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Elezioni all’EPAP 2°

votazioni
Seconda “puntata” dell’email ricevuta dal collega dott. agr. Ernesto Guerrieri sulla vicenda delle elezioni all’EPAP, dopo la quale forse sarebbe convenuto che tutti si fossero dimessi!
Consiglio di Amministrazione
I due candidati alle cariche più importanti della cassa, hanno dimostrato notevole improvvisazione e i risultati che li hanno visti ultimi e, alquanto staccati dagli altri 4 competitors, lo sottolineano. In primis ha valso l’inesperienza di chi, forse per passati fasti di Consiglio Nazionale, forse per pretese importanti amicizie politiche, ha scambiato altre realtà per l’elezione di una cassa di previdenza professionale avventurandosi in acque mai solcate. Del tutto tardiva e improvvisata la data di presentazione dei due colleghi che, a differenza degli altri, hanno pensato che la sola Sicilia potesse garantire loro delle chances. In realtà i vincitori e anche l’amico Fabbri hanno iniziato a muoversi almeno un anno prima avendo chiaro come un risultato così importante necessita del coinvolgimento e l’appoggio di almeno 5-6 regioni. Inoltre, costoro, non hanno affidato o delegato a nessun altro i contatti muovendosi in prima persona e andando a concordare programmi e ripartizioni di squadre direttamente con le federazioni. Nel nostro caso, invece si è assistito ad uscite dell’ultima ora o peggio ad attese ordite da una federazione che li sosteneva solo a parole, vista la mancanza di autorevolezza e capacità dei propri vertici (troppi generali autopromossi, senza eserciti al seguito). Del tutto incomprensibile poi la vicenda di un candidato che, concorda di sostenere l’altro arrivando a dichiararsi “garante” dell’amico, ma che poi non si ritira ufficialmente e gli toglie (forse sarebbe meglio usare altro verbo???! – fate voi) 159 preferenze. Resta chiaro che entrambe le candidature sono state calate dall’alto con l’aiuto di chi, in Federazione, non ritiene ancor oggi di assumersi le responsabilità di tanto fallimento siciliano.
CdD – comitato dei delegati

