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Punti di vista – botta e risposta

a0073-000043Ancora sulla email del dott. Sergio Pollina e sulla risposta della dott.ssa Francesca Barbato.
Ricevo e pubblico.

p.s.: in questa vicenda, così come in altre, e così pure come con comunicazioni varie e/o lamentele, disappunti, racconti “folli”, è sempre a disposizione lo spazio del blog … per tutti … indiscriminatamente.

Francesca Barbato:
Dott. Vigo,
la ho già ringraziata per la pubblicazione della lettera. Mi dispiace davvero aver invaso il suo blog ma purtroppo il Dott. Pollina non mi ha dato modo di avere un confronto. Unica precisazione, ancora non sono abilitata, quindi quasi collega : )
purtroppo lavorando non ho avuto il tempo di prepararmi per l'esame e non sono una che si presenta a mo' di Kamikaze.
La ringrazio ancora e spero di conoscerla di presenza!
cordiali saluti

83560065Sergio Pollina
Caro dott. Vigo,
Rientro adesso da un soggiorno all'estero e ho trovato la lettera della Barbato. Se lei è disponibile a pubblicare la mia risposta, di seguito gliela trascrivo.
P.S. Come sappiamo bene entrambi, e la risposta della signora in questione ne è la conferma, il suo blog è (credo) la prima lettura mattutina in Assessorato. Vada avanti così! Cordialità, Sergio Pollina.

Gentile Signora Barbato,
Mi spiace non averle potuto rispondere prima, ma sono stato assente dall'Italia per un breve periodo e, quando sono fuori, cerco di non tenermi al corrente con quanto accade nel nostro paese e nella nostra isola; è una sorta di cura disintossicante. Apprendo quindi solo ora di avere ricevuto una sua comunicazione privata su Facebook e, poi, sul blog del dottor Vigo, e le rispondo.

Premetto che quanto ho scritto non ha natura privata, ma si tratta, come lei avrà certamente compreso, di una riflessione sul modo in cui in questo paese si gestisce la cosa pubblica, ecco perché ho affidato i miei pensieri ad un blog estesamente visitato nel nostro ambiente professionale. Non le sarà certamente sfuggito che non ho fatto altro che riprendere quanto ho scritto dall'articolo di Emanuele Lauria che, oltre al suo, citava anche altri nomi di congiunti e amici della cerchia ristretta dei Dirigenti Generali della Regione Siciliana; e non le sarà nemmeno sfuggito che lo scopo dell'articolo era quello che io ho poi sottolineato: la commistione indecente fra la politica e gli alti (e anche bassi) livelli della burocrazia.

Che lei sia laureata in Scienze Agrarie, che ami gli animali e l'ambiente è senza dubbio apprezzabile, e che ami la sua città, abbondantemente scempiata da chi la governa da decenni, è facilmente credibile. Ma sono tanti i giovani che, come lei, hanno le stesse qualifiche, gli stessi interessi e passioni; ma manca loro un requisito importante, l'unico che conti in Sicilia (e non solo); lei sa certamente di che parlo, e cioè di quel costume che il sociologo Edward Banfield ha definito, con grande successo "familismo amorale, per descrivere in che modo nel nostro mezzogiorno -- ed ora anche sel settentrione -- si attribuiscono gli incarichi di responsabilità.

Con la disoccupazione endemica e ormai patologica della Sicilia, lei ritiene veramente che le migliaia di giovani laureati ricchi di entusiasmo e di aspettative, desiderosi di impegnarsi, come lei, nella gestione della cosa pubblica, spesso titolari di master e specializzazioni varie, abbiano tutti le stesse opportunità di ottenere ciò che è giusto e legittimo sperare? La risposta la conosciamo entrambi, ed è un sonoro NO! Perché non sono le lauree e i titoli ciò che conta, ma il solo, l'unico e vero titolo di merito che dalle nostre parti apre ogni porta, schiude ogni opportunità: di chi sei figlio, di chi sei amico, chi conosci. Lei ha questa fortuna, migliaia di altri no, e quindi resteranno al palo o andranno fuori dalla Sicilia a tentare di vedere riconosciuti i loro meriti. A volte, come nel caso di un noto consigliere regionale della Lombardia, la gente si rende finalmente conto di qauesto sciagurato costume, e insorge. Certo, ciò non accadrà nel suo caso, noi siciliani siamo molto più accorti dei rozzi e incolti seguaci del dio Po, e sappiamo far bene le cose.

Quindi, niente di personale, anzi! Spero che i suoi meriti le siano riconosciuti e che ne ottenga ciò che le spetta. Cordiali saluti.

dott. Sergio Pollina.

Commenti

  1. Purtroppo il malcostume è diffuso capillarmente nella società, per cui il politico familista è direttamente proporzionale al popolo che cerca favori al politico per sistemare i figli e quant'altro.
    Bisogna riconsiderare e riqualificare da zero la classe politica in quanto non strumento per l'arricchimento personale ed il favoritismo elitario, bensì simbolo di educazione civica e crescita comune.

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