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Prescrizione dei fitofarmaci 3°


Ricevo un’altra email dal collega dott. agr. Giacomo Galvano e pubblico.
Caro Collega, a tal proposito ti mando quattro foto dell'agricoltore fai da te e sull'uso dei DPI, anche qui ci sarebbe da fare un lungo discorso.
Ci aggiorniamo. Ciao

Vogliamo “mettere mano” a questo Decreto Assessoriale, per favore?

Commenti

  1. Scusate, ma questo famoso decreto assessoriale, cosa dovrebbe prevedere esattamente?

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  2. Nel Decreto che dovrebbe essere fatto dal Presidente della Regine con l'Assessore alla Sanità e con l'Assesosre all'Agricoltura dovrebbero essere descritte le modalità operative, ma soprattutto si dovrebbe istituire l'elenco degli agronomi abilitati al rilascio della prescrizione

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  3. E' una lotta da mandare avanti, ma la vedo ardua..vi sono disinteresse della classe dirigenziale e interessi corporativistici da superare...

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  4. A Corrado
    Bé, se gli agronomi saranno sottoposti ad un esame minimamente selettivo per accedere all'albo, si potrebbe anche considerare la cosa.

    A Fabbri
    Invece la tua posizione non è corporativista? tu lo fai per il bene degli agricoltori. Che stranamente non riescono a percepirne l'utilità. Mi ricredo, fai parte del 90% anche tu.

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  5. Granduro, Non ho ben compreso il senso del tuo commento...se me lo spieghi meglio forse possiamo superare l' impasse.

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  6. Caro Corrado ricordi cosa ti dissi al nostro ultimo incontro presso il supermercato di Abbate? Che non condividevo alcune prese di posizione....Vedi come i nodi vengono al pettine? Seguo con attenzione anche questa ultima discussione sul Blog in merito alla prescrizione che, come ben sai, condivido pienamente. In tempi non sospetti si lavorò in tale direzione e non poche furono le critiche. Il 2014 è ormai alle porte con tutte le novità che porterà, non facciamoci trovare impreparati!
    Ciccio

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  7. Semplice, quali sarebbero gli interessi corporativistici da superare, a cui fai riferimento?

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  8. quello che emerge dalle fotografie” agricoltore fai da te”... è imputabile al mancato ritiro del patentino all'operatore( ammesso che ne sia in possesso)per non rispetto di norme di sicurezza.personale e ambientale.
    alla mancata verifica funzionale della macchina operatrice.. Senza rispetto delle norme tecniche ,dei disciplinari ,non hai aiuti, senza patentino e senza attestato di verifica funzionale,non acquisti prodotti fitosanitari e non fai trattamenti. Sinceramente non capisco cosa e come possa fare di meglio la semplice prescrizione obbligatoria..

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  9. Anonimo, la penso come te, nel caso specifico.
    Voglio dire però che i casi riportati da Galvano e da Fabbri, sono casi limite, a mio giudizio.
    Per fare una seria valutazione va preso in considerazione l'agricoltore ordinario (l'estimo qualcuno lo ricorda?), escludendo i casi limite tipo il possidente con l'hobby dell'agricoltura, o l'agricoltore approssimativo del secolo scorso.
    Il punto di riferimento è l'agricoltore imprenditore, esiste ve lo assicuro e se voi non lo avete mai incontrato è perchè egli probabilmente non ha bisogno dell'agronomo (o quantomeno dell'agronomo medio).

    Fabbri, attendo ancora il tuo punto di vista.
    Grazie.

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  10. per Granduro:

    Ovviamente quelli delle case produttrici di fitofarmaci e dei rivenditori: credi che la prescrizione sia loro cosa gradita? Io non credo proprio...sopratutto nel primo periodo di applicazione si avrebbe una perdita consistente di fatturato a causa dello "sbandamento" procurato dal Decreto. Sul medio e lungo periodo, finirà poi come per il settore sanitario, dove la prescrizione dei farmaci darà origine ad "accordi commerciali" più o meno leciti con quella parte di Tecnici agricoli meno rispettosi dell' etica professionale e più attenti ai guadagni derivanti dalla prescrizione del fitofarmaco.
    Come avverrà tutto ciò? E' molto semplice.
    Se prescrivo un principio attivo con una determinata percentuale e con un particolare coadiuvante, darò indicazioni implicite all' agricoltore ad acquistare un prodotto con una ben definita denominazione commerciale, in quanto lo stesso sarà messo in vendita da una particolare casa produttrice e non da un' altra. Si creerà, verosimilmente, un "cartello" tra le varie multinazionali e si daranno indicazioni ai Tecnici compiacenti a prescrivere solo quella determinata formulazione per curare o prevenire quel determinato attacco parassitario. Quindi, anche prescrivendo il solo principio attivo, implicitamente si indurrà l' agricoltore ad acquistare la formulazione commerciale desiderata. Una volta instaurato un clima confidenziale, il Tecnico indicherà all' agricoltore (verbalmente) l' acquisto con il nome commerciale del fitofarmaco, in maniera esplicita.
    A mio avviso non è fantascienza..quando ci sono gli affari in mezzo tutto è possibile

