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Il ritorno della canapa

A fine dicembre mi ha scritto Ruggero Albanese, mio compagno di classe del Collegio Leonardo da Vinci ed architetto eclettico.
Fra una cosa e l'altra, Ruggero scusami per questo, non ho potuto pubblicare questa email; le varie "emergenze" hanno preso il sopravvento.
Oggi pubblico l'email che mi ha scritto, anche perchè domani vorrei continuare questo discorso della canapa.

Caro Corrado,
in un periodo di crisi strutturale come questo, dove l'economia è ingessata, tu, come portavoce, perché non ti fai carico di proporre, anzi obbligare, la Regione a liberalizzare la riconversione dei campi incolti o a basso reddito agricolo in coltivazione della canapa legalizzandola?
Al di la della squallida propaganda ti ricordo, e se non mi credi informati, che dalla canapa si ricavano pregiati tessuti, carta senza abbattimento di alberi, biocarburanti…………
La liberalizzazione permetterebbe ad una terra povera come la nostra di commercializzare un prodotto in "ESCLUSIVA" mondiale, con un ritorno economico IMMENSO che scaturirebbe non solo nella pura coltivazione ma anche e specialmente nell'indotto, e cioè in quella piccola industria artigianale che potrebbe fare la prima trasformazione del prodotto per gli usi industriali. Insomma con una sola liberalizzazione avremmo la fortuna di alimentare il mercato agricolo, artigianale e industriale, con un inimmaginabile aumento di posti di lavoro e un mondo più ecologicamente pulito!
Ricordo a te, per ricordarlo a tutti, che la costituzione americana è scritta su fogli di canapa.
IN PERIODI DI CRISI C'E' BISOGNO DI CREATIVITA', INNOVAZIONE E CORAGGIO!
Ruggero Albanese

Commenti

  1. Fino a quando,al governo di questo paese,avremo un branco di bigotti cialtroni incompetenti,saremo costretti a dimorare nell'oblio-altro che coraggio e innovazione-

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