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andate a lavorare in campagna

Riporto ciò che ho trovato in un notiziario dell'Unione Europea; forse hanno preso alla lettera le lamentele degli agricoltori, e ciò mi fa piacere! Non è una minaccia di licenziamento, ma un’esperienza didattica: l’ha proposta la commissaria all’Agricoltura, la danese Mariann Fischer-Boel. A partire dal 2010, si legge nel progetto, partirà il programma di formazione rivolto ai funzionari della “Direzione generale agricoltura e sviluppo rurale” della Commissione. Si tratta di stage di rieducazione per i funzionari, che, lontano dai loro uffici, potranno toccare con mano, soggiornando nelle aziende, i problemi dell’agricoltura. Il progetto viene presentato mercoledì: nome dell’operazione, “Esperienza del raccolto”. Lo scopo ultimo è la semplificazione della politica agricola comune (PAC). Insomma, una misura anti-burocrazia in favore di chi la terra la coltiva davvero, tutti i giorni dell’anno. Un’iniziatica che dovrebbe avvicinare funzionari e contadini: questi ultimi sono spesso aspramente critici verso la burocrazia europea.

Commenti

  1. Personalmente,manderei a " zappare " i burocrati che stanno seduti a Palermo presso la sede dell'Assessorato Regionale dell'Agricoltura.
    Tutti, dico tutti.

    Basta osservare - in qualche convegno o parlare direttamente con loro - il viso : sono bianchi come un lenzuolo, senza quella caratteristica abbronzatura di campagna (non parlatemi del colore del viso tipo settimama bianca,barca o vacanze alle Maldive,etc).

    Ammiro solamente l'Assessore La Via : quello sì che ha una faccia abbronzata.Fa pure l'agricoltore e va in campagna.

    Non parliamo del colore del Sultano di Sicilia : ibn Lombardo.

    Fateci caso !

    RispondiElimina
  2. STIAMO BABBIANDO, ovviamente!

    ZVN? SIC? ZPS? DIA? DURC? MUD? INPS? CCIAA? P.IVA? AUSL? CONDIZIONALITA’? UMA? CONTABILITA’ SEMPLIFICATA? QUADERNO DI CAMPAGNA? REGISTRO DEI TRATTAMENTI? BIO? INAIL? SICUREZZA? QUALITA’? etc.

    Son tutte quisquilie, si amici miei: QUISQUILIE.

    Provate a mettere insieme AGEA, SIAN, SIGS e AGENZIA DEL TERRITORIO e allora si che saranno problemi seri; problemi al limite della risolvibilità.
    In questi giorni mi succede una cosa al limite del kafkiano.
    Un’azienda agricola di una certa estensione si ritrova con tutte le domande di aiuto bloccate (azienda che, per inciso, stà effettuando - a proprie spese - tutta una serie di interventi di miglioramento e di innovazione). Perché? Ci siamo chiesti.
    Ma è semplice: perché due frazionamenti risalenti a trent’anni or sono (!!!!!!!!) non solo non erano stati registrati ma sono stati inseriti in mappa in data successiva all’acquisto dei nuovi proprietari ed in modo assolutamente errato.
    L’AGEA, ora, si trova con queste incongruenze mappali e, ovviamente, blocca tutto.
    Su chi grava, secondo Voi, l’onere di sistemare il tutto? Ma all’utente, ovviamente.
    Sempre secondo Voi, chi dovrebbe essere in possesso dei documenti per sistemare il tutto? Ma l’Ag. Del Territorio, ovviamente.
    E, ultima domanda, secondo Voi è possibile recuperare tale documentazione? Ma solo in parte ovviamente.
    E AGEA cosa fa? Mette il carico da undici comunicando all’utente un termine entro cui regolarizzare il tutto pena l’archiviazione della domanda unica di pagamento.

    Ovviamente, stiamo babbiando. Non può e non deve esserci altra spiegazione.
    Un giorno, spero non lontano, ci sveglieremo tutti e ci ritroveremo con Alice a gozzovigliare nel Paese delle Meraviglie.
    Un Paese meraviglioso, appunto, dove nessun Ufficio della Pubblica Amministrazione può essere composto da personale senza almeno dieci anni di attività nel privato; un Paese dove i computer vengono utilizzