Tanti anni fa, ma proprio tanti (era il 1982) il prof. dott. agr. Sebastiano Barbagallo, a suo tempo professore Ordinario di Entomologia Agraria alla facoltà di Agraria di Catania, durante le lezioni ci spiegò sia l'inquadramento sistematico, che tutto il ciclo, l'anatomia (e di tutto e di più) delle formiche. Ci spiegò, ovviamente, l'organizzazione "sociale" il loro comportamento, ma anche come difenderci da esse.
Ma fra le cose che colpirono la mia attenzione, oltre alla certosina spiegazione del professore (che attirava sempre l'attenzione con le sue appassionanti lezioni), fu una frase ben precisa.
Il prof. Barbagallo, spiegando la stretta interazione fra le formiche e le cocciniglie e/o gli afidi, ci disse che allorquando in una pianta avremmo riscontrato delle formiche che dal terreno facevano avanti/indietro sulla stessa evidentemente dovevamo andare a ricercare dove queste andassero a "lavorare", e disse una frase che ricordo ancor oggi e che dico sempre a tutti: "la formica il viaggio a vuoto non lo fa".
Questa frase racchiude in poche parole il fatto che la formica, nella sua interazione con gli afidi o con le cocciniglie, non si sposta senza, poi, tornare "alla base" con "qualcosa".
E ... quando vediamo una o più formiche su una pianta ... è segnale evidente che lì troveremo altri insetti che stanno in qualche modo aggredendo quella pianta.
Egregio Dott. è vero!! La presenza di un andirivieni di formiche sui rami è un ottimo segnale della presenza di insetti dannosi. Pertanto a mio modesto parere, interrompere il flusso ascensionale sulle piante di questi imenotteri , e nel contempo intervenire con limitati e circoscritti interventi , mirati solo a distruggere le loro tane e a decimarne la popolazione con l’uso di fitofarmaci specifici, favorisce sensibilmente il controllo della densità degli insetti fitomizi, da parte dei coleotteri come la coccinella. Cosi operando si ottiene un equilibrio naturale senza pertanto dover abusare con dannosi trattamenti fitoiatrici a tappeto.
RispondiEliminaImportante è attenzionare i formicai ed intervenire tempestivamente.
Ho avuto la fortuna di frequentare nel 2004 le lezioni del Prof. Barbagallo, e questa frase la ripeteva sempre! E in più diceva che è inutile combattere le formiche (difficili da debellare) ma bisogna colpire gli afidi o le cocciniglie...
RispondiEliminaGentile Anonimo, purtroppo non ho mai seguito una lezione di Entomologia Agraria né tantomeno conosciuto l’autorevole prof. dott. agr. Sebastiano Barbagallo, in quanto il mio percorso di studi è stato volto a tutt’altro indirizzo. Quanto ho riportato nel commento di cui sopra, non è altro che la mera costatazione di un dato di fatto scaturito dalla mia esperienza personale in campo. Pertanto quasi sicuramente il Proff. ha ragione e i risultati della mia esperienza scaturiscono da una casuale coincidenza.
EliminaPerò, sperando non venga frainteso o accusato di arroganza, Le faccio notare che a volte, e per fortuna raramente accade, il pragmatismo empirico di certi luminari Proff. li porta a sostenere tesi diametralmente opposte alla realtà di fatto, innestando convinzioni non vere a quanti assorbono dal loro divulgato sapere. Ribadisco spero non sia questo il caso.
D’altronde sé così non fosse oggi saremmo tutti convinti che la terra è piatta e posta al centro dell’universo… MA!! .. non solo sappiamo che è tonda “eppur si muove….(G.G.)”