Cala il sipario sulla vicenda della lettera inviata all’arch. Giuseppe Morale. Mi ha risposto oggi. L’ultimo giorno utile. Oggi ho capito, dopo 24 anni di professione, perchè i miei clienti, così come tutti gli agricoltori in genere, aspettano l’ultimo giorno per presentare istanze, documenti, ecc., mettendoci “sotto scopa” all’ultimo momento. L’ho capito perchè l’arch. Morale ha fatto lo stesso. Quindi … è male comune. Non pubblico, ma solo per educazione e rispetto, il contenuto della lettera, che invero ritengo non esaustiva, “sguisciante”, ma soprattutto tardiva. Chiudo definitivamente questa vicenda. Non c’è un vincitore, così come mi hanno chiesto in tanti. Perdiamo sempre e solo noi. Noi che siamo in trincea, noi che ci vediamo passare fondi non utilizzati. Ricordo a tutti quell’ottobre del 2001 allorquando una Circolare Assessoriale … cancellò ben 15 anni del nostro lavoro, ma deluse le aspettative di tanti agricoltori. I lettori del blog trarranno le conclusioni!
Le risposte dei grandi non contano. Sono importanti gli interrogativi.Cosa chiedevi a questo emerito personaggio? Soldini? Hai fatto male. I soldi si chiedono alla Fata Morgana.
RispondiEliminaIn tutto ciò...che tristezza...essere in balia di
RispondiEliminaun manipolo di burocrati,espressione di una classe politica askarizzata...in balia di funzionari regionali "piazzati" da politici regionali in balia dell'ANTISICILIA!
Che tristezza...
Con la burocrazia dell'Assessorato Regionale dell'Agricoltura siamo dei loser !
RispondiEliminaPerchè ci inarchiamo ... dinanzi ad un sprovveduto che non è tecnico agronomo ?
" While there is life, there is hope "
In ricordo del poeta e della "Via Turi Lima" che non c'è...
RispondiElimina********************
Il 18 agosto 1925, nella contadina Catenanuova,nasceva, da Carmelo e Giuseppina Muni, Venero Maccarrone, che, alla fine degli anni settanta, con lo pseudomino di "Turi Lima", ha dato vita ad una "poesia rivoluzionaria" in lingua siciliana, tutta votata alla Sicilia, Sicilia intesa come Patria del Popolo Siciliano, come Nazione, che, attraverso un'opera si sensibilizzazione culturale tesa al recupero della specificità dell'identità degli Isolani, poteva essere riconquistata dai Siciliani: "Si sugnu lava o sùrfuru / si sugnu aranciu o pala / si sugnu jnestra o mènnulu ju non lu pozzu diri. Chiddu ch'è certu, sugnu: e sugnu sicilianu" ("Se sono lava o zolfo/se sono albero d'arancio o foglia di fico d'India/se sono ginestra o albero di mandorlo, io non lo posso dire, Quello chè è certo, sono: e sono siciliano"). Lo psudonimo "Turi Lima", era, in realtà, un gioco di parole, legato all'idea di sensibilizzazione dei siciliani alla sana sicilianità attraverso la poesia. Infatti, "Turi Lima", nell'idea del poeta, era il "limaturi", il fabbro, che, con tanta pazienza "Lima", per correggere e perfezionare,un pezzo di ferro deformato.
A 72 anni, a Mascalucia,il 10 dicembre 1996, dopo dieci giorni di atroci sofferenze, vissute con una dignità impressionante, "Turi Lima" moriva, lasciando, a noi siciliani, un grande patrimonio ideale per continuare l'opera di "limatura".Due anni fa,il sindaco attuale di Mascalucia,Maugeri,si espresse favorevolmente alla richiesta del sottoscritto d' intotolare una strada del centro pedemontano al poeta siciliano indipendentista Turi Lima,che era stato per oltre un decennio residente a Mascalucia.L'iniziativa ricevette anche il sostegno di Giovanni Villari,allora deputato all'Ars.Ad oggi,a dodici anni dalla morte del poeta ,nessuna strada di Mascalucia porta il nome di Turi Lima .
