Ho ascoltato con molta attenzione le parole del prof. Mario Draghi, relative alla riapertura di molte attività commerciali secondo un "rischio calcolato", così come immagino le enormi difficoltà economiche di tutte quelle categorie di persone, professionisti compresi, che sono state messe in ginocchio dalla pandemia, senza peraltro aver ottenuto in un anno un giusto ed onesto "ristoro" (come lo chiamano loro), così come vedo le difficoltà nella didattica a distanza dei ragazzi (mia figlia in primis).
Mi pongo, però, il problema se la nazione è pronta ad una riapertura e se ciò, invece, non causerà una serie di contagi a catena, ben peggiori di quelle aperture e chiusure a singhiozzo.
Forse una chiusura seria di una ventina di giorni, da realizzarsi uno o due mesi or sono, sarebbe stata più proficua, anche perchè i vaccinati sono pochi, molto pochi, mentre coloro che pensano di essere "invincibili", e non usano le protezioni basilari, sono molti, moltissimi, tant'è che ormai mezza Sicilia è in zona rossa, come mostra la mappa che pubblico qui a fianco, estratta dal sito internet della Protezione Civile.
Però siamo ancora ben lontani dal poter dire "abbiamo vinto", e chissà per quanto tempo ancora dovremo subire l'aggressione del virus.
A mio modesto avviso, giunti i vaccini, bisognava chiudere tutto (ma seriamente), mettersi a vaccinare notte e giorno e solo quando si fosse vaccinata più dell'80% della popolazione si sarebbe iniziato a pensare a come rimettere in moto la società.
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