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Il mercato del contadino

3019075291_705698d78cIeri a Catania in Piazza verga c’è stata nuovamente la manifestazione “Il Mercato del Contadino”, dove con prezzi normali ognuno poteva acquistare i prodotti messi in vendita dagli agricoltori, annullando tutti i costi relativi alla filiera. Minori costi per gli acquirenti, maggiori entrate per gli agricoltori. Unico neo: quanta produzione si può “esitare” in questo modo? Può il “sistema” reggere le sorti di una economia aziendale? Non credo. Si può vendere molto poco, anche se l’affluenza è grande, perchè siamo tutti scocciati: sia i produttori che i consumatori. I ricarichi dal produttore al consumatore sono a dir poco folli. Bisognerà studiare un sistema per controllare i ricarichi, e comunque per non farsi “strozzare” dalla GDO, che è il vero problema per tutti!

Commenti

  1. il mercato del contadino è ridicolo. Forse ci vogliono strutture più agili ma meglio organizzate. Cosa fanno tanti " bamboccioni siciliani che aspettano l'obolo del padre per fare i vagabondi? Forse manca il lavoro? Credo che manchi la volontà.E il caso dei mercati locali che potrebbero essere aggregati anche ai supermercati con diritto a pagare un canone più equo potrebbe offrire una soluzione al commercio più civile e proficuo per gli agricoltori. Non parlo di commercio solidale perchè usando quella parola si richiamano vere e proprie truffe.

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  2. linarena: e poi la parola 'commercio solidale' fa tanto paese del terzo mondo! non verrebbe mai accettato.

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  3. Il migliore sistema è quello di affiancare,specialmente per la frutta e la verdura giornaliera, un " market del contadino " nel piazzale dell'ipermercato.

    Vedrete delle belle all'interno dell'ipermercato,circa i valori di vendita, dello stesso prodotto esposto fuori.

    Provare per credere !

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  4. Paolo Giovanni Alberto25 gennaio 2010 alle ore 12:18

    Il mercato contadino così com'è ha solo una funzione propagandistica per i politicanti di turno e per le associazioni di categoria che si mettono in mostra.
    Dal punto di vista economico l'impatto può avere significato per le aziende di piccole dimensioni che dalla vendita diretta hanno un ricavo netto notevole in proporzione al proprio volume d'affari. Nella realtà il mercato contadino dovrebbe avere valenza simbolica e culturale, stimolare insomma i consumatori e trasformarli in "consumattori" cioè persone che si interessano non solo del prezzo ma di tutto quello che precede l'arrivo sul banco di vendita del prodotto.
    Quanto al consumo equo e solidale, contrariamente a quanto si pensi, ha un bacino di utenza in continua crescita; La nascita di gruppi di acquisto aumenta costantemente e l'interesse verso ciò di cui ci nutriamo coinvolge sempre più persone. Per gli agricoltori con grandi appezzamenti che producono in quantità elevate, è chiaramente più difficile avvicinarsi a questo settore ma uno sviluppo continuo in questo ambito potrebbe portare taluni (in futuro magari tutti)a dedicare parte della propria produzione alla vendita diretta e parte ai canali consueti con maggiore gratificazione economica e non solo.
    Cononsco diverse realtà (anche piuttosto consistenti) che da anni posizionano la propria produzione sul "mercato" della vendita diretta. Il più grande gruppo di acquisto italiano è formato da circa 500 famiglie, che vuol dire 1500/2000 persone, un kg di arance di media a settimana pagate 0,80/1,00 euro settimana corrisponde a 2,4/4 vagoni di arance in un mese a 0,20 euro kg ... forse converrebbe investire di più sul settore

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