Sul diesel-gate ricevo una email dall.avv. Lina Arena e pubblico.
A proposito della rivincita della cultura ambientalista
Ho inviato alla Sicilia questa lettera da perfetta disturbata mentale:
Sul suo quotidiano di ieri, 3 ottobre, un articolo sullo sviluppo sostenibile di Giovanni Valentini, metteva in risalto la vittoria ,lenta ma inesorabile , dei Verdi e dei movimenti ambientalisti in genere nell'affermare i principi della tutela dell'ambiente e della salute al fine di garentire uno sviluppo sostenibile dell'economia o comunque la riduzione del capitalismo selvaggio a sistema compatibile con la vita umana e animale. Lo spunto di tale riflessione era dato dal cd DIESEL-GATE che aveva colpito e messo in crisi l'industria tedesca dell'auto e quella delle altre nazioni ad essa collegate. Le considerazioni sulla necessaria ricerca dei rimedi per rendere eco-compatibili gli interventi risolutori del grave handicap che ha colpito l'industria automobilistica , conducevano poi il Valentini a segnalare l'esistenza di altri settori industriali in crisi e per i quali si ponevano problemi di riqualificazione energetica e di ristrutturazione. Fra questi non poteva mancare il settore dell'edilizia che, da tempo, affligge il mondo imprenditoriale ritenuto, per un verso, responsabile di fenomeni di grave inquinamento ambientale e, per altro verso, animato da spirito di ripresa con una progettata riconversione ecologica legata ad un auspicato e mai ben definito , nuovo " modello di sviluppo".Senonchè le apprezzabili considerazioni del Valentini cozzano o vengono comunque smentite dallo spirito animale della " democrazia dell'indifferenza" che avvolge le nostre società capitalistiche.Se proprio è l'edilizia ad essere chiamata in causa come settore capace di ridare anima e sviluppo alla nostra società non si può sottacere che da gran tempo sia gli stessi Verdi che i gruppi ed i partiti radicali ambientalisti hanno reclamato l'adozione degli strumenti di programmazione del territorio chiamati altrimenti Piani Regolatori per fare in modo che la vita degli associati mantenesse un minimo di dignità e di civiltà ambientale. Ma sono state grida vane e inutili. I politici, gli amministratori locali e gli uffici pubblici a ciò deputati hanno disatteso quelle richieste e le città sono rimaste asfittiche ed inabitabili nonostante i tesori d'arte da più parte rivendicati. Questo disinteresse è frutto non solo dell'incapacità e dell'ignoranza delle persone tenute ad intervenire nella disciplina del territorio e nella cura dell'ambiente ma soprattutto dell'indifferenza che avvolge le nostre società definite " democratiche" e le rende sorde e incapaci di nutrire rabbia e di avere reazioni propositive avverso la mala gestione del territorio.La rabbia e la denuncia sono utili a condizione che venga suggerito il rimedio e sollevati da responsabilità gli autori del danno ambientale. L'inerzia e l'indifferenza ci rendono incapaci di realizzare quella svolta necessaria per un salutare riscatto ambientale. Gli incapaci sia essi legati al mondo politico od a quello amministrativo, non pagano, siedono nei posti di comando e vanno avanti grazie all'indifferenza di chi li ha eletti o designati o non puniti.
Lina Arena
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