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La PAC dopo il 2013

Ricevo un comunicato stampa dell'on.le Giovanni La Via, eurodeputato e pubblico.
La nuova PAC secondo il Parlamento europeo
Bruxelles, 23/06/2011 - "Possiamo dire che oggi l'agricoltura é più europea che mai": é quanto ha esordito l'On. Giovanni La Via subito dopo il voto del report sulla PAC post 2013 avvenuto nella Plenaria di Bruxelles.La relazione del tedesco Albert Dess ha ottenuto, infatti, il parere favorevole del Parlamento europeo.
Un'equa ripartizione degli stanziamenti della PAC per il primo e il secondo pilastro, pagamenti diretti e criteri di ripartizione sono stati oggetto di un intenso  dibattito in questi mesi. Ma anche la necessità di una semplificazione nelle procedure rappresenta una priorità laddove si tratti di accelerare la spesa agricola.
"Le nuove sfide agricole - dichiara  l'On. Giovanni La Via - che ci attendono necessitano di un budget adeguato per la PAC, risorse che vanno agli agricoltori per il benessere di tutti i cittadini europei ma vi é la necessità di nuovi strumenti, più efficaci, più semplici per gli agricoltori unitamente ad più agile accesso alle risorse e a minori oneri burocratici.
Gli strumenti di cui molto si è dibattuto sono proprio quelli di mercato, per contrastare efficacemente le ricorrenti crisi, ma anche strumenti di prevenzione e di assicurazione dai rischi tipici del settore agricolo.
Riguardo allo sviluppo rurale, con particolare riferimento alle zone svantaggiate, dall'elevato valore in termini di paesaggio culturale, conservazione della biodiversità e offerta di vantaggi ambientali, il Parlamento ha chiesto il mantenimento dell'indennità compensativa nell'ambito del secondo pilastro.
"Ma per fare ciò - conclude Giovanni La Via - bisogna evitare brusche variazioni nella ripartizione degli stanziamenti del secondo pilastro perchè gli Stati membri, le autorità locali e le aziende agricole hanno bisogno di certezza in materia di programmazione e continuità per potere operare in maniera adeguata."
"Ciò scaturisce - prosegue La Via - dalla consapevolezza del ruolo chiave svolto dagli agricoltori che operano nelle zone svantaggiate, della massima importanza per la continuazione delle attività agricole in tali zone, riducendo in tal modo il rischio di abbandono delle campagne."

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