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Ryanair andata e ritorno ... il ritorno 2°

E finalmente alle 18.00 ci si "imbarca" .
Tutti in piedi e, come sempre, i soliti furbetti che stavano seduti nelle poche sedie a disposizione per il volo verso altra destinazione e che si infilano nella fila a spintoni.
L'orientale è sparito, forse aveva un altro volo ed era lì solo per mostrare i suoi piedi.
Saliamo sui bus e veniamo portati alla base dell'aereo.
Appena saliti la solita storia di chi sale davanti per andare dietro, e chi sale dietro per andare davanti.

 

Quando sembrava che la fila n. 18 fosse ormai "assestata", ecco che ad un signore, quello della foto, viene richiesto di spostare il suo soprabito ed un piccolo zaino dalla cappelliera.
Non l'avessero mai fatto! Apriti cielo!
Innanzi tutto interviene lui dicendo "no, ho pagato il biglietto col posto per il mio bagaglio a mano"; la moglie parte in quarta "abbiamo messo le nostre cose e non toccatele affatto". Parte anche il figlio sventolando il biglietto aereo "siamo alla fila 18, abbiamo pagato i biglietti e non ci spostiamo".

Insomma il signore seduto accanto al corridoio ha mugugnato tutto il tempo, e fino al decollo. Ma nel frattempo, vista la tensione, non solo non ha attaccato la cintura di sicurezza, ma nemmeno le hostess l'hanno mai rimproverato.
E tutto il viaggio lo ha compiuto senza cintura di sicurezza.
Finalmente si arriva a Catania.
La pista si sa è corta, ma non poi così tanto. Infatti, se tutti i piloti la usassero in tutta la lunghezza non ci assisterebbe alle frenate "a timpulata" (a ceffone), perchè di questo si tratta!
Il pilota, non appena l'aereo è atterrato, ha frenato con tanta decisione che siamo stati tutti "sparati" contro i sedili posti innanzi; e tutto ciò ... solo per poter effettuare la manovra di rientro verso l'aerostazione.
Alla fine l'aereo è stato portato "a San Giuseppe la Rena". Due autobus per 165 persone, stretti come le sardine, tanto da non doversi tenere per rimanere in equilibrio.
E l'autista riteneva di essere in tangenziale, anta era la velocità con la quale rientrava verso l'aerostazione; ma ad ogni sobbalzo il saltello era tale che il nostro intestino ha gridato "grazie" per l'ennesima riattivazione della peristalsi intestinale.
Arrivati innanzi alle porte di ingresso dell'aerostazione, quelle che fanno accedere dal lato pista, ecco che l'autobus si ferma, attendendo che quello arrivato prima del nostro viene fatto svuotare.
L'autista parla al cellulare di fatti suoi. Siamo e restiamo fermi, col motore in moto.
Ad un certo punto un signore, con accento fra Catenanuova e Regalbuto, dice "Au! c'ja vò finiri di parrari o telefunu e rapi sta potta?" (traduzione: senti, vorresti terminare questa telefonata e ci consenti di scendere aprendo le porte dell'autobus?).
Dopo di lui una decina di persone ripetono all'incirca la stessa cosa, e cominciano a sbattere sul vetro che ci divide.
Sembrava di stare in quello sketch di Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, quello "u muluni, a potta" (il melone, la porta).
Non appena l'autobus innanzi a noi ha terminato lo scarico delle persone, ecco che il nostro autobus riparte e ... fa ancora una cinquantina di metri ... e si ferma innanzi le porte di accesso. In effetti l'autobus precedente non si era fermato al posto giusto; quindi abbiamo assistito alla "carovana di natale", formata non da i soliti tre re magi, ma da una settantina di "re magi".
Ahhhh! In aeroporto ... finalmente .... dopo solo un'ora e mezza di ritardo ...
Ehm, no!
Adesso viene l'ultima fatica: il recupero dei bagagli.
Nastro n. 1. Eh, sì, ma nel nastro numero uno sono convogliati ben tre voli, quindi ... l'aereo si autoreplica attorno al nastro trasportatore che ... era in ferie!
Ma solo dopo venti minuti i bagagli arrivano, ed il viaggio si può ritenere concluso, tranne che l'uscita avviene con difficoltà perchè innanzi le porte di vetro automatiche è stata realizzata una "barriera umana", tutti a cercare di parenti, tutti a spingere verso l'interno, come se il flusso non fosse verso l'esterno ...
Ultima chicca: il parcheggio ... prevede solo la cassa automatica, nella quale non possono essere inserite monete, non può inserirsi un bancomat, una carta di credito, solo "carta moneta". Ma a ciò ormai sono abituato ... e viaggio preparato.
La capannella di persone senza soldi in "carta moneta" era lì a "sdilliriare" (lamentarsi ad alta voce inveendo contro i gestori).

Europa dove sei che non ti vedo, esclamazione che calza a pennello.

Commenti

  1. Dopo avere letto l'appassionante giallo o thriller a puntate "Ryanair andata e ritorno" ho da fare solo una semplice e banale considerazione. In questa "nostra Italia", perché tale è che quotidianamente facciamo i conti con gli infiniti disservizi e problemi, be fare anche la qualsiasi cosa in maniera civile e normale è diventato quasi impossibile. La cosa brutta, secondo me a parte il caso in questione, che gli stranieri rimangono traumatizzati dall'esperienza italiana e non tornano più! Questi e altri purtroppo sono i comitati di benvenuto che riserviamo agli stranieri e i biglietti da visita che gli consegniamo direttamente brevi manu.

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