In questo mese si sta effettuando ancora la potatura degli agrumi, una delle operazioni più costose dell'intera conduzione agrumicola.
Se effettuata con cadenza biennale il costo si riduce, poichè i rami da asportare saranno certamente inferiori della potatura necessaria nel caso di cadenza triennale.
Eccezione fanno le varietà bionde, che (tranne il valencia), hanno una produzione limitata di vegetazione. Il tarocco, invece, è quello che fa più vegetazione in assoluto, e quello che costa di più potare.
La potatura più "leggera", inoltre, favorisce la riduzione dell'alternanza di produzione, tipica degli agrumi, ma assai presente nei mandarini.
I rami, gettati per terra, vengono di norma triturati con un trincialegna meccanico, ma quando sono di ridotte dimensioni, nel caso di potature con cadenza biennale o annuale, vengono macinati con lo stesso frangizolle durante le lavorazioni del terreno, evitando il costo del trincialegna.
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
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