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Intervista all'Assessore

Qualche giorno fa sul quotidiano LA SICILIA sono state pubblicate una serie di interviste ai nuovi assessori "tecnici" della nuova Giunta Crocetta ter.
Per chi avesse perso queste interviste, è ancora possibile leggerle sul sito on-line de LA SICILIA, al seguente indirizzo internet, nella giornata del 5 novembre:
http://giornaleonline.lasicilia.it/
Ecco quella dell'Assessore all'Agricoltura, avv. Nino Caleca:

Sono stati in parecchi, in questi giorni, nel tentativo di demolire l'accordo tra i partiti della maggioranza e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, a chiedersi perché nominare assessore alle Risorse Agroalimentari e alla Pesca mediterranea, un avvocato penalista, pur di grido, come Nino Caleca. Probabilmente, perché anche l'agricoltura ha bisogno di chi la difenda dal lento declino, ma anche dalle incursioni di presunti imprenditori senza scrupoli che mirano soltanto ad intascare contributi regionali, nazionali ed europei, affossandola ancora di più.
Come pensa di risollevare le sorti dell'agricoltura siciliana, assessore Caleca?
«Occorre fare una vera e propria rivoluzione, in Sicilia, partendo dalle difficoltà che stanno vivendo gli operatori del settore».
Il principio non fa una grinza, ma come?
«Bisogna innovare e fare rete. Sono d'accordo con Jeremy Rifkin: se riusciamo a mettere l'agricoltura in rete, consentendo a migliaia di piccole imprese di accedere ai mercati tramite la banda larga, avremo reso inutili anche i contributi a fondo perduto. Quando si verificano crisi, come quella che stiamo vivendo in questi anni, per uscirne si parte dall'agricoltura. Se non rilanciamo il settore, non c'è speranza. Bisogna innovare e attrarre i giovani, creando un'agricoltura "glocale", cioè che sia globale attraverso la rete, superando anche la perificità geografica; locale, rimanendo legata alle caratteristiche territoriali».
A causa della crisi sono ricomparsi reati, come l'abigeato o il furto di mezzi agricoli, che sembravano dimenticati.
«Molti di questi reati sono frutto del momento di crisi del settore. Ma un'agricoltura moderna deve fare leva sulla legalità».
Le cronache quasi quotidianamente raccontano di imprenditori agricoli senza scrupoli che cercano di lucrare sui contributi pubblici.
«Quando sostengo che un'agricoltura moderna non può fare a meno della legalità, intendo dire che, così come è stato fatto nell'industria, anche in agricoltura bisogna introdurre il "rating di legalità". Ciò per impedire che un solo euro di fondi pubblici possa finire nelle mani di Cosa nostra».
Quali saranno le sue prime iniziative su questo fronte?
«Convocherò presto le associazioni professionali di categoria per mettere a punto un protocollo d'intesa che tutti si devono impegnare a rispettare, così come anni fa ha iniziato a fare Confindustria Sicilia e poi tutte le altre organizzazioni datoriali».
Gli agricoltori spesso operano in solitudine, non sono come gli industriali o i commercianti.
«Il primo simbolo per la costruzione di questa nuova agricoltura è un'albero che cresce solo in Sicilia, in via Notarbartolo, a Palermo: l'albero Falcone che è patrimonio dell'umanità. È questo simbolo che deve ispirare la nostra battaglia per la legalità».
Forse non si è fatto abbastanza per combattere le contraffazioni.
«Il governo Crocetta ha ereditato un passato piuttosto pesante. Il contributo pubblico, non solo in agricoltura, non è stato utilizzato per migliorare la qualità delle produzioni, spesso è stato un considerato un mero strumento di assistenzialismo. Nelle campagne sono rimasti soltanto gli anziani, bisogna fare tornare i giovani. Ma bisogna dotarli di strumenti moderni per tornare ad essere competitivi. Sul fronte delle contraffazioni, agiremo presto. Molto presto».
L. M.

Commenti

  1. FATTI NON PAROLE!!

    Se si cambia foto e nome l'intervista in sostanza é quella di sempre. Domande di circostanza e risposte campionate.

    RispondiElimina

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