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  11. comunque vorre ricordare,specialmente a quanti sono estranei al settore,che l'agricoltore non ha il piacere sadico di usare quanti piu veleni possibili e che si ingegna nel ricercare quello piu potente possibile.........l'agricoltore si ingegna nell'usarne il meno possibile perche costano assai,a volte preferisce pure non fare il trattamento e accontentarsi della produzione pendente cosi come gli viene data da Madre Natura...quindi sta presrizione,cosa dovrebbe limitare??cosa dovrebbe contenere?? vu dicu iu:nenti!!
    e un altro adempimento burocratico inutile,perche già basta il corso per il patentino fitosanitario fatto bene,che già cè.
    Invece di cercare lavoro al solito sulla carta,prendetevi la forbice e il motosega e andatevene a potare,che servono braccia.

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  12. Per Aiace:
    sono a disposizione,non temo confronti! Però sono un pò caro come potatore..

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  13. Vorrei pregare di moderare i termini...il post sulla prescrizione dei fitofarmaci a me pare sacrosanto, poichè c'è troppa ignoranza e soprattutto c'è fai da te insopportabile: leggete un precedente post "il litro" http://corvigo.blogspot.com/2010/08/il-litro.html

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  14. E' chiaro che il fai da te ancora imperversa nelle campagne, ma secondo me aumenta la consapevolezza, almeno tra una determinata fascia di agricoltori, della necessaria razionalizzazione dei trattamenti; anche perche' l'efficacia di alcuni di essi e' sicuramente ridotta (p.es trattamenti contro il cotonello effettuati con gli atomizzatori).

    Ci vorrebbe una nuova mentalita' di produzione e commercializzazione di qualsiasi tipo di frutta (quindi anche delle arance).

    I consumatori dovrebbero scegliere arance magari un po' meno belle esteticamente ma sicuramente piu' sane, i commercianti dovrebbero comprare e non piu' scartare parti di produzione "tuccata" o "schifiata" in modo da rendere gli agricoltori un po' piu' sereni e non assillati della ricerca spasmodica del "bello fuori".

    Delfo Fusillo

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  15. la lobby dei produttori dei fitofarmaci, sguazzerebbe con gli agronomi compiacenti e le loro prescrizioni. Come fa FederFarma in campo medico.

    Aiace ha ragione, gli agricoltori utilizzano mezze dosi solitamente (per risparmiare principalmente), con la prescrizione aumenterebbe il consumo di fitofarmaci, visto che il dosaggio dovrebbe rispettare quanto riportato in etichetta.

    Ma poi le implicazioni sono innumerevoli. Penso a tutti quei diserbanti, usati per colture poco diffuse e prescrivibili solo per le colture riportate in etichetta (che sono le principali). Per le ditte produttrici riportare le indicazioni per una coltura poco diffusa ha un costo notevole, quindi limitano lo spettro d'azione ufficiale.

    Io sono nettamente contrario alla prescrizione evidentemente, peraltro se vi fossero problemi igienico sanitari o ambientali sulle produzioni agricole siciliane, causati dell' errato utilizzo dei fitofarmaci, che si tirino fuori i dati e si discuta su quelli. Si eviti per favore di parlare sul sentito dire o su foto vaghe.
    "Conoscere per deliberare" diceva un grande politico del passato.
    Spero almeno che se passa anche questo ennesimo balzello, io non sia costretto a reiscrivermi all'Ordine degli Agronomi, per potere prescrivermi i fitofarmaci per la mia azienda. Doppia beffa.

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  16. Al di la dei giudizi dell'Imprenditore agricolo art.2135 del codice civile, o dell'imprenditore concreto definito dall'estimo civile (o agricoltore ordinario), personalmente non mi interessa se mi si considera agronomo medio o anche sufficente, a livello personale sono sempre un agronomo con 10 anni di esperienza con forte voglia di acquisire sempre più conoscenze e non fermarmi mai nel campo dell'evoluzione agronomica, della scienza e della tecnologia agraria. Ogni Agronomo o Imprenditore che in campo ha anche un ora sola di esperienza più di me , ha qualcosa da insegnarmi. Sta di fatto che almeno nelle aziende che seguiamo, noi agronomi, se vediamo queste aberranti situazioni, immediatamente usiamo la mano dura e in tutti i modi se loro vogliono che li continuiamo a seguire devono mettersi " la testa a posto". La prerscrizione degli Agrofarmaci, la tutela dell'ambiente e della salute sia degli operatori che dei consumatori finali deve essere di primaria importanza.
    Purtroppo nella mia zona Calatino e alto-Ragusano non sono casi limite, altrimenti non avrei avuto queste crisi isteriche di denunciarle e neanchè voglia di concentrarmi a scrivere un articolo.
    Esistono dei produttori di grande indole che seguono programmi agroambientali, nè traggono benefici e stima, sono dei punti di riferimento per noi agronomi e biglietti da visita.
    Le immagini che ho fatto pubblicare al carissimo collega Vigo, non sono inerenti le aziende che seguo, ma provengono da archivi inerenti il mio ruolo di Guardia Ambientale, vi assicuro che non son solo queste "oscenità ambientali" che riscontro, questa notte bruciavano interi rotoli di plastica per la copertura delle serre e numerosi contenitori di pesticidi, per non parlare dei risciaqui degli irroratori in pieno campo, un discorso a parte in quando le operazioni giudiziarie li sono intervenute prima di ogni opinione.
    Infine concludo che credo molto nella legge di pareto "legge dell'80/20" che enuncia filosoficamente : il 20% dei tipi possibili di guasto in un processo produttivo genera l'80% delle non conformità totali. Oppure: l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clienti.
    concludo con ciò in quanto a volte per colpa di pochissimi, l'opinione pubblica accusa molti.

