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Siccità: sui Consorzi di Bonifica, 4° puntata

La siccità, già, parola di moda in questi mesi, ma di moda solo perchè al centro ed al nord Italia non si sono registrate le piovosità medie annuali.
E, come scrivo da anni, qui in Sicilia il problema è molto grave, e molto sentito dagli agricoltori.
E che coltivazioni si fanno se non irrigue?
Ma le reti Consortili, realizzate decenni e decenni fa sono veramente "al passo coi tempi"?
No. E non per "disposizione" Consortile, diciamo tutte le verità.
Farò qualche esempio in questi giorni, per far comprendere come sia difficile e dispendioso gestire un Consorszio
Partendo da Catania: il Consorzio 9 - Catania (ex Consorzio di Bonifica della Piana di Catania) rende irrigua una superficie di circa 71.000 ettari, ed ha una rete attrezzata per servire all'incirca 48.000 ettari, ma 55.000 ettari sono servite da "da opere di scolo a caduta naturale".
Sono quasi 3.000 i km di condotte, e 28 le "vasche" secondarie di distribuzione, con 26 stazioni di rilancio e ben 17.000 Kw impegnati; e la rete consortile è stata realizzata dalla metà degli anni '50 e fino alla metà degli anni '70; è come avere una FIAT 600 e guidarla accanto ad una FIAT 500 X; la prima antesignana, la seconda evoluta ...
E con questa immensa rete, ma senza la giusta quantità di operai addetti alla manutenzione, pensiamo veramente che un Consorzio possa garantire l'efficienza giustamente reclamata dall'utenza?
Abbiamo visto come si sono succeduti negli anni Commissari ... "revisioni consortili", riorganizzazioni ... fino alla fusione delle aree consortili in due grandi aree, orientale ed occidentale.
Ma veramente pensiamo, anzi crediamo, che la fusione dei Consorzi di Bonifica riuscirà a risolvere i problemi (sempre gli stessi) che negli anni si sono acuiti?
Secondo me la gestione dei due Consorzi "unificandi" diverrà elefantiaca, con una progettazione di rifacimento delle rete di distribuzione ferma, con una gestione delle manutenzioni che collasserà ...

Ai Consorzi, di qualunque provincia, servono:
1) certezza degli incassi pubblici (se occorre)
2) certezza degli incassi provati (e gli agricoltori pagano se hanno un servizio, altrimenti diventano evasori)
3) certezza nel personale dedicato alle manutenzioni (ma nei periodi in cui il servizio irriguo non è in esercizio, altrimenti si lavora sempre in emergenza)
4) certezza nei finanziamenti per il rifacimento di impianti ormai obsoleti

E questi quattro punti, che compendiano i fabbisogni dei Consorzi, oggi sono del tutto disattesi, ed il sistema "va in tilt"!

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