Nella nostra Regione, che ricordo essere la più agrumetata d’Italia, abbiamo decine di Uffici regionali, Facoltà di Agraria, valenti agrumicoltori (direi eccellenti) e centinaia di tecnici in campo, ma … ecco che per calcolare l’indennizzo da corrispondere agli agricoltori e/o ai vivaisti … l’Assessorato è dovuta ricorrere all’INEA! A Roma!!!
E che mancavano Capi dell’Ispettorato che potessero indicare questi importi?
E che mancavano Funzionari delle Condotte?
E che mancavano Ordini Professionali?
E che mancavano tecnici sul territorio?
E che mancavano agrumicoltori che sono così bravi da fare “scuola, doposcuola e scuola serale di agrumicoltura”?
No! Si chiede a Roma, che nulla sa di ciò che avviene in campagna, si chiede all’INEA che sulla base del sistema RICA (che mi sa tanto di fantasia come il PAI o come il METAFERT) dice da Roma (da 800 chilometri di distanza) cosa si fa in Sicilia! Non mi meraviglierei se … anche in questo caso ci fosse lo zampino del dott. Ciccarella! (quello del PAI)
Non aggiungo altro … dovrebbero parlare gli Ordini degli Agronomi della Sicilia che, ahimè, non sento sbraitare su questa vicenda!
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
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