Ritorna a splendere il sole sui terreni agricoli dopo che il Governo, pressato da tutti, ha tolto l'esoso pagamento dell'IMU dai terreni agricoli.
L'ignobile ed iniqua tassa aveva affossato le flebili economie delle aziende agricole, arrivando a pesare anche 750-800 euro/ettaro.
Già si ci lamentava dell'ICI, ma l'IMU fu proprio una meteora pesantissima.
Se ci ricordiamo ancora di Giuliano Amato per il prelievo notturno dai nostri conti correnti, quel sei per mille secco, ci ricorderemo di Mario Monti per l'IMU.
Ma l'IMU non va ricordata solo per l'esoso costo pro-capite, ma va ricordata anche l'inerzia delle Amministrazioni Pubbliche alla revisione degli estimi catastali, revisione che andrebbe fatta con l'ausilio, nel caso dei terreni, degli agronomi, unica figura atta a poter dare il giusto valore alle singole colture!
Eppure tutte le Amministrazioni Pubbliche, dai Comuni all'Agenzia del Territorio, ha sempre mal visto le Commissioni Censuarie Provinciali, nè ne hanno auspicato o spinto il loro funzionamento.
Così ... sì è andato avanti per decenni, applicando coefficienti di moltiplicazione ingiusti e per nulla in linea con il mercato fondiario.
Adesso è ora di rimettere in moto le Commissioni Censuarie Provinciali, e rideterminare i giusti valori fondiari, dai quali scaturiscono tutte le tassazioni sui terreni agricoli.
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