Mi sarebbe piaciuto continuare e chiudere le "riflessioni sul PSR Sicilia", relativamente alle altre Misure indicate dal collega qualche giorno fa, ma mi è arrivata una lunga email di un altro collega, a cui devo dare la precedenza.
Egregio dott. Vigo,
Come accennato telefonicamente qualche giorno fa, ho avuto la brutta notizia da parte di un F.D. dell’IPA di Catania, che la domanda di aiuto relativa alla Mis. 214/1a da me presentata nel marzo c.a., figurerà tra quelle escluse ed archiviate in quanto non ho richiesto l’aiuto per l’intera S.A.U.
Mi spiego meglio:
tra le superfici da me condotte c’è un agrumeto in agro di Ramacca di 3 Ha circa che a causa di ripetuti straripamenti di un limitrofo canale di scolo del Consorzio di Bonifica marcisce a vista d’occhio. In poche parole è destinato ad essere estirpato non appena possibile (economicamente parlando).
Riporto di seguito ciò che stato scritto nel P.A. relativamente a questa superficie: “L’agrumeto, causa lo straripamento nell’ultimo decennio del limitrofo canale di scolo “Lembiso”, che ha provocato frequenti ristagni idrici, si presenta in scadente stato vegeto-produttivo e con gravi fisio-fitiopatie dovute a Phytophora spp.
Per questo motivo, pur coltivando il fondo seguendo le norme tecniche della Mis. 214/1A, si ritiene opportuno escluderne la superficie dalla richiesta del premio.”
Ora io mi chiedo:
E’ vero che esiste una norma che obbliga l’agricoltore a richiedere il premio per l’intera superficie aziendale? Nei vari regolamenti e disposizioni attuative, si parla sempre e solo di assoggettamento dell’intera superficie aziendale e non di richiesta premio per tutta la SAU.
Alla domanda posta al F.D. di quale sia tale norma, mi è stato risposto che esiste fin dai primi Reg. Comunitari in riferimento alle Misure Agroambientali e comunque c’è una Circolare Assessoriale esplicativa emanata dal Dirigente Generale che si esprime in tal senso.
Fra allegato P3, 99999 e chissà quante altre anomalie si inventeranno da qui a novembre mi vien da pensare che l’Assessorato e i suoi funzionari non sanno più come eliminare la marea di pratiche presentate e ammissibili.
Perché non ci dicono la verità, cioè che non ci sono i fondi per pagare e quindi devono in qualche modo tagliare?
Spero che tutti gli agricoltori, i tecnici e i rappresentanti dei CAA vogliano e possano opporsi a questa situazione di ordinaria burocrazia come anche Lei la definisce.
La situazione è ormai grave: prima della “tristeza” bisognerebbe estirpare l’intero apparato burocratico - governativo.
In questo caso dovrebbe trovare applicazione la procedura per "errore palese" di cui alla Circolare 5-8-2013 ed alla Nota Interpretativa della Comm. Eu. n. 2011-09.
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