Cerco di fare un piano di concimazione con il mirabolante METAFERT.
Ecco che succede una cosa alquanto strana: il sistema, che non è mai stato in campagna, come chi lo ha progettato e realizzato, e forse come chi lo ha commissionato, mi dice che devo apportare 80 unità di fertilizzante azotato.
E fin qui nessun problema, eccezion fatta per il tempo impiegato per inserire i dati .... ecc...
Ma scopro che dopo aver fatto il favino da sovescio nell'agrumeto (senza tener conto dei danni che ho fatto ai frutti mentre lo seminavo con le arance appese, e senza tener conto dei danni che ho fatto per l'operazione di sovescio con le arance mature, e dopo un inverno piovoso con l'ulteriore danno di costipare i terreni saturi di acqua) l'apporto in unità di azoto è pari a 120.
E allora che faccio? Come tolgo le 40 unità? Mi sembra di fare la "bricola pazza".
Nel frattempo l'agricoltore mi dice "duttureddu, ma non ci mittemu nenti?"
E ... rigidamente rispondo che il METAFERT ci impone di togliere 40 unità di azoto, ma nonostante 25 anni di esperienza in campo da agronomo, e 30 da agrumicoltore, la cosa non mi è mai capitata, e non so proprio come fare!
Una figuraccia causata da un software che ... non va in campagna, mentre noi si!
E allora che si fa?
La soluzione la trova lui, l'anziano agricoltore: "compro il concime con lo scontrino fiscale, così non lo sa nessuno!"
E bravo il METAFERT che ti costringe a fare "l'abusivo"!!!
Complimenti a chi ha fatto questo software!!! Ma proprio bravi!
E l'Ordine che dice in proposito? Per adesso nulla!
ma sono tutte minchiate: il metafert, la condizionalità (che invece come concetto ritengo giusta e sacrosanta) la dia e tutte le altre amenità partorite dalla burocrazia. Sono minchiate perche poi mangiamo prodotti provenienti da paesi dove tutte queste "carte" non esistono, i nostri mercati ne sono letteralmente invasi. Anzi è proprio il basso impatto della burocrazia e dei controlli uno dei motivi che spinge le imprese europee a produrre in quei paesi. E tutti i principi attivi vietati in europa e ancora venduti in quei paesi? ne vogliamo parlare?
RispondiEliminaVoi agronomi di questo passo diventerete gli ennesimi parassiti delle nostre campagne; tutti timbro e burocrazia... tutti chiacchiere e timbro.
A parte le licenze poetiche che ti sei concesso bimbo_scemo non concordo asolutamente con te. La tutela dei consumatori attraverso il controllo della qualità dei prodotti e del rispetto delle condizioni ambientali e imprenscidibile. L'unica cosa che si può cercare di fare e tentare di imporre anche ai Paesi terzi che importano in Europa il rispetto delle norme al cui rispetto sono tenuti gli agricoltori Europei.
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