Nei giorni scorsi si è dato grande risalto, forse anche troppo, all'accordo commerciale Italia/Cina per l'esportazione di arance siciliane in cina tramite aereo.
Premesso che ogni e qualsiasi sbocco commerciale per i nostri prodotti è il benvenuto, vorrei richiamare qui i quattro post che ho scritto nel maggio 2017, e di cui riporto i link:
Riporto pure (in "copia/incolla) il contenuto di un post pubblicato sul profilo Facebook del prof. dott. agr. Giuseppe Barbera, professore ordinario di Colture Arboree all'Università di Palermo, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali.
Si chiama la “Grande Cecità” quella che non ci consente di vedere in che precipizio stiamo cacciando noi, i nostri figli e tutto il pianeta. Di Maio, e il suo rappresentante locale, sono felici perché adesso esportiamo in aereo le arance in Cina. Martina protesta, siamo stati noi per primi a permetterlo. Si contendono il merito di esportare arance in Cina, Ora, l’arancio ha nome botanico Citrus sinensis. Sinensis, cioè cinese. la Cina è la patria dell'arancio. I cinesi lo sanno bene visto che sono il terzo produttore al mondo (14,4 milioni di tonnellate nel 2013). Noi siamo al nono posto (1,7). E’ un mondo molto stupido e cieco quello che gioisce perché le arance in aereo (emissioni di CO2, cambiamenti climatici…) arrivano nel paese che per primo e di più le produce. Si dirà: ma sono le magnifiche arance Tarocco e la Cina non produce arance rosse. Errore!. Le produce e l’Università dello Hunan ha da qualche anno in coltivazione varietà rosse (le chiamano Lido Blood Orange) introdotte dall’Italia. Quindi tra pochissimi anni è presumibile che saranno loro ad esportare in Italia. Ma noi, adesso, ciechi e stupidi, esultiamo e, per gli agrumicoltori italiani, per quelli che si prendono cura dei paesaggi agrari più belli del mondo, spendiamo solo chiacchiere.
... domani continua ...
È la vittoria di Pirro
RispondiEliminaE vabbè ma se richiedono... finché le richiedono... che ci fanno schifo i loro soldi? Siamo un Paese in crisi... invece di buttarle... meglio esportare!
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