Nel periodo "nero" del coronavirus, ovvero in quel periodo in cui c'è stato l'isolamento forzato a casa, il consumo di frutta e verdura è aumentato di circa il 18-20%, a leggere alcuni dati forniti dall'Ismea.
Abbiamo assistito all'aumento, spesso ingiustificato, dei prodotti ortofrutticoli nelle così dette "botteghe" di città, che hanno "ritoccato" i prezzi in alto approfittando del fatto che era più facile approvvigionarsi da loro che fare lunghe ed estenuanti file ai supermercati.
Non tutti questi rialzi di prezzi, però, sono andati anche ai produttori, che nel periodo di "lockdown" hanno continuato a lavorare per garantire la produzione primaria.
E però ... mentre in quel periodo i controlli di chi usciva di casa senza motivazione alcuna erano continui, nessun controllo vi è stato sugli aumenti di prezzi ingiustificati.
E, per finire, non so se vi siete accorti che alcuni prezzi, rialzati durante il lockdown, non sono tornati "al punto di partenza", ovvero sono rimasti più alti di qualche mese prima ...
Egregio dott., fino a quando c'è chi acquista a prezzi più alti, di sicuro non ci sarà "bottegaio" che li abbassi.
RispondiEliminaE se si deprime il mercato!?
Ai "bancarellari" si fa un favore, movimentano meno merce avendo comunque lo stesso guadagno, nella più totale indifferenza delle istituzioni.