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Un bell’oliveto

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I primi giorni del mese di agosto sono stato a visitare l’oliveto di Roberto Paternò Castello, Principe di Biscari, oliveto sito in contrada Aragona.
Con Roberto si diceva di fare questa visita da tempo e siccome ero in zona abbiamo concordato di vederci lì.
Ecco le meravigliose foto che ho scattato del suo bellissimo oliveto dal quale ritrae un olio particolare, apprezzatissimo nei mercati del “bio” e vincitore di moltissimi premi (leggi i premi).
Ma qual’è il “mix” fortunato? Non è solo la posizione orografica nella quale è inserita la coltura, ma è anche la varietà “stranamente” utilizzata. Come lui stesso riporta sul sito internet “I sapori robusti di erba e di natura incontaminata, addolciti da un sentore di pomodoro maturo e di carciofo, sono il risultato di un cultivar di Cipressino, appena arricchiti dalla fragranza della Nocellara Etnea. Il Cipressino, una varietà di oliva poco utilizzata, rappresenta la novità su cui l'azienda ha puntato; la Nocellara dell'Etna, con le sue magnifiche fronde fino a toccare a terra, coltivata lungo i confini della proprietà, sembra volerne proteggere il cuore pulsante.”
Qui sotto, per non farla lunga, pubblico alcune altre foto fatte il 3 agosto scorso.

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Commenti

  1. Interessante...non è altro che il sovvertimento dei normali impieghi delle due cultivar: il Cipressino a contorno e difesa degli agrumeti e la Nocellara Etnea come principale artefice delle peculiarità dell'olio prodotto (e non solo) nell'areale etneo. Triste fine , però, per quest'ultima, relegata ai contorni dell' appezzamento. Evidentemente ci sarà una motivazione di carattere tecnico-agronomico che al momento mi sfugge...

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  2. ma i titoli nobiliari non sono stati abrogati alla fine della seconda guerra mondiale???? e se ci sono i principi,vertice della piramide organicistica polito-economica,chi sono i vassalli e i servi della gleba???

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