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riecco il cotone 2°

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Ricevo dal prof. dott. agr. Carmelo Santonoceto e pubblico.
Alcune precisazioni

Caro Corrado, per evitare malintesi e dare adito ad inutili polemiche, desidero fare alcune precisazioni relative alla tua premessa alla mia email sullo stato di avanzamento della ricerca su cotone.

Le polemiche cui fai cenno, scatenate da alcuni articoli su un quotidiano, non erano supportate dalla conoscenza appropriata dei fatti.

Relativamente ai fondi di ricerca, la richiesta di finanziamento, corredata dal programma di ricerca, è stata presentata, dal sottoscritto, alla Direzione Generale del Dipartimento Regionale degli interventi infrastrutturali per l’Agricoltura dell’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari della Regione Sicilia a fine luglio 2011 e faceva riferimento a questo secondo anno di prove. Dopo la valutazione del progetto da parte degli Organi competenti della Regione, la convenzione è stata firmata il 27 settembre 2011 e i fondi (€ 35.000 di cui 20.000 all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e 15.000 all’Università di Catania) erogati il 20 dicembre 2011: in tempo assolutamente utile per poter avviare le prove sperimentali, partite a marzo 2012.

Non è mai stata fatta richiesta della raccoglitrice meccanica all’allora Assessore D’Antrassi (che, in assoluta sincerità, è stato sempre molto disponibile nei nostri confronti) per i motivi che spiegai in una replica (La Sicilia, 8 ottobre 2011) all’articolo pubblicato (non proprio con le mie parole) il 7 ottobre 2011 sullo stesso quotidiano, di seguito riportato fedelmente.

download“Il prof. Carmelo Santonoceto dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria è convinto che «serva qualche anno di sperimentazione. Sulla carta non è facile capire quali sono le varietà più idonee. Noi dobbiamo avere l’assoluta certezza almeno su un punto -dice il prof. Santonoceto coordinatore della sperimentazione - che queste varietà debbano essere caratterizzate da una precocità spiccata e da una buona produttività. Appare necessario accertare quali fra le nuove varietà messe a disposizione dal miglioramento genetico risultano più idonee alle condizioni ambientali dell’Isola. In questa prima fase, sarebbe opportuno effettuare, in aree diverse della Sicilia, uno screening di quelle varietà la cui coltivazione è già consolidata in ambienti simili al nostro, cioè quelli spagnolo e greco. E poi precisa: «Quando si fanno sperimentazioni la raccolta del prodotto non si può effettuare meccanicamente ma va fatta solo a mano ed a più riprese per contare il numero di capsule aperte e chiuse, determinare il peso del prodotto separatamente per fibra e seme.
Queste raccolte scalari ci permettono, peraltro, di risalire a degli indici di precocità che ci consentono di stabilire, ad esempio, se in un determinato ambiente sia preferibile coltivare una varietà che garantisca una resa di 2,5 tonnellate ad ettaro entro la fine di settembre o un’altra che ne fornisca 3 tonnellate entro il mese di ottobre. Ecco perché a Gela non è arrivata la raccoglitrice.”

Ed è esattamente quello che abbiamo fatto. Gli indici cui facevo riferimento nell’articolo sono riportati nella letteratura scientifica come MMD (Mean Maturity Days), PRI (Production Rate Index) ed EI (Earliness Index) e rappresentano degli indicatori fondamentali per la valutazione delle varietà di cotone, soprattutto in ambiente mediterraneo caratterizzato da una lunghezza della stagione alquanto limitata per il ciclo della specie. Il passaggio della raccoglitrice non ci avrebbe permesso di ottenere questi dati per risalire ai quali occorre effettuare delle raccolte scalari.

cotoneMi auguro che, in quest’annata non si ripetano le stesse polemiche che lo scorso anno mi hanno riempito di amarezza e di poter onorare in assoluta serenità l’impegno assunto con l’Assessorato.

Mi piace, invece, ricordare gli aspetti positivi di questa esperienza. Faccio riferimento all’impegno e all’entusiasmo profuso da quanti stanno collaborando a questa ricerca: i miei colleghi Umberto Anastasi, Fabio Gresta, Paolo Guarnaccia e Santo Virgillito; gli imprenditori agricoli Rocco D’Arma e il figlio Raffaele, Francesco Vacirca e il figlio Marco (Agronomo anche lui) che sta dando una grossa mano d’aiuto per i rilievi; gli operai agricoli (purtroppo conosco solo i nomi) Saro e Pino.

Senza di loro non avrei dove andare.

Ciao.

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