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Lettera da Agrumigel - la risposta

Riguardo al post di ieri "lettera di Agrumigel", pubblico la risposta che il sig. Imbesi ha dato.
Ringrazio il sig. Salvatore Imbesi per la precisazione e per "non essersi nascosto dietro ad un dito", cosa che fanno quasi tutti, ovvero leggono le proteste, e poi fingono di non saper nulla ...

Riporto in "copia/incolla" la risposta:
Gentile Dott. Vigo
Ritengo che travisare tra le righe un concetto sia cosa probabile,lo è ancora di più quando non si conoscono le circostanze e gli interessati.
I produttori,purtroppo stanno affrontando una stagione, straordinariamente pessima, questo è stato l’anno “delle cortesie” e delle umiliazioni, dove appunto ciascun produttore chiedeva cortesemente di poter scaricare la merce presso gli stabilimenti industriali per via dell’esubero di prodotto, chiedendo in cambio dei miseri compensi, situazione che ha allettato non pochi predatori, ma non stiamo qui a sindacare su questo.
Ritengo che le classi professionali e quelle politiche vicine al settore non si siano mosse in nessun senso, tranne che,con il loro intervento ad Incontri e Convegni e recitare i soliti piagnistei.
Mentre chi scrive ha messo a disposizione l’azienda da quattro anni per cercare di fare aggregazione e filiera, ricevendo sempre rassicurazioni, con fatti concreti essendo il primo sottoscrittore del contratto di filiera con l’assessorato e già dal mese di Gennaio di questo anno io personalmente mi facevo promotore del messaggio,”il settore è in crisi e se nessuno si mobilità per andare incontro a ciò il mercato arriverà al collasso”. 
Purtroppo questo messaggio più volte da me riproposto non è mai stato ascoltato e ciò che era presumibile si è avverato,nonostante l’azienda che io rappresento abbia ad oggi trasformato 80.000 Tonnellate di sole arance ed aver ritirato dal mercato quantità considerevoli di ibridi pagandoli allo stesso prezzo delle arance.
Questo solo nel rispetto dei produttori ai quali sono stati incentivati a produrre delle varietà di ibridi senza che venissero fatti tutti gli adempimenti burocratici che permettesse loro,la commercializzazione del prodotto fresco e la successiva trasformazione e finalizzazione del prodotto da questi ottenuto.
Cordiali Saluti
Salvatore Imbesi

Commenti

  1. Caro Corrado ho letto entrambe le lettere pubblicate da Imbesi, premetto di non sapere chi sia, onestamente devo dirti che già dalla prima traspariva il malessere dello, probabilmente la frase non "meritate......" è stata interpretata male in quanto esposta male. Sono certo che il senso della frase contemplava il concetto che gli agricoltori non meritano di fare i mendicanti per avere ritirato il prodotto ed essere pagati. Poi se vogliamo vedere il marcio in ogni cosa perché esasperati da una situazione a dir poco catastrofica è un'altra cosa. C'è solo una certezza in tutto questo, la totale disgregazione del comparto, l'assoluta supremazia della GDO che con la sua politica scellerata sul fresco, ha creato anno dopo anno la svalutazione dei nostri prodotti, l'assoluta inadeguatezza di una classe commerciale fatta da speculatori ciechi, famelici contro i produttori, proni solo al buyer di turno. Ma alla base ci sta la nostra, ahimè, ormai anacronistica perseveranza nel stare a guardare, nel non fare, nel non collaborare; è il nostro DNA, solo una mutazione genetica o una manipolazione transgenica può salvarci. Tutto disorganizzato, tutto fatto senza rigore logico produttivo. Abbiamo l'ennesimo esempio ai nostri occhi. Oggi il limone si vende a prezzi eccezionali sia fresco, ma soprattutto industria. Ebbene c'è la corsa al reinnesto come se questa manna dovesse piovere dal cielo per altri decenni. Ognuno fa quello che vuole senza una programmazione, senza chiedersi del perché, cosa sta succedendo, tutto ciò da cosa dipende. Insomma la solita solfa è colpa del politico, del commerciante di turno, ma nessuna si gira e guarda tutte le c....... che ha fatto. Il concetto bisogna fare filiera quante volte è venuto fuori? Quanti convegni sono stati fatti? Quante belle parole? Risultato?

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