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Pugnalate contro legge

coltello_schiena-6Dopo la “pugnalata ferragostana” (non ancora risolta del tutto), ecco che una pesante pugnalata alle spalle sta per essere inferta nuovamente alle spalle degli agricoltori.
Il 20 maggio u.s. nella GURS veniva pubblicata la Legge n. 6, la Finanziaria Regionale, e all’art. 18 il Legislatore regionale intendeva risollevare le sorti delle aziende agricole con passività; il tutto al fine di riavviare un settore in crisi.
Ecco l’art. 18:
1. La Regione sostiene la ristrutturazione e la riorganizzazione delle imprese del settore agricolo aventi sede nel proprio territorio. Sono beneficiarie dell'intervento le imprese agricole, singole o associate, rispondenti ai requisiti soggettivi di cui all'articolo 2135 del codice civile.
2. La Regione concede contributi per il pagamento degli interessi sui prestiti di esercizio, comprese le passività arretrate, e per il consolidamento delle passività onerose gravanti sulla gestione e derivanti da operazioni creditizie in essere, ai sensi dell'articolo 1, comma 1ter, del decreto legge 20 maggio 1993, n. 149, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 237, e fornisce le garanzie sussidiarie o le controgaranzie a supporto di quelle già offerte dai confidi in favore degli istituti di credito, ai sensi della vigente normativa regionale.
3. Il concorso della Regione nel pagamento degli interessi è pari alla differenza tra la rata semestrale o annuale, calcolata al tasso di riferimento, e la rata calcolata al tasso agevolato, pari al 30 per cento del tasso ufficiale della Banca centrale europea, vigenti alla data di adozione del provvedimento di concessione. Il contributo è erogato agli istituti in rate semestrali o annuali, costanti e posticipate, alle scadenze fissate dai contratti. medaglia

Questo articolo, come tutte le leggi destinate ad aiuti ad aziende in tutti i settori produttivi, per non infrangere le norme Europee sugli aiuti di Stato doveva essere notificato all’Unione Europea entro 90 giorni, e gli Stati Membri avrebbero avuto ulteriori 90 giorni per fare osservazioni. Allo scadere dei 90 giorni se nessuna osservazione fosse stata eccepita, l’articolo poteva applicarsi “sic et simpliciter”, se, al contrario, entro i 90 giorni gli Stati Membri avessero fatto osservazioni, ecco che si sarebbe dovuto applicare il regime “de minimis”.
Innanzi tutto cos’è il regime “de minimis”? E’ un regime di aiuti minimo che non infrange le norme sugli “aiuti di Stato” e che per un triennio equivale, in agricoltura, a  € 7.500,00.
Ecco la poderosa pugnalata: nessuno ha notificato questa legge, o comunque gli articoli che a noi interessano, all’Unione Europea, e dal 20 di maggio sono passati ben 128 giorni, e pertanto notificando oggi questi provvedimenti si incorre in pesanti sanzioni.
Ecco che, a dispetto della volontà del Legislatore Regionale, a dispetto delle aspettative delle aziende agricole, a dispetto delle attese delle banche con centinaia e centinaia di aziende con grosse esposizioni … l’articolo di Legge è del tutto inapplicabile, se non nella misura “de minimis”.
Ho fatto quattro conti; con € 7.500,00 di concorso negli interessi … si riescono a ripianare solamente € 18.800,00! Una miseria.
E se è vero che il “de minimis” è triennale, non esiste allo stato attuale una norma europea che ne prevede un utilizzo, o una sorta di “prenotazione a consumo”, per il ventennio nel quale si interviene con il ripianamento delle passività, per cui chi volesse applicare l’articolo n. 18 della Legge Regionale 6/2009 … può farlo solo per “tinti e fitusi” € 18.800,00.
A questo punto l’Assessore Michele Cimino, ancora silente su tutto ciò che ci colpisce sonoramente, dovrebbe avere il coraggio di dirci chi ha mancato nei suoi adempimenti burocratici, e che vuole fare per non affossare gli agricoltori, con una Legge … votata anche da lui a suo tempo!
Perchè devono succedere queste cose così vergognose?

Commenti

  1. Caro collega, l'Assessore come si evince dal sondaggio, certamente è responsabile, non per niente candidato unico ad ottenere l'ambito "zero".
    ma che dire dell'esercito dei 500 agronomi dirigenti e dei 3000 funzionari dell'AAFF?

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  2. Questo Califfato di Sicilia è ormai agli sgoccioli ed il pasdaran (si fa per dire) Assessore CIMINO ha completato l'opera per la sua incapacità, inettudine e corredata dalla inefficienza dello staff burocratico.

    E' meglio chiudere le porte aziendali a detti incapaci ed aumentare il GW dando alle fiamme la propria azienda !

    RispondiElimina
  3. Dare alle fiamme l'azienda è un'ottima soluzione, così gli avvocati guadagnano più soldi, però contro ........

    RispondiElimina
  4. ma chi é CIMINO???
    non lo conosco!!!

    RispondiElimina

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