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La nuova PAC 2014-2020. La collina dei Peloritani: voltiamo pagina

Il collega dott. for. Ettore Lombardo ieri mi ha invitato a scrivere su questa nuova pagina Facebook "La nuova PAC 2014-2020. La collina dei Peloritani: voltiamo pagina" (clicca qui), un pensiero "di apertura".
Riporto qui sotto ciò che ha scritto all'apertura di questa pagina Facebook, ed una serie di commenti, compreso il mio.

La nuona PAC può e deve essere applicata nella collina dei monti Peloritani. Credo sia un obbligo morale per le future generazioni.
Noi tutti abbiamo un grande obbligo morale. Vivere in un territorio dove è possibile condividere il nostro e il fututo delle nuove generazioni. Tutto dipende da noi. Anzi: tutto dipende dall'uomo, di chi ha in mano le sorti della politica del territorio. La nuova PAC è indirizzata alla valorizzazione e allo sviluppo sostenibile dell'agricoltiura e più in generale dell'economia. Si tratta di approntare le basi per la crescita sociale e culturale delle popolazioni che vivono nelal bassa e media collina del territorio dei monti Peloritani e che dalla metà del secolo scorso sono stati abbandonati. Prima ancora erano fonte di vita e reddito per una larghissima porzione di popolazione umana. Oggi sono solo superfici marginali e degradate: "Terra di nessuno". Credo che tutto è possibile e tutto dipende da noi.

Mio commento
La nuova PAC.
Difficile indovinarne ed indicarne le linee.
Compito gravoso, ma altrettanto allettante.
Ogni cosa nuova è piena di spinte; ogni cosa nuova ti mette in moto l'entusiasmo e ti fa pensare e ripensare.
Ma qui, stavolta, c'è di bisogno che tutti, dico tutti, ci rimbocchiamo le maniche, come mai fatto finora.
Ogni qualvolta sbuccio un'arancia, penso ad ogni spicchio che mangerò. Ogni spicchio è differente, nelle forme, nelle dimensioni, nel colore, nella "grana", nel sapore. Eppure è pur sempre un'arancia.
Allo stesso modo è indispensabile l'apporto di tutti, è indispensabile che ogni "spicchio" di nostra professionalità sia messo a disposizione di tutti.
Solo così, e con grande umiltà, potremo definire un nuovo percorso, potremo indicare la strada agli agricoltori ed accompagnare il territorio a rinascere.
La Sicilia è nostra, e la nostra agricoltura è diversa da quelle di tutto il resto del mondo, non solo per il sole che ci accompagna almeno 300 giorni all'anno, ma perchè il vero sole, il vero motore di tutto è il nostro cuore. E questo nostro cuore adesso deve indicare il nuovo percorso.
Spero che tutti i colleghi prendano spunto da queste parole, e che diano ognuno il proprio contributo, nello "spicchio" professionale in cui si sono specializzati, in cui si sentono dei "leoni".
Grazie a tutti

Dott. agr. Ettore Lombardo
Grazie Corrado.
L'umiltà e il coraggio di iniziare un nuovo percorso è un obbligo verso chi fino ad oggi ha creduto di essere nel giusto o peggio agito consapevolmente in errore. Basta iniziare a riflettere, fermarsi un attimo e capire che possiamo e dobbiamo iniziare ad ascoltare, confrontarci e decidere oggettivamente nell'interesse generale. Non so se tutto questo sia un pensiero giusto o capace di far riflettere o meglio sulla giusta via. Abbiamo un territorio unico, capace di darci tutte le spezie e prodotti che vogliamo. Tutto dipende da noi: illusi uomini che pensano e agiscono opportunamente.
Io non vorrei essere così.

Dott. agr. Felice Genovese (Presidente dell'Ordine degli Agronomi e Forestali di messina)
In linea di massima sono sicuramente d'accordo, ma dovremo essere incisivi dando idee e proposte fattive ed operative, ovvero non possiamo più tergiversare e dobbiamo dare la soluzione alle problematiche, io comincerei per suddividere le zone da agricoltura sostenibile e zone da forestare per evitare dissesti ed invertire la rotta verso il bello il paesaggio il bosco al contrario del degrado cui stiamo andando, nelle zone idonee all'attività agricola tornerei a produrre quello che un tempo resero prospere e redditive quelle terre , come pomodorino da serbo fruttiferi vari tipici della zona previa azione di marketing e di conoscenza e diffusione prima sul territorio e man mano fuori dai confini provinciali cercando di creare una struttura di centralità per la raccolta il confezionamento e la distribuzione dei prodotti, ed il problema sta proprio qui secondo me, ma avremo poche speranze in caso,contrario a causa .della eccessiva frammentazione e polverizzazione territoriale

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