In questi giorni in cui abbiamo visto l'assalto a Capitol Hill, il Capidoglio americano, ci si pone il problema della libertà di parola, di pensiero e di stampa, diritti fondamentali delle democrazie di tutto il mondo.
Ed in molti hanno lamentato che alcuni "social", come Twitter, Instagram, Youtube, Facebook o Tik Tok abbiano "bannato" il Presidente americano Donald Trump, paventando la fine della libertà di parola.
Vorrei ricordare che l'art. 21 della Costituzione Italiana recita:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'Autorità giudiziaria.
Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
Il problema è che molti identificano il mezzo, internet, con i social più diffusi e non conoscono, o non vogliono conoscere, l'enorme mondo che c'è oltre.
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