Ricevo da Fabrizio La Carruba e pubblico.
Caro Corrado, leggi questo "REQUIEM" firmato Ing. Alessandro Caffarelli, un "guru" del settore, e pubblicalo appena puoi. Non ho la forza di commentarlo.
Quello che sta per essere approvato mercoledì prossimo dal CDM, il decreto FER cosi com'è stato presentato nella sua ultima bozza confermata da un articolo del sole 24 ore, rappresenta un colpo mortale per il nostro settore fotovoltaico.
L'attuale classe politica, tutti nessuno escluso, dovrebbe vergognarsi per l'aborto di schema prodotto frutto di ignoranza ed interessi che vanno al di là di ogni previsione pessimistica. Disonestà ed arroganza senza confini di colorazione politica, sintetizzata in personaggi governativi del tipo Gasparri che sfrutta mediaticamente la situazione libica per riproporre il polpettone nucleare contrapposto irrazionalmente alle FER, o Donati dell'IDV personaggio, dunque, antigovernativo artefice di linee guida autorizzative di stampo talebano. Del ministro Galan c'è poco da aggiungere. I 100 kW/Ha su suolo agricolo non aiuteranno di certo la realizzazione di impianti da parte di piccoli imprenditori agricoli, anzi favoriranno soggetti con profilo industriale piuttosto che agricolo, dal momento che all'aumentare della disponibilità di superficie aumenta anche la potenza incentivabile e di conseguenza per il fattore economia di scala, la redditività dell'investimento. Proprio q uello che Galan cercava di ostacolare. E cosa dire riguardo al nulla che è stato fatto per prendere seriamente in considerazione le potenzialità offerte dalle serre fotovoltaiche a tutto il comparto agricolo?
L'art. 23 comma 11 lettera d) dello schema di decreto si commenta poi da solo:
"nel caso di raggiungimento anticipato dell'obiettivo specifico per il solare fotovoltaico, fissato a 8.000 MW per il 2020 nell'ambito del Piano di azione di cui all'articolo 3, accertato con le modalità del decreto del Ministro dello sviluppo economico 6 agosto 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 197 del 24 agosto 2010, è sospesa l'assegnazione di incentivi per ulteriori produzioni da solare fotovoltaico fino alla determinazione, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del mare, sentita la Conferenza unificata, di nuovi obiettivi programmatici e delle modalità di perseguimento, anche in relazione a quanto previsto dall'articolo 33, comma 5-bis."
Questi uomini, firmatari e padri di un aborto saranno chiamati nei prossimi mesi alle loro responsabilità per aver tentato di affossare un settore in forte crescita. Nessuno dimenticherà.
Alessandro Caffarelli
Ho letto 3 volte il post e, forse perchè è piuttosto tardi, non ho capito qual'è il problema
RispondiEliminaoggi la notizia è stata riportata pure dai telegiornali...il succo del discorso è che venendo meno retroattivamente gli incentivi svanisce in una bolla di sapone 'L'affare impianti fotovoltaici ed eolici',o quanto meno l'affare non sarà piu tanto appetibile,come si era fino a una settimana fa pensato...del resto,su quest'affare già da tanti era stata segnalata l'insostenibilità del sitema come era congegnato,..i nodi sono venuti al pettine,e il governo sta provando a scioglierli come il famoso nodo gordiano,ossia tagliando per il lungo il nodo....e buona notte a tutti.
RispondiEliminaNon è esattamente così..Non confondiamo l' eolico con il fotovoltaico, in quanto i meccanismi di incentivazione sono diversi.
RispondiEliminaIl notevole sviluppo del settore fotovoltaico ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro, grazie agli incentivi. Il costo dei moduli fotovoltaici da 2007 a oggi è diminuito del 35%..non era mai successo in trent'anni di presenza della tecnologia fotovoltaica sul mercato. Gli incentivi sono generati da una specifica voce di costo della bolletta elettrica, che paghiamo quasi inconsapevolmente da ca. 25 anni.
Che l' affare non sia più di grande appetibilità è sicuramente vero, ma questo vale solo per i grandi investitori...per l' agricoltore (piccolo o grande che sia, questa è la grande differenza!) può essere invece l'ultima ancora di salvezza da una prossima catastrofe del settore, sopratutto in Sicilia.
