Ricevo da un collega e pubblico
LE ANTICHE
VARIETA’ DI FRUMENTO DURO E LA NECESSITA’ DI PROGREDIRE
Sono un agronomo impegnato da
molti anni in campo cerealicolo e anch’io posso vantare un passato
da agricoltore, oltre che figlio e nipote di agricoltori.
Questa premessa è importante
perché dopo aver letto l’interessante articolo “Custode
dei semi della tradizione” pubblicato sul giornale Sicilia,
ho ritenuto opportuno dire un mio garbato parere su quanto ho letto.
Come già riportato mi occupo da
molti anni di cereali, sono spesso a contatto con agricoltori, mulini
e pastifici, le esigenze che ognuno di loro ha sono molteplici, gli
agricoltori necessitano di colture che diano reddito, mulini e
pastifici di qualità…..Poi c’è il consumatore, sempre alla
ricerca (come è giusto che sia), di antichi sapori, di qualità, di
genuinità.
In tal senso perciò ritengo
opportuno che si dia voce anche a chi è interessato ad un recupero
di antiche varietà di frumento, del resto nella realtà in cui opero
c’è il CRA di Foggia che è da anni impegnato in un opera di
recupero e conservazione di un’antica varietà genitrice delle più
moderne varietà il ben noto “Senatore Cappelli”. Il Senatore
Cappelli, rappresenta, sotto molti punti di vista, il più degno
rappresentante del miglioramento genetico applicato alla coltivazione
del frumento duro, così come voluto dal padre della moderna
cerealicoltura dott. Strampelli. Strampelli dedicò questa cultivar
al marchese abruzzese Raffaele
Cappelli, senatore del Regno
d'Italia, che, negli ultimi anni dell'Ottocento,
assieme al fratello Antonio,
aveva avviato trasformazioni agrarie in Puglia
e sostenuto lo Strampelli nella sua attività, mettendogli a
disposizione campi sperimentali, laboratori ed altre risorse. La
prova perciò che la ricerca è figlia dell’innovazione e che
grazie a lei ci può essere progresso.
Ciò detto però devo fare qualche
osservazione, non credo di dire nulla di offensivo se dico che non mi
piace che si dica che i sementieri sono “padroni”. La natura ci
insegna che non siamo padroni di nulla, i costitutori più che
“sementieri”, hanno l’unico scopo di ricercare varietà che
rispondano appieno alle esigenze del mercato e dell’industria di
trasformazione.
Amo, per meglio esprimere i miei
concetti, fare un esempio: allora dopo aver letto quanto riportato
sull’opera fantastica svolta dal dott. Li Rosi, anch’io ho
pensato a mio padre e al suo lavoro di agricoltore impegnato a
coltivare frumento, vite e barbabietole…..Bene ricordo la sua
rabbia quando la peronospora distruggeva le uve, determinando una
scarsa qualità del vino (all’epoca c’era solo rame e zolfo),
quando la barbabietola non si diserbava (perché non esistevano
diserbi selettivi) e si spendevano enormi cifre per zappettare la
coltura, oppure quando, e qui giungo al punto, le varietà di
frumento duro dell’epoca erano talmente alte che un minimo
acquazzone le “allettava”, provocando forti decrementi di
produzione.
Perché questo esempio?
Semplicemente perché operando da anni nel settore ho compreso che
forse dovremmo un po’ tutti convivere con le nostre convinzioni
senza pretendere che diventino “dogmi”.
Io pur essendo un convinto fautore
del rispetto della biodiversità, non posso che sperare che l’Europa
si adegui al più presto agli altri paesi e liberalizzi gli OGM. Ciò
non comporterà secondo me una scomparsa delle antiche varietà e
della biodiversità, ma permetterà ad ogni agricoltore di produrre a
costi più contenuti. Riprendo il concetto sulle antiche varietà che
si potrebbe estendere al biologico, al biodinamico e a tante tecniche
che in questi ultimi due decenni affollano i giornali, non son
contrario a nulla purchè ognuna di queste tecniche non assuma il
ruolo di tecnica dominante, additando le altre come tecniche
inadatte.
So per certo che molti Enti di
ricerca pur operando nel settore della conservazione di antiche
varietà, proseguono nella ricerca di nuove varietà più produttive
o con caratteristiche della granella che soddisfino le esigenze del
mercato. Perciò ecco quello che definisco io “un modello” da
seguire, portare avanti più progetti senza che uno ne escluda altri.
Ancora vorrei sottolineare un
altro aspetto importante, il termine “purezza” è un valore
assoluto nelle sementi, chi produce e commercializza frumento o altri
cereali, opera perché nella coltivazione ci sia solo grano duro di
una determinata varietà e non un miscuglio di specie, l’Italia è
un paese in cui esiste una legge sementiera che regola la
commercializzazione delle sementi e che obbliga chi opera nella
commercializzazione a garantire la purezza varietale.
Ritengo opportuno chiarire che il
mio intervento non voleva essere affatto polemico, ammiro l’opera
svolta dal dott.Li Santi, ma nel contempo vorrei fosse chiaro che,
sia pur tra mille difficoltà, l’Italia ( Puglia e Sicilia in
particolar modo) producono l’eccellenza in molti settori agricoli,
ma se ciò accade è anche grazie all’opera di quella ricerca che
ci ha fornito oggi varietà di diverse colture in grado di offrire
quantità e qualità.
Chiudo con un piccolo dato
estrapolato da varie fonti, attualmente siamo 7 miliardi, nel 2050 la
popolazione mondiale arriverà a 9,2 miliardi, si è calcolato che
ciò comporterà una richiesta di cibo superiore del 70% rispetto
all’attuale, perciò ritengo che solo grazie all’opera di chi con
la ricerca riuscirà a far produrre maggiormente, queste esigenze
potranno essere soddisfatte, senza con questo dire che la
coltivazione di vecchie varietà, il biologico e tante altre tecniche
“conservative” debbano essere messe al bando.
By zio Ferry
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