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storia di ordinaria burocrazia 2°

Oggi completo la pubblicazione della lettera ricevuta dal collega dott. agr. G.P..
E se ieri "l'omino del punto interrogativo" era triste ... oggi è pensieroso!
Richiesta insediamento.
Punto e) Certificato di iscrizione all'INPS
Ora la domanda, se negli altri ispettorati questa voce non è così categorica, perchè a Caltanissetta si? E poi, se apro la partita IVA il giorno prima, come posso avere l'iscrizione e che reddito ho fatto in una notte? Risposta, gli altri la stanno presentando (si ma l'iscrizione provvisoria). Io tra l'altro sono agronomo e non mi iscrivo all'INPS. Dopo ore di discussioni e varie telefonate siamo arrivati "all'accordo" che potevo non presentarla. Il bando non lo prevede. Il normale diventa anormale.
Finalmente arriva il decreto, i soldi dell'insediamento no, passano appena 5/6 mesi. Posso cominciare i lavori ed a spendere i soldi nella campagna (non come tanti che ne fanno altro uso). Tutto procede abbastanza bene a parte le notti insonni su come gestire i lavori e i vari passaggi, per cercare di fare tutto con la massima professionalità e precisione. 
Prossimo passo cantierabilità. Mi manca solo l'attingimento di un pozzo per avviare l'impianto irriguo di Albicocche (zona di ficodindia, perciò diversificazione colturale), da questo punto di vista il funzionario del Genio Civile è stato molto corretto, disponibile e nei tempi giusti mi ha fatto avere tutto. 
Però nel frattempo mi sorge un dubbio e per maggiore sicurezza, parto da Catania e vado a Caltanissetta, obbiettivo capire come fatturare le talee di ficodindia (3-4 a postazione non esiste in nessun impianto, comunque). Il funzionario mi risponde che da un documento interno, sta cosa dei documenti interni non si capisce, le talee le dovrei far fatturare ad un vivaio che mi deve rilasciare Certificazione Fitosanitaria. Che cosa? O non ho capito nulla durante gli anni dell'università e dalla piccola esperienza acquisita o qui c'è qualcosa che non va. Ma chiedo, sempre gentilmente (la gentilezza comincia a non pagare): scusi il ficodindia non presenta malattie virali e visto che ho di recente presentato una richiesta fitosanitaria, non mi risulta alcuna certificazione a tal riguardo. Tra l'altro stiamo parlando di 2.400 talee circa da acquistare. Solitamente per il ficodindia, i nuovi impianti nascono da talee prese da grosse aziende che si trovano nella zona. 
Ecco che si procede, chiamando, in mia presenza, a Palermo. Palermo dice che i vivai devono fare una sorta di accreditamento delle aziende da cui prelevare questo materiale e quindi rilasciare la certificazione. 
Ma questa gente sa di cosa stiamo parlando, hanno mai visto una campagna? Con l'aggravante che, per un maggiore scrupolo, avevo precedentemente chiamato l'Osservatorio delle malattie delle piante di Acireale e mi spiegano, come se fossi totalmente estraneo dei fatti, che " non hanno mai rilasciato certificazione fitosanitaria a nessun vivaio per la Sicilia orientale per le talee di ficodindia". 
Ed ora come procedo? Come recupero le talee? Se il preziario lo prevede, non basta una fattura fatta da una azienda e magari risparmiare? Io l'impianto lo devo fare comunque e se li prelevo da  qualcuno, lo devo pagare. Perchè queste problematiche non vengono definite in modo chiaro ed univoco?
Arriviamo alla fine, presentazione cantierabilità. Qui la faccio breve e riassumo in poche righe. Telefono a Mazzarino se è tutto a posto con la cantierabilità presentata, anche perchè i 40.000 € sono finiti e devo chiedere l'anticipo. Mi si richiede l'invio di un documento: contratto di smaltimento rifiuti. La domanda sorge spontanea e a che le serve? Non lo so, c'è nella check list. 
Ma se non lo sa il funzionario, chi lo dovrebbe sapere?
Questa è la gente con cui abbiamo a che fare tutti i giorni e dagli anni passati allo studio ne ho viste di cotte e di crude, ma viverle di presenza sulla propria pelle e sulle proprie tasche, soprattutto per un giovane come me che sta contando solo sulle proprie forze, è difficile. E tutti sappiamo come è difficile la nostra professione oggigiorno. 
Spero di non essermi dilungato troppo e di essere stato abbastanza chiaro, ma questo sfogo, deriva da un anno di amarezze. Le regole non esistono in Sicilia, i giovani agronomi e le giovani aziende non sono tutelati in questi uffici. Ma nello stesso tempo non voglio fare di tutta l'erba un fascio.  

La ringrazio per aver posto la Sua attenzione in queste mie parole
Dott. Agr. G.P.

Commenti

  1. la lettera di questo giovane agronomo suscita solo tenerezza e tanta pena.Purtroppo la tragedia della BUROCRAZIA , una volta introdotta come struttura di un sistema, sarà difficilmente estirpabile ammenocchè non si trovi la giusta alternatiuva o il rimedio adatto. E' sorta per dare occupazione e per consentire che tutte le pratiche abbiano o
    conservino una traccia.E' stata suddivisa a fettine per fare in modo che una procedura impegni tante persone che si controllano l'uno con l'altro .Il capitalismo primitivo o di Stato o quello povero molto vicino al nazionalsocialismo , ha accettato una simile soluzione ed ha creato delle vere e proprie filiere di persone che fanno un lavoiro modesto ma qualificato all'esterno.Nell'oggi, con il PC è facile impostare una procedura e verificare. Ma è molto difficile mettere da parte la pletora di persone che ha lavorato o lavora in questi fantasmatici ministeri o fogne burocratiche.Ecco quindi la necessità che persone accorte diano le soluzioni adeguate sia per snellire le procedure, per avviarle e per fare in modo che questa gente che sovraintende alle procedure abbia la possibilità di vivere. E poi non c'è solo nel settpore agricolo la burocrazia. Nel campo della giustizia è ancora più grave, pericolosa e financo più costosa.

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