Nonostante la "guerra delle aranciate" non può far altro che far aumentare la percentuale del succo di arancia all'interno delle bevande al gusto di arancia, non ritengo che ciò possa veramente risolvere i problemi della agrumicoltura siciliana, non solo perchè è davvero avvilente pensare che produciamo per le aranciate "da banco" e non per il "fresco", ma perchè purtroppo quante delle nostre arance andranno davvero in quell'8% di aumento richiesto e per il quale si battaglia?
Aumenterà (mi auguro di no) invece l'utilizzo di succhi provenienti dal sud-america importati dall'Olanda?
Forse sarebbe meglio pensare davvero ad una promozione mirata e seria, così come quella che il sud-africa fece a partire dal 2009 verso gli Stati Uniti d'America con soli tre milioni di dollari ... ed oggi la vede vittoriosa ...
Ancora una volta l'Italia pensa di fare la furba, dimenticando di stare in Europa ed eludendo normative comunitarie, con risultati scarsissimi (basti pensare alla "Google Tax", poi ritirarata o alla Tobin tax, tassa sulle transazioni finanziarie, introdotta in italia, ma non nel resto d'Europa, con gettito ottenuto trascurabile).
RispondiEliminaNoi alziamo la percentuale al 20%, il resto d'Europa rimane al 12%: come dice Corrado, si importeranno maggiormente succhi esteri o magari qualche azienda produttrice delocalizzera' qualche stabilimento per continuare a produrre con minori percentuali di succo.
In Italia, ci sono menti raffinatissime brave a cercare la soluzione piu' comoda o migliore (ma anche no) piuttosto che indagare sulle reali debolezze (strutturali) di un comparto produttivo.
Delfo Fusillo