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Il filo spinato 2°

Cattura

Continua oggi la mail del collega.

CAA.
Questi nascono dalla costola delle organizzazioni sindacali; ma penso che la mela del peccato l’hanno mangiata già da molto tempo. Tutte le organizzazioni sindacali hanno provveduto ad aprire degli sportelli CAA per agevolare e migliorare il rapporto tra la pubblica amministrazione e gli imprenditori agricoli. Devo dire che è un nobile principio, solo che, allo stesso modo i responsabili hanno pensato bene di fare pagare agli agricoltori questo servizio, che come ben sappiamo è già da tempo ben pagato da AGEA (o meglio è ben pagato da noi intesi come coloro che pagano le tasse). Invece i nostri sindacalisti, che tutelano gli agricoltori hanno ben pensato di farsi pagare anche dagli imprenditori (molto spesso in nero, quindi non sono soldi loro quelli che AGEA gli dà) applicando percentuali applicate sui titoli, sui premi delle misure a superficie e anche sulle misure ad investimento. Ma adesso, dopo anni di pagamenti, oggi c’è la giustificazione, ovvero che adesso l’organismo pagatore non li paga più per la tenuta del fascicolo(tutti i soldi guadagnati prima non contano), quindi hanno il diritto di chiedere denaro, sia agli agricoltori che ai tecnici (novità dell’ultima ora è che se anche il tecnico compila la domanda deve pagare, perché usufruisce del servizio, ma non si può fatturare, al limite o una ricevuta non fiscale o lo fattura una società di servizi nata in seno al CAA che fa il servizio di non capisco cosa ,forse mi fornisce computer e sedia……..).
Non so come sia considerato dalla legge questo comportamento, ma a me sembra rubare o forse i malpensanti potrebbero chiamarlo atteggiamento mafiosi (mi scuso per il parolone, solo una metafora) . Non mi sembra giusto, qualcuno dovrebbe parlare, qualcuno dovrebbe far emergere il problema, forse le organizzazioni di categoria………….. ma mi sembra difficile che qualcuno si auto denunci, allora potrebbero pensarci gli ordini professionali a sollevare il problema, ma il risultato è una convenzione a metà che ti permette di compilare le domande, ma non di detenere il fascicolo, per cui sei costretto ad andare sempre al CAA, o meglio ad aprirti uno sportello (anche se non dovrebbe essere compatibile…………..ma chi se ne frega……………) e a pagare per la detenzione del fascicolo che ad onor del vero cambia in continuazione.
PROBLEMA IRRISOLTO – TUTTO TACE

SIAN
Ma forse pensandoci bene, mi sbagliavo a pensare che è il sistema che non funziona, se ci rifletto un po’ il sistema funziona benissimo, il loro sistema funziona benissimo. Il CAA si fa pagare per tenere aggiornato il fascicolo sia da AGEA che dai produttori, e come fare a giustificare la propria presenza se il fascicolo non fosse in continua evoluzione ?? del resto come diceva Eraclito con la teoria del divenire, solo il cambiamento e il movimento sono reali, per cui è possibile che quello che oggi è un appezzamento di 10 ettari domani è di 9, quello che oggi è vigneto domani si trasforma seminativo, oggi hai il fascicolo allineato e domani non lo è più. (domanda 214 con coltivazioni arboree un anno pagata perché allineata l’anno successivo le stesse superfici che legge AGEA non vanno più bene, nonostante spesso il produttore si accolli le misurazioni rilevabili sul GIS che tante volte non combaciano con quanto rilevato con frazionamenti catastali e misurazioni effettuate da tecnici con strumenti topografici). Ma anche in questo caso il problema non si pone, chi dovrebbe sollevarlo??? I sindacati, come sopra, sta volta si lamentano per il troppo lavoro, ma non denunciano, guai a rischiare la pagnotta.
PROBLEMA IRRISOLTO – TUTTO TACE

Commenti

  1. Di fronte a lettere di amara denuncia come questa dovrebbero arrivare conferme e approvazioni a valanga dagli altri colleghi e invece...anche in questo blog tutto (o quasi) tace.
    Non si trova più neanche il tempo per scrivere due righe. Mah!
    Stiamo a vedere.

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  2. Fabbri ma di cosa Ti sorprendi? Se in un Paese non ci si indigna quando un uomo dello Stato ribadisce pubblicamente la sua teoria in merito alla eroicità di un conclamato mafioso ... pensi che la condivisibile lettera di un giovane agronomo possa sollevare il popolo dell'agricoltura sia pure quella del blog?

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  3. e che ce sempre questa specie di modo di fare ,di furberia,di abitudine sicula,di stare un passo indietro,e di sperare che qualcuno si prenda la briga di parlare...anche se ci sarebbe tanto da parlare,dato che la situazione è una di quelle 'che te la sta mettendo lì,propio lì'...ci si crede di essere sperti,invece si è propio dei polpettoni....

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  4. Ma di cosa ci dovremmo indignare noi agricoltori.Un OBOLO è un OBOLO che differenza fa' se te lo decurtano,:siamo diventati strani noi italiani un minisro della republica non sapeva che apagato una casa la meta'di quanto costava e nessuno si indigna anzi.

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  5. Nel mio piccolo non ho commentato.... Ma è lapalissiano condivida praticamente tutto.
    Invece leggo oggi di un tale arrestato perchè dopo aver affittato un vigneto gli ha piantato 484 alberi di marjuana. Valore di mercato: 400.000€.
    Anzichè giocare a fare bandi farsa, a richiedere balzelli sugli aiuti, ad aumentare la burocrazia nel settore più naturale che esista: l'agricoltura! Perchè semplicemente non legalizzando queste coltivazione più redditizie?
    Ho il sospetto che a in una legalizzazione a perderci sarebbe essenzialmente la criminalità organizzata.