Orazio Vasta-oraziovasta@libero.it
Mio padre,da giovanissimo incontrò Venero Maccarrone,che poi diventerà "Turi Lima",il poeta della Sicilia che non s'arrende.Assieme,papà e Venero, militavano nella Lega Giovanile Separatista,il movimento giovanile dell'eroico Mis-Movimento indipendentista siciliano-che dal 1943 al 1948 fece tremare lo Stato unitario...Erano giovanissimi,papà e Venero,erano carusi che a causi a cutta,ma avevano nel cuore l'ardente amore per la Sicilia...Poi,mio padre divenne medico,Venero s'impegno nel campo giornalistico e letterario...Mio padre è morto prima di so "frati" Venero...uno a Trecastagni,papà,Turi Lima a Mascalucia...Negli ultimi anni non si sono più visti,dal 10 dicembre 1996,stanno di nuovo insieme,e questa volta per sempre,per continuare dall'alto dei cieli la loro battaglia per la Sicilia ai Siciliani!
RispondiEliminaPippo Barbagallo
“Non sapete avidi, delle alte rocche del potere,
RispondiEliminain quale abisso giace il regno.
Il re non lo fanno le ricchezze,
non il colore della veste di porpora,
non il simbolo regale che orna la fronte,
non i soffitti splendidi d’oro:
è re chi ha deposto la paura
e le colpe di un animo crudele;
chi l’ambizione sfrenata non agita
né il favore mai stabile
del volgo sconsiderato”
(Seneca - Tieste - vv.342-352 )
Bisogna cantare la veruità in faccia ai nostri delegati . Bisogna dire quel che si pensa. Bisogna defenestrare i potenti sfaticati e inetti. Bisogna sfoltire le procure da quegli elementi che cercano solo il suono delle parole e non capiscono nulla di vita associata e civile.La democrazia anche quella capitalistica non ama il silenzio. Solo la viltà si oprna di paure. Dove sta quell'assessore regionale che ha preso il dolcetto con noi? Ebbene bisogna tirargli entrambe le orecchie e fargli capire che di questo passo si va verso il baratro. Bello il passo del Tieste e le parole di Turi Lima.
RispondiEliminaCara "linarena",
RispondiEliminami permetto di dedicarti questa poesia di Turi lima...credo che coincide totalmente con il tuo pensiero...
Cordialità,Orazio Vasta
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MA CHI TI NZONNI A FARI ?
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Ma chi ti nzonni a fari
d' acchiappari palummi ccu lu lazzu,
si dormi sempri n-sècutu,
mentri li cìmici ti scorcianu
la peddi?
E voi cangiari facci a la Sicilia
spirannu ca su' l' àutri
a cangiarla!
Amicu,
è tempu ca pigghi la zappa
e, si daveru voi mangiari
pira,
non azzappari lu pumitu
d' àutru!
Turi Lima
Lodi,Lodi,Lodi.....finalmente la risposta....ma come mai non ritieni utile pubblicare la risposta considerato che ci piacerebbe commentarla
RispondiEliminaCaro Orazio,ai ragione,che tristezza,ma che popolo siamo se mandiamo alla regione un signore che per tanti anni è stato vicesindaco di una citta che è fallita,con un consenzo Bulgaro,in una Giunta che esprime un assessore che a tre mesi che deve prendere provvedimenti a favore dei produttori di grano.Un popolo che esprime una classe politica, che non sa che pesci prendere,sia a livello regionale che nazionale e, europeea di fronte alla grave crisi che stiamo attraversando.Un popolo che china la schiena di fronte alla distruzione dei suoi allevamenti,prima, poi della sua agrumicultura,adesso è il turno della cerealicultura.Imploriamo aiuti per i danni,quando dovremmo chiedere con forza il distacco da questa Italia matrigna.Tanto peggio di cosi.
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