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Sul DDL dei Consorzi di Bonifica siciliani

Mi soffermo per qualche giorno ad esaminare alcuni articoli del disegno di legge sul riordino dei Consorzi di Bonifica siciliani, nonostante il poderoso copia/incolla che ritroviamo in quasi tutto il documento.

All'art. 2 vengono descritti le "Attività ed interventi di bonifica e di irrigazione".
Leggo con gran piacere una miriadi di interventi che i Consorzi di Bonifica dovrebbero, ma forse è meglio scrivere potrebbero, svolgere, e li elenco (in copia/incolla) evidenziati in colore blu:
2.  Nell’ambito  dell’attività  di  cui  al  comma  1,  costituiscono interventi  di  bonifica  e  di irrigazione:

a)  la  sistemazione  e  l’adeguamento  della  rete  scolante,  delle  opere  di  raccolta,  di approvvigionamento, utilizzazione e distribuzione di acqua a prevalente uso irriguo; 
b) le opere di sistemazione e regolazione dei corsi d’acqua, comprese le opere idrauliche sulle quali sono stati eseguiti interventi ai sensi del R.D. 13 febbraio 1933, n. 215; 
c) le opere di difesa idrogeologica e di rinsaldamento dei versanti e recupero delle zone franose; 
d) gli impianti di sollevamento e di derivazione delle acque; 
e)  gli  impianti  per  l’utilizzazione  dei  reflui  urbani  depurati  ed  affinati  ai  fini  irrigui secondo quanto disposto dall’art. 166 del Decreto legislativo n. 152/2006; 
f) gli acquedotti rurali; 
g) le azioni ed interventi per la realizzazione degli usi plurimi delle acque irrigue; 
h) le opere idrauliche già definite di terza categoria ricadenti nei comprensori di bonifica e di irrigazione; 
i) le infrastrutture di supporto per la realizzazione e la gestione di tutte le opere di cui alle precedenti lettere; 
j)  le  opere  di  completamento,  adeguamento  funzionale  e  normativo,  ammodernamento degli impianti e delle reti irrigue e di scolo e per l’estendimento dell’irrigazione con opere di raccolta, adduzione e distribuzione delle acque irrigue; 
k) gli interventi realizzati in esecuzione dei piani e dei programmi adottati dalle Autorità di bacino; 
l)  gli  interventi  di  ottimizzazione  della  gestione  irrigua  finalizzati  al  contenimento  delle perdite e degli sprechi mediante sistemi di telecontrollo sulle vasche di accumulo e sulle condotte adduttrici; 
m) gli interventi di manutenzione straordinaria degli impianti irrigui (dighe, opere di presa, adduttori, vasche di accumulo e reti) e di completamento della riconversione in rete tubate delle reti irrigue a pelo libero; 
n) gli interventi di ammodernamento degli impianti e delle centrali di sollevamento, anche mediante l’integrazione di schemi irrigui al fine di cogliere le potenzialità idroelettriche, finalizzati all’aumento della sostenibilità economica e ambientale del loro esercizio; 
o) gli interventi di riefficientamento di opere di sbarramento finalizzati al raggiungimento dei massimi livelli di invaso; 
p) gli interventi di completamento degli schemi idrici, comprese le opere di sbarramento e di interconnessione di invasi, già in esercizio o in fase di realizzazione; 
q) gli interventi di manutenzione straordinaria di tutte le opere. 
r)  le  opere  finalizzate  alla  manutenzione  e  al  ripristino  delle  opere  di  cui  al  presente articolo, necessarie in conseguenza dei danni causati da calamità naturali nonché le opere di protezione dalle calamità naturali, in conformità alle normative nazionali e regionali in materia di avversità atmosferiche e calamità naturali; 
3. Costituiscono inoltre interventi di bonifica e di irrigazione: 
a) le opere per la sistemazione ed il consolidamento delle pendici e dei versanti dissestati da fenomeni idrogeologici; 
b) le opere di rinsaldamento e il recupero delle zone franose; 
c) le opere per il contenimento del dilavamento e dell’erosione dei terreni.

Tutte queste cose, bellissime sulla carta, già i Consorzi di Bonifica dovrebbero svolgerle, ed anzi: le svolgevano fintanto che la contribuzione consortile era "sostenibile" e non "insostenibile" come lo è adesso.
Non solo: i Consorzi di Bonifica nel passato hanno svolto anche nella nostra regione un ruolo molto importante, ma poi sono stati abbandonati a sè stessi dalla politica, incurante del territorio, con il risultato che innanzi agli occhi di tutti: enti a cui è stato tolto il ruolo della "bonifica", a cui è stato lasciato a malapena il ruolo di "erogatori d'acqua", ma senza agli stessi fornire risorse economiche e gestionali tali da poter proseguire il lavoro iniziato, soprattutto quello degli anni '70, quando la politica si interessava veramente dei problemi dell'agricoltura.
Eh. già: questo è il principale problema.
Abbiamo visto una "politica agricola siciliana" efficiente???
No, per niente.

Ed ecco che i Consorzi di Bonifica, sono stati abbandonati a loro stessi ... al pari delle reti di captazione e distribuzione delle acque; non parliamo della rete scolante o della rete stradale consortile: tutto è finito nel "dimenticatoio".

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