L’Escherichia Coli, ribattezzato in questi giorni il batterio killer, fa parte della flora batterica intestinale; i famosi colibatteri fecali.
Dell’escherichia esistono ben 171 ceppi diversi. Quando viene trovato nelle acque, a volte anche in mare in prossimità delle città, è segno che in quella zona vengono scaricate le fogne senza che vi sia alcuna filtrazione.
Il batterio prende il nome dal suo scopritore Theodor Escherich.
Ma in questi giorni ho sentito alla radio (in auto) giornalisti che hanno chiamato questo virus nella maniere più strambe ed inesatte.
Un giornalista di radio RDS lo ha pronunciato “ecoli” tutta una parola, ed insisteva a chiamarlo così. Una giornalista di radio 24, invece, ha fatto di più: lo chiamava “icoli”, come se fosse una parola di origine americana, e quindi la “e” andava pronunciata “i”.
Il batterio si chiama Escherichia Coli, abbreviato E. Coli, ed in questo caso si legge (e si pronuncia) “E”, poi una piccola pausa, e “coli”.
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
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