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Limoni: prezzi folli

Ieri sera su Facebook il dott. agr. Franco Carpinato ha pubblicato questa foto, aggiungendo questo commento: "Foto freschissima da Londra. Guardate a quanto vendono i limoni siciliani al kg...... 9'95 sterline, ovvero € 12,57.....attendo urla dal web...".

Siamo alle solite!
La moltiplicazione dei prezzi attuata nei vari passaggi è folle!
Il prezzo esagerato del prezzo al consumatore riduce drasticamente i volumi di vendita, ed il tutto si ripercuote, alla fine, sul produttore.
Nel caso dei limoni assistiamo comunque a prezzi abbastanza sostenuti nelle campagne, ma pur sempre rimane ingiustificata la moltiplicazione dei prezzi!
Nel caso di arance (meglio non parlo) dei carciofi, dei pomodorini di Pachino, delle lattughe, ecc., la moltiplicazione dei prezzi dal produttore al consumatore è una follia totale: un autogol!

Urge un intervento legislativo che imponga la doppia prezzatura sui cartellini di vendita: il consumatore deve sapere a quanto compra il prodotto ortofrutticolo, ma soprattutto quanto di quei soldi spesi vanno realmente al produttore!

Commenti

  1. La doppia prezzatura sui cartellini di vendita non credo possa dare i risultati sperati. Chi garantisce il consumatore, che quanto riportato in targhetta corrisponde a verità? Chi certifica che quanto riportato in targhetta corrisponde a quanto ha realmente percepito Corrado Vigo produttore?? Secondo il mio modesto parere, il prezzo sulla pianta lo deve stabilire il produttore non il commerciante o chi per lui. Non credo che un produttore, stupido quanto si voglia, possa decidere di vendere il suo prodotto a 5 centesimi/kg, quando per produrre ne investe circa 23 cent/kg. Fin quando il prezzo lo fa e lo impone il commerciante non ci sarà pace per chi produce, e ogni buon proposito di crescita va a farsi benedire, con o senza doppio prezzo imposto sulla targhetta.

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  2. il problema è il consumatore stesso o se si preferisce il modello attuale di commerce odierno. L'aumento della forbice produttore/utente finale è nello stesso meccanismo. Una volta, quando non c'era la grande distribuzione, (fermo che il commerciante ci guadagnava comunque bene) insacchettava lui il prodotto al consumatore, distribuendo, diciamo equamente, i frutti malconci un po' per uno. Nell'attuale sistema distributivo, oggi largamente in uso da nord a sud, non so se siete mai andati in un super/iper mercato ecc, noi scegliamo la merce, e prendiamo solo i più belli (o quelli che crediamo tali) dopo averli maneggiati scartati bene bene. Il mezzo marcio non lo prendiamo ovviamente, e neppure quello bruttino, maneggiamo, tocchiamo, tostiamo la sodezza, ecc ecc ecc. Alla fine almeno 1/3 della cassetta rimane sul banco e riportata in deposito per essere cestinata (o per i poveri). Quindi il prezzo di vendita della grande distribuzione è aumentato a prescindere da tutto da ciò, la vendita di 2/3 del cassettino, deve coprire non solo il prezzo pagato per i 3/3 ma anche il personale banco frutta, alla cassa, pulizie, e alla fine offrire anche un guadagno alla direzione pure!

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