La notizia è stata riportata da tutti i mass-media, da tutte le testate giornalistiche ed è davvero scandalosa!
I Carabinieri di Siracusa, ed i NAS di Ragusa, hanno sequestrato una ingente quantità di limoni provenienti dall’Argentina, privati delle etichette, e posti nelle linee di lavorazione di un operatore commerciale di Cassibile.
I limoni sarebbero stati spacciati, poi, per limoni Siciliani.
Quel che è peggio, però, è che i limoni sarebbero stati spacciati per “limoni biologici”, senza che nessuno potesse accorgersi dell’effettiva provenienza … uno scandalo!
Caro signor Tonino Distefano, questo sì che mi fa arrabbiare, e tantissimo. Mi spiace solo che oggi non posso recarmi lì, altrimenti sarei andato a fare “il cane di caccia” ed avrei fatto le foto del magazzino. Ma … (le faccio una promessa) … appena saprò qual’è il magazzino … sarà mia cura informare i lettori del blog anche con le foto.
Un grazie ai Carabinieri!
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
vai sulla siracusa cassibile dopo s.teresa longarini sulla sx. pasam
RispondiEliminaArticolo 515 codice penale (Frode nell'eserciizo del commercio): chiunque, nell'esercizio di un'attività commerciale, omissis...consegna all'acquirente una cosa mobile per un'altra, per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita, è punito, qualora il fatto non costituisca un più grave delitto, con la reclusione fino a due anni o (badate bene, "o") con la multa fino a euro 2.065.
RispondiEliminaBene, considerando che riescono a beccare chi normalmente fa di mestiere "frode in commercio", una volta ogni 10 anni, rinunciando solamente al guadagno della partita sequestrata e pagando "fino" a euro 2.065 di multa e aggiungendo qualcosa per un avvocato, diciamo che al momento è uno dei lavori più redditizi. Povera Italia!!!
Secondo me dovrebbero non solo aumentare le multe ma i mass media dovrebbero riportare non solo nome e cognome ma anche il marchio con cui commercializza tale produttore. Perché sui giornali quando viene arrestato uno spacciatore mettono nome, cognome, anni oltre a indirizzo e foto mentre in questo genere di reati in genere c'è l'anonimato assoluto?
RispondiEliminaPerchè probabilmente lo spacciatore in genere ha già i suoi problemi per pagarsi l' avvocato, figuriamoci per tutelare il suo nome..mentre i truffatori sono organizzati e agguerriti..
RispondiEliminabimbo scemo hai ragionissima....quando beccano uno sventurato che ruba all'iper,mettono foto,indirizzo,e pure il nomignolo....questi dei limoni-truffa chi sono?? e poi si lamentano che ci vanno sotto,mentre si fanno i soldi a palate con i limoni rivenduti a 1,7 euri!!!!!
RispondiEliminaNon mi pare che qualcuno abbia occultato informazioni sulla ditta. A pagina 5 della Sicilia di ieri si parla dell'azienda responsabile della frode commerciale.
RispondiEliminaieri erano limoni, oggi è vino..
RispondiEliminahttp://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=17594
viva l'Italia!
l'unica soluzione: Controlli severi e ritiro, in caso di truffe o alterazioni, delleicenze commerciali
RispondiEliminasi ma non basta il nome del magazzino, vanno proprio mostrati i marchi utilizzati. Non credo che ci sia un problema di privacy o di tutela del nome.
RispondiEliminaChissenefrega dell'indirizzo dello spacciatore o dell'assasino, quando leggo che i nas hanno fatto una multa a "un ristorante" voglio sapere quale e se è percaso quello in cui penso di andare il prossimo sabato con la famiglia.
e il 10 agosto c'era il pomodoro cinese che diventava italiano - questa volta pero' è il NORD ad essere interessato, in fondo sono più bravi di noi, è da una vita che lo fanno con l'olio d'oliva che diventa olio italiano solo perchè hanno lasciato la sede legale in Puglia.
RispondiEliminaPer il pomodoro cinese che diventa italiano, nel Cremonese, v. il link:
http://www.e-tv.it/Frodi_alimentari:_buste_di_concetrato_di_pomodoro_cinese_
vendute_per_italiane_content5026.html
Bimboscemo ha sicuramente ragione sarebbe opportuno che ciò accadesse.
RispondiEliminaCorrado contatta freshplaza per sputtanare tutte le aziende che operano in modo disonesto
RispondiEliminarossella@freshplaza.it
http://www.freshplaza.it/news_detail.asp?id=24660
RispondiEliminaFabio Moschella è intervenuto a difesa del prodotto Siracusano.
potete dirmi il nome dell'azienda coinvolta per favore? grazie
RispondiEliminaPASAM di Siracusa si trova sulla strada che da Sr va a Cassibile, passata la stazione di S.Teresa longarini a SX con insegne gigantesche arancioni.
RispondiEliminaPasam sta per:
PRODUTTORI AGRICOLI SIRACUSANI ASSOCIATI PER IL MERCATO SOCIETA' COOPERATIVA AGRICOLA PER AZIONI
aaaahhh finalmente si sa il nome,e lo sappiamo noi,gente interessata del settore( nel giornale non mi ero potuto 'addunare')...vedete che la collaborazione e la circolazione delle informazioni ha una sua utlità pratica!!!!!!!!
RispondiEliminasul sito di freshplaza,nemmeno riportava il nome della società!!!!!
AGROPIRATERIA.
RispondiEliminaEra già accaduto a Vittoria che il pomodorino tunisino venisse spacciato per siciliano. Ieri è toccato ai limoni di Siracusa.
Quello sventato a Siracusa sui limoni argentini spacciati per Igp Siracusa e per giunta biologici, quando invece realizzati in agricoltura convenzionale, è un atto criminale verso l’agricoltura siciliana e i suoi prodotti di qualità.
E che si configura non solo come truffa ai consumatori finali che hanno il diritto di conoscere la provenienza dei prodotti alimentari che portano sulle proprie tavole.
I più danneggiati sono gli agricoltori perché vedono vanificato uno sforzo durato decenni per la valorizzazione territoriale delle loro produzioni e l’attenzione verso produzioni ecosostenibili e ecocompatibili, tanto richieste dai consumatori, soprattutto del Nord Europa.