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Rapporto filiera sporca

Ricevo e pubblico

Partecipazione del Distretto al seminario sul rapporto Filiera Sporca

Il Distretto su invito dell'Università di Palermo ha preso parte , nei giorni scorsi, al seminario dedicato alla presentazione del rapporto " Filiera Sporca gli invisibili dell’arancia e lo sfruttamento nell’anno di Expo 2015”, documento realizzato dalle associazioni Da Sud, Terra! Onlus e Terre Libere con il contributo di Open Society Foundation che fa luce su casi di sfruttamento di braccianti nelle campagne di Sicilia e Calabria. 




A tutti i sottoscrittori del Patto di Sviluppo del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia.

Si informa che, come anticipato nei giorni scorsi, il Distretto Agrumi di Sicilia, invitato dall’Università di Palermo (Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali) ha preso parte nei giorni scorsi al seminario dedicato alla presentazione del rapporto “Filiera sporca: gli invisibili dell’arancia e lo sfruttamento nell’anno di Expo 2015”, documento realizzato dalle associazioni Da Sud, Terra! Onlus e Terre Libere con il contributo di Open Society Foundation, che fa luce su casi di sfruttamento di braccianti nelle campagne di Sicilia e Calabria.

Alcune notizie sul Rapporto “Filiera Sporca”

Promosso dalla CGIL, il rapporto è stato realizzato nella primavera del 2015 e presentato ufficialmente alla Camera dei Deputati il 24 giugno scorso (LEGGI: agenzia di stampa Adnkronos).

Il Distretto ha accettato di buon grado l’invito del prof. Paolo Inglese (coordinatore del Consiglio Interclasse Pta, Università di Palermo), a partecipare al seminario con l’unico obiettivo di poter testimoniare ai partecipanti la vera realtà della filiera agrumicola siciliana e scongiurare facili pregiudizi.

In tal senso, dopo averlo letto e studiato, riteniamo codesto rapporto incompleto, sotto il profilo della documentazione e del contributo dei vari attori della filiera, ma anche ingiusto nei confronti di un comparto - e delle sue migliaia di addetti - che da anni con i coordinamento del Distretto Agrumi cerca faticosamente di valorizzare ogni segmento produttivo.

Abbiamo direttamente coinvolto due aziende: il Consorzio Tardivo di Ciaculli (realtà che opera in un territorio molto difficile e i cui evidenti risultati sono frutto di grandi sacrifici) e Pannitteri, azienda intervistata dagli stessi autori del rapporto.

Non era presente, a Palermo, alcun rappresentante di Cgil. Fatto che abbiamo sottolineato nel corso del nostro intervento al seminario e durante il quale abbiamo illustrato ai presenti tutto quanto c’è di positivo nella filiera e ricordando che non si può generalizzare e bollare un comparto liquidandolo come una “filiera sporca”, senza mettere in luce quanto di positivo esista o sia stato fatto in questi anni dagli addetti (produttori, commercianti, trasformatori) a garanzia del consumatore, della comunità e più in generale dell’ambiente, patrimonio comune.

Strategico il contributo di Giovanni D’Agati (Ciaculli) e di Salvatore Pannitteri che alla platea di Palermo hanno evidenziato le complesse criticità nella gestione dell’impresa agrumicola in Sicilia. A incidere, infatti, sono gli elevati costi di produzione e la gestione complessiva di una filiera che, dovendo fare i conti con la marginalità geografica della regione, vede ridurre i guadagni e, più in generale, la competitività sui mercati nazionali e internazionali.

Di seguito la dichiarazione della sottoscritta alla stampa presente al seminario: 

“Per quanto possa essere interessante il rapporto, la filiera non ha gradito questa focalizzazione sull’arancia e sugli agrumi in genere che rischia di indurre l’opinione pubblica a fare di tutta l’erba un fascio. Non è assolutamente questa la realtà delle cose che dovrebbe essere certamente approfondita e analizzata da tanti altri punti di vista. Avremmo voluto confrontarci anche con chi oggi, purtroppo, non ha partecipato all’incontro. Il Distretto Agrumi di Sicilia è stato presente. I partner del Distretto hanno siglato il Patto per individuare le azioni necessarie al reale sostegno delle imprese della filiera, promuovendo i principi della legalità, onestà e coesione. Il Patto di Sviluppo vuole essere anche un patto “etico” volto alla crescita culturale e all’innovazione del sistema; dove ciascuno prenda consapevolezza di fare parte di un progetto più ampio che difficilmente può essere contenuto all’interno del perimetro aziendale ma che si realizza nella confluenza di obiettivi, risorse, idee e azioni provenienti da tutta la filiera”.

Si rimane a disposizione per ogni ulteriore approfondimento

Cordiali saluti


Presidente Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia
Dott.ssa Federica Argentati

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