    Per AIACE
    Non sono Paolo Giglio.
    Detto questo, organizzare un gruppo di offerta che venda ad una catena di supermercati (anche siciliani, perchè no?) penso che possa essere agevolmente fatto anche da una decina di produttori, i piani regolatori necessitano di manifestazioni di massa.

    RispondiElimina

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