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Blog sul grano duro di Sicilia 2°

L'apertura di un blog è sempre auspicabile, perchè la libertà di parola possa esprimersi da ogni angolo del mondo.
L'apertura del blog in questione, poi, è assai benvenuta, perchè essendo monotematico può aggregare persone di zone diverse, ma col medesimo interesse.
E il frumento duro di Sicilia è una "razza in via di estinzione", perchè in seguito ai costi di produzione sempre più alti, ed i prezzi volutamente (non si sa da chi e perchè) tenuti al ribasso, fanno sì che le superfici coltivate a grano vengano a ridursi di anno in anno.
E come la mettiamo con tutte le persone che nel mondo muoiono di fame?
La faccenda (o vicenda) delle sementi certificate è un'altra storia. La produzione di una buon grano, soprattutto quello selezionato, non può prescindere dall'utilizzazione di sementi certificate, perchè la purezza varietale, che contraddistingue ogni seme, è alla base della produzione di qualità elevata.
Ma c'è un "ma"! Spesso le sementi certificate hanno costi troppo elevati, e ciò perchè le multinazionali che le hanno realizzate, "affondano" il coltello sul prezzo di vendita, e ciò ne scoraggia l'utilizzazione.
Una delle cose in cui vigilare sarebbe, fra le mille altre, proprio questa: la verifica dei prezzi delle sementi certificate. Fatto ciò ... sono benvenute!

Commenti

  1. Paolo Giovanni Alberto30 marzo 2011 alle ore 10:21

    e già perchè bisogna stare al giogo delle multinazionali invece che tornare ai grani antichi siciliani non soggetti alle royalties. Timilia e Margherito ad esempio stanno pian piano ricomparendo nelle nostre terre e nelle nostre tavole ... meditate gente meditate diceva un noto consumatore di birra (sarà stata di frumento?)

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  2. Facciamo come Nichi Vendola,prepariamo la semina di un campo di marijuana,per avere successivamente le sue delicate infiorescenze femminili essiccate della pianta.

    Nei campi della località Chiesa Nuova, frazione di Polignano, la semina ufficiale della “ cannabis sativa " certificata, che contiene la sostanza psico - attiva ma nei limiti imposti dall’Unione Europea”.

    Tutto finanziato dalla Regione Puglia per 25mila euro.

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