Qui, il casus belli, assume le sembianze eclatanti del giallo siciliano, delle trame ordite per autodistruggersi. La presenza di due candidati, uno, l’amico Perricone, rispettato (a parole da molti, nei fatti da pochi) da tutta la Federazione, l’altro, il collega Greco, legittimamente candidatosi, ma in totale autonomia. Autonomia che ha deciso di mantenere non ritenendo di partecipare nemmeno alla riunione (minimo sindacale) promossa tardivamente dal Presidente di Federazione Rizzo, a votazioni già iniziate. Senza la volontà di sfasciare tutto, Perricone avrebbe di certo potuto permettere alla Sicilia di mantenere almeno un piede in EPAP. Se poi, a questo, si aggiunge la disponibilità data dai colleghi di alcuni Ordini di Calabria a votarlo, cosa per la quale solo un candidato al CIG si è adoperato (a voi indovinare chi) e che gli ha consentito di avere circa 110 voti (1) fuori regione, diviene del tutto evidente che, nella nostra terra, c’è da qualche parte qualcuno che aveva il solo obiettivo di privare la Sicilia di qualsiasi rappresentanza all’EPAP. A costui, o costoro, la nostra incondizionata ammirazione per la capacità distruttiva, e per l’assoluto credo nel motto “o noi, o morte”!! Senza titolo 1
E’ evidente che con pochissimo altro impegno e con percentuali di voto adeguate in tutte le province, anche con l’azione distruttiva di qualcuno, si sarebbe centrato alla grande l’obiettivo di portare una persona perbene e preparata alla rappresentanza nazionale.
Conclusioni
In breve cari colleghi, questo amaro sfogo nasce, prima di tutto dal fatto di aver visto la Sicilia privata di ogni rappresentanza in EPAP, nasce dalla consapevolezza che nessun siciliano potrà proseguire l’opera svolta in questi ultimi quattro anni, dove gli agronomi siciliani eletti hanno promosso e contribuito al raggiungimento di risultati importanti come i piani di riconciliazione per le morosità pregresse, i provvedimenti anticrisi con il posticipo del saldo annuale dei contributi, l’assicurazione sanitaria gratuita, le riforme di statuto, regolamento e regolamento elettorale, quest’ultimo con l’introduzione del voto elettronico che ha permesso di elevare il numero dei votanti dal 35% della scorsa consultazione a oltre il 50% di quest’anno. Nessuno difenderà la Sicilia e le difficoltà dei suoi iscritti, come nessuno potrà svolgere il ruolo di collegamento per le tante, piccole o grandi difficoltà di comunicazione tra Ente e iscritti, molte volte affrontate con l’amico Di Lorenzo, e sempre risolte.
La responsabilità piena di questi fallimenti, Conaf e EPAP, sta nell’incancrenita autoreferenzialità di questa classe ordinistica, troppo tesa ad autopromuoversi e poco attenta ai programmi. Per mio conto, ho deciso di dimettermi dall’incarico di Presidente vista l’impossibilità di poter ragionare su basi di diritto e obiettivi, atteso che, anche per l’eventuale elezione di un presidente della bocciofila siciliana degli agronomi, si sarebbe dovuto assistere allo stridulo “io, io” delle ultime due consultazioni nazionali. D’altro canto, né il risultato delle scorse elezioni per il Conaf, né, tantomeno, le recenti vicende di EPAP, sembrano aver generato senso di responsabilità visto che chi ha preteso di gestire o si è autopromosso al ruolo di ambasciatore della Federazione non ha sentito il bisogno di dimettersi in alcun modo. Né i comportamenti assunti nel dopo elezioni di entrambi i casi sembrano aver modificato idee, o proposizioni. Si è assistito e si assiste al vergognoso tentativo di saltare sul carro dei vincitori, rendendo ancor più umiliante l’appartenenza alla categoria di questa regione.
Ricordo a me stesso, che chi ambisce a diventare “la favorita del re” resta pur sempre “una mignotta” e come tale è percepita dalla piazza come dal palazzo, Re compreso.
E’ il momento di svoltare, di avere un ricambio netto della classe dirigente siciliana della categoria e, per mio conto, ho già fatto quanto in mio potere dimettendomi, adesso tocca a voi, colleghi di tutte le province, muovervi e scuotere chi, ormai da troppo tempo nelle stanze del potere, ha irreversibilmente confuso il servizio con la proprietà.
Modica
Ernesto Guerrieri ex presidente Ordine Ragusa ed ex consigliere di Indirizzo Generale EPAP.

Commenti

  1. caro collega sono fermamente d'accordo su quello che dici tu, hai la mia piena solidarietà, inoltre la federazione siciliana ed i vari ordini hanno dimostrato di non aver le palle quadrate, in quanto hanno permesso la dispersione del voto e di conseguenza la non rapresentanza siciliana agli ordini superiori.
    Questo è quello che ci meritiamo, ma dobbiamo cercare di mandarli tutti a casa, questi consiglieri e presidenti di ordine, dei federazione, ad aumentare di ordine e grado.
    anche perchè spesso sono delle persone incopetenti e presuntuosi.
    Maurizio Cutrera

    RispondiElimina
  2. l'errore non sta nell'essere consigliere di un Ordine, e come tale fare anche il componente della Federazione regionale al fine di rappresentare la categoria, ma nel voler fare "assopigliatutto" da parte di alcuni, mischiando altri interessi a quelli della nostra categoria professionale, anzi dandogli priorità.
    E' bene distinguere da quale pulpito viene la predica, non a caso la lettera di dissenso viene da uno dei candidati "trombati" o anch'egli "male organizzato".
    Forse la mancanza di forza della Federazione regionale è la sua mancata, integrale "politicizzazione"?, e in tal caso, a chi gioverebbe, alla categoria o ad altri poteri?
    Posso con sicurezza affermare che l'operato della frangia politicizzata non sta giovando certamente
    alla nostra categoria professionale, scegliendo piuttosto di paralizzare l'attività della Federazione regionale pur di non nuocere a taluni ambiti o nicchie di potere in quei meandri della politica regionale di "partito" sconosciuti ai comuni professionisti.
    Firmato LIOLA'.
    (non mi firmo perchè non cerco protagonismi, ma apprezzo la chiarezza e trasparenza d'opinione che rilevo dal Vostro sito)

    RispondiElimina

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