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  17. Bravo Corrado attendevo tua tirata di orecchie.
    Ciccio

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  18. Egregio Galvano

    le oscenità ambientali di cui giustamente parla non saranno lenite dalla prescrizione obbligatoria, per come voi la proponete.
    In Francia hanno risolto responsabilizzando l'agricoltore (sul mio blog trova un post sull'argomento).
    Non certo creando inutili pastoie, come voi vorreste fare.

    E la chiudo qua. Sino a che non diventerà obbligatoria la vostra proposta preferisco astenermi dal dare ulteriori giudizi e dal tediare ulteriormente i lettori di Vigopensiero.

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  19. questa della prescrizione dei fitofarmaci è del tutto inutile,servirà solo a incrementare la tanta burocrazia che già c'è in agricoltura;quante persone si curano con farmaci anche pesanti senza chiedere parere al medico,acquistandoli in farmacia senza ricetta etc..etc..,quindi voi pensate che si può risolvere in agricoltura un problema che esiste anche per la sanità.secondo me no.
    Cordialmente, Santo agricoltore-farmacista
    Santo,agricoltore-farmacista

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  20. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  21. Pastoie....che "romanticismo letterario" sembra di essere nel Blog dell'Accademia della Crusca.
    Io a trent'anni penso di avere più coraggio di firmare nero su bianco su ogni cosa, e giustamente dare spazio ed accettare critiche e contraddizioni, mi alzo alle 4 di mattina per essere davanti ai cancelli delle aziende e scoprire e studiare ogni minima impressione dei veterani. Secondo me "tedia" chi si nasconde nell'anonimato prima di togliersi i sassolini dagli stivali pur avendo il doppio della mia età.
    Meglio finirla qua...i cambiamenti non avvengono in quanto si gambizzano al pensiero di portarli avanti senza sperimentarli...
    Comunque sia mi piacerebbe conoscerla, virtualmente le voglio bene, ha un blog utile e molto professionale, avrebbe tanto da insegnarmi e non a caso mi sprona a pensare e fortificarmi. che ne pensa sarebbe peggio fossilizzarsi senza pensare... d'altronde si dice" il silenzio della ragione genera mostri...." (mi secca aggiungere faccine sarebbero comunque di uno stato d'animo positivo)sono un tipo che conta fino a 100 prima di rispondere.

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  22. l'anonimato è utilissimo e serve ad eliminare una cattivissima abitudine sicliana:ossia giudicare e pesare le parole dell'altro in base al nome,alla simpatia,al sesso,alla nomina e alla presunta importanza sociale...il tutto si esprime nelle battute 'ma cu è chissu?di cui si figghiu??' e battute analoghe...
    A me sinceramente non me ne frega un c...zo sapere chi scrive dall'altra parte,perche giudico solo le parole,il contenuto del discorso,e la validità delle argomentazioni portate a supporto del ragionamento....questa si chiama autonomia di giudizio che è la cosa principale che all'università dovrebbero insegnare.

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  23. Galvano
    lei presume troppo.
    E la presunzione non agevola la maturazione e la comprensione.
    Ancora non fa abbastanza fatica per capire veramente l'agricoltura.
    Solo col sudore della fronte (vero, non figurato) potrà fare quel salto di qualità che tanto anela.

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  24. non mi dispiace......faro di meglio grazie del consiglio.

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  25. Dott.Galvano, come lei vede l'anonimato è molto importante.
    Lei venendo a galla, si è preso gratuitamente le offese ed i dissensi da un "luminare" della durogranicoltura siciliana.
    Non abbia a male nessuno, le pastoie ostacolano solo 2 arti, con gli altri può sempre difendersi, nel caso dei cavalli il trotto è meglio del galappo si ha una visione più panoramica e meno pagliuzze negli occhi.

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  26. no, le offese no. Galvano non mi pare di averlo offeso, anzi se ho dato questa impressione me ne scuso.

    Luminare io? No, questo mai. Conosco abbastanza il mio lavoro, ma gli errori sono sempre in agguato. Soprattutto quando abbassi la guardia.

    L'anonimato, per me, è importante perché mi consente di scrivere senza troppe remore personali, e soprattutto evita che il vostro giudizio su quanto scrivo sia condizionato dalla mia storia personale.
    Spazio massimo ad idee e contenuti, e non alla persona insomma.

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  27. Che buffoncello questo Grandueo

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