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  6. il perbenismo di facciata e la morale del cavolo della chiesa sicuramente danno un aiuto alla criminalità organizzata,perche finche esisterà un mercato nero di un qualcosa richiesto(fossero anche leccalecca!!)la mafia continuerà a esistere,e a gestire quel mercato con relativi introiti e moneta

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  7. Gia' perche'non ci mettiamo a coltivare marjuana e la smettiamo con il grano,con le arance con l'olio che non valgono niente.E provocatorio ma sempre piu' gente ci pensa.

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  8. Paolo Giovanni Alberto22 luglio 2010 alle ore 20:18

    già, magari con un piccolo spaccio aziendale ... ma poi arriva la grande distribuzione ed invade l'italia di erba cinese e gli agricoltori tornano a piangere ... filiera corta e rete fra produttori o non se ne esce secondo me questa è la ricetta.
    In ogni caso la mail dell'agronomo parlava di altro

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  9. Caro anonimo... prima di tutto non capisco cosa c'entri la chiesa in questa discussione... forse l'hai scritto tanto per buttare lì altre due righe in più...

    Il problema lo conosciamo tutti: tecnici, agricoltori e politici. Solo che ormai (almeno per le prime due categorie) siamo assuefatti, subiamo silenziosamente in attesa di un futuro migliore.
    Ci lasciamo illudere dalle "favole assessoriali", ma questo mondo fiabesco intanto non ci fa accorgere che abbiamo ormai l'acqua alla gola...
    Caro collega agronomo, io ormai ho perso le speranze nel sistema e nell'agricoltura siciliana; sono convinto che il clientelismo e l'assistenzialismo che lascia appena sopravvivere non permetteranno alcuna svolta... e noi continueremo a subire silenziosamente...

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  10. Se i CAA non motivano a che titolo, o sulla base di quale legge o decreto sono autorizzati a richiedere l'incasso di somme per la compilazione delle domande il cui fine, approdando agli ispettorati, rimane sempre incerto (sicuramente nessun responsabile CAA si recherà mai presso un IPA per discutere con UNFUNZIONArio sulle possibili archiviazioni delle istanze da loro prodotte o per integrare documenti tecnici o quant'altro), secondo me dovremmo invitare tutti gli agricoltori a denunciare i responsabili degli sportelli dei CAA pretendendo i danni materiali e morali.

    PS per anonimo. Spesso non si tratta di oboli. Ho notizie certe di un CAA che per compilare una domanda di 121, valutato l'importo del progetto, ha richiesto alla ditta il pagamento di 1.500 euro (millecinquecentoeuro/00) a tal'ultimo proposito vorrei sapere che cosa ne pensa l'ordine regionale e quello nazionale

    Saluto i lettori ed il dott. Vigo, Daniele.

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  11. io mi sorprendo quanto qualcuno sa' qualcosa e fa l'omertoso, mi riferisco al quel caso ove si faceva presente che un CAA per la 121 ha chiesto 1500,00 euro,- Sono un responsabile di un CAA, noi forse o senza forse saremo i più scemi, ma ai nostri assistinti non mettiamo mai le mani in tasca,non nomino il CAA per correttezza, faccio presente il contributo che da l'AGEA ai CAA e di €.17,00 ha fascicolo, e Voi che siete dei tecnici sapete benissimo,le responsabilità che ci sono, anzi ci fanno delle sanzioni,non mi dilungo perchè ci sono tante cose da chiarire e confrontarci, per quanto ci riquarda non siamo a favore dei produttori-imprenditori-coltivatori agricoli, e siamo perchè il servizio di assistenza deve essere fatto con professionalità, serietà, avendo un rapporto di chiarezzo con la categorie. saluti

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  12. Somo sicuro, ce come in tutti i settori ci siano persone che rispettano le regole com il nostro responsabile di CAA, ma sono altratanto sicuro che la stragande maggiornaza dei centri di assistenza non li rispetta per niente. Concordo a pieno quello che ha scritto il colega nella sua lunga lettera, per fermare tutto questo occorre parlare, far conoscere alle persone (imprenditori e tecnici) che questi servizi sono gratuiti e che ogni riciesta di pagamento sia subito denunciata. In questo modo, gente come il nostro amico del CAA non passerebbe per scemo, ma per persona onesta. Già siamo in 10 ad avere la stessa opinione su un problema............se ci impegnassimo potremo essere di piu, quando si è in tanti i furbetti perdono coraggio e potere.

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  13. a vitifero...la chiesa c'entra in tutto,dato che fin da piccoli siamo stati indottrinati ,e viviamo nelle regole di organizzazzione della vita umana che le istituzioni vaticane hanno pensato per noi...lei ad esempio si immaginerebbe una chiesa a favore dell'uso della droga? io no,e penso anche lei,...anzi il Vaticano,che è uno Stato con forma di governo monarchica, spenderebbe energie per opporsi alla legalizzazione,ma in questo ahimè farebbe un favore indiretto alla Mafia che ci lucra...cosa è meglio una società dove si consuma droga sotto il controllo legale e la gente viene seguita dal punto vista medico,come in olanda(gli olandesi non mi sembrano gente tinta,o sbandati alla deriva,anzi sono i primi commercianti di tutto d'Europa)o una società in cui cmq ci si droga cmq col senso del 'PECCATO' di fare una disdicevole,ed in cui la mafia prospera(piu del 60 % del fatturato di mafia s.p.a deriva dallo spaccio)?

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