In questi giorni, si decide la morte per decreto delle energie rinnovabili in Italia. Quindicimila famiglie rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, un indotto che occupa altre 100.000 persone sarà colpito. E' quello che succederà se il Consiglio dei Ministri approverà il decreto sulle rinnovabili nella versione che circola in questi giorni all'interno del Parlamento e su cui si leggono anticipazioni di stampa. Dopo pochi mesi dalla (lungamente attesa) approvazione, nel mese di agosto dello scorso anno, della legge sul nuovo conto energia, lo scorso 31 gennaio la Commissione europea ha adottato, come noto, una raccomandazione in cui invita gli Stati membri ad incoraggiare le politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente strumenti normativi retroattivi, causa di incertezza sul mercato e di congelamento degli investimenti.
RispondiEliminaA dispetto di queste premesse, nelle bozze del decreto legislativo rinnovabili leggiamo la previsione di introdurre retroattivamente un limite vincolante di 8.000 MW. Stop ai progetti autorizzati e in corso di autorizzazione. Stop a molti cantieri in corso. Un vero e proprio tetto al fotovoltaico, più di 6 volte inferiore a quello fissato dalla Germania.
A farne immediatamente le spese saranno circa 150.000 lavoratori impiegati direttamente e indirettamente nel fotovoltaico.
Se nell’arco di pochi giorni non si riuscirà a introdurre dei correttivi, il fotovoltaico rischia una Caporetto, con ripercussioni molto pesanti sia in termini occupazionali che di credibilità del sistema Paese. Mentre gli Stati Uniti di Obama, pur in presenza di un taglio delle spese pubbliche molto robusto, mantengono saldo il timone verso lo sviluppo delle rinnovabili, l’Italia rischia un nuovo tracollo dopo quello degli anni Ottanta. Siamo sbigottiti, è incomprensibile. Non è abbastanza promuovere l'ambiente e la salute di noi tutti, generare ricchezza e dare lavoro a oltre 15.000 addetti diretti e fino a 100.000 indiretti, offrire l'opportunità a oltre 160.000 famiglie di diventare indipendenti energeticamente? Quali interessi si vogliono davvero tutelare? Prima l'eolico, oggi il fotovoltaico. Che destino attende un paese che distrugge sistematicamente le proprie opportunità di sviluppo? Nonostante il parere positivo in sede di Commissioni Parlamentari (per cui lo schema di decreto attuativo della direttiva 2009/28 sull’energia da fonti rinnovabili si inserisce nel quadro della politica energetica europea volta a ridurre la dipendenza dalle fonti combustibili fossili e le emissioni di CO2) il dibattito in corso, specie per le notizie di stampa spesso espressione di interessi non necessariamente palesi e esplicati in sede politica e sociale, sembra preludere ad un intervento legislativo che andrà, si teme, in senso diametralmente opposto a quello, voluto dalla Commissione, di incoraggiamento delle politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili. La realtà è diversa. il settore delle rinnovabili si muove in netta controtendenza. Gli incentivi (che, ricordiamo, non gravano sul bilancio dello Stato ma nemmeno su quello delle famiglie, come invece si è letto in questi giorni) hanno creato un volano virtuoso che ha consentito al Paese di riavvicinarsi al gruppo dei paesi leader nel campo dell’innovazione e della capacità produttiva. Il fotovoltaico, in un contesto così difficile come quello che abbiamo visto delinearsi negli ultimi anni, rappresenta un settore in crescita occupazionale e di fatturato, oltre che un settore tecnologicamente in evoluzione.
Confidiamo nell’equilibrio e nella saggezza del Governo e del Parlamento affinché si voglia intervenire per evitare che un altro tassello della nostra economia cada vittima di contrapposti interessi e di battaglie ideologiche. Confidiamo che saprete dare un futuro alle nostre famiglie e ai nostri figli che si trovano oggi incolpevoli nella precarietà e nell'incertezza."
311/B SLITTAMENTO TERMINI:
RispondiEliminadal sito PSR 3-3-2011
"Si comunica che, in attesa delle modifiche alla Misura per l’entrata in vigore del III Conto
Energia, i termini di presentazione delle domande di aiuto del bando in regime “de minimis”- II
sottofase, fissati per il periodo 01/03/2011 - 31/05/2011 sono prorogati a data da definirsi."