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Anche le pesche in crisi

Da diversi giorni sto seguendo sulla stampa nazionale ed internazionale la situazione drammatica che stanno vivendo i peschicoltori di tutta l'Europa.
La crisi è scoppiata in Spagna, poi allargata in Francia ed è arrivata anche da noi.
Su Freshplaza se ne sono occupati tantissimo:
E potrei continuare.
Da cosa dipende questa crisi commerciale?
Sicuramente grande colpa ce l'ha, come ho sempre sostenuto, "la moltiplicazione dei prezzi". Ortofrutta acquistata ad un prezzo, arriva al consumatore a prezzi stratosferici che ne deprimono fortemente gli acquisti. E qui la colpa è di tutti quei passaggi (a volte solo tre) che effettuano un ricarico folle, da autogol!
Sicuramente c'è anche una grande, grandissima, colpa di una mancata programmazione colturale. Gli agricoltori piantano ciò che "il vicino" ha piantato e gli ha portato reddito, ma lo fanno in modo disordinato e soprattutto non tenendo conto dell'esplosione degli ettari.
Un esempio per tutti: nella nostra Regione qualche anno fa le pesche tabacchiere e alcune varietà di albicocche sono state piantate in grande quantità, all'incirca 3-4.000 ettari; tutto spinto da un gruppo che prometteva anche acquisti a prezzi supervantaggiosi.
Domande:
  • il mercato di consumo era pronto alla esplosione di queste quantità di frutto?
  • abbiamo Operatori Commerciali in quantità tale da assorbire questi frutti estivi?
  • abbiamo la manodopera specializzata per la potatura?
  • abbiamo la manodopera per la raccolta di queste quantitativi di frutta, che maturano in poche settimane?
  • riusciamo a stoccare in celle frigorifere questa frutta raccolta in poco tempo?
  • riusciamo a regimare la vendita del prodotto, al fine di non far crollare i prezzi, ma al contempo riusciamo ad immetterla sul mercato prima delle altre regioni (anche spagnole)?
Purtroppo tutte queste domande hanno una sola risposta: NO!
E dov'è finito quel gruppo che prometteva prezzi di acquisto supervantaggiosi, ma lo faceva imponendo la vendita delle piante? Sparito!
... continua domani ...

Commenti

  1. Ma come si fa a programmare degli investimenti di medio/lungo termine se in Italia continuiamo a non sapere cosa accadrà domani, dove alcune nuove leggi hanno valore retroattivo, dove non si sa a quanto ammontano le tasse... sempre più alte (unica certezza), dove il debito pubblico continua ad aumentare esponenzialmente, dove la produzione arranca e PIL stagnante e/o in recessione, consumi sottoterra, ecc. ecc. burocrazia e costi folli... si potrebbe scrivere un libro dal sapore molto amaro...

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  2. Dovevamo pensarci prima non abbiamo alibi. Le cose andavano e vanno cambiate dal basso. Noi subiamo soltanto senza reagire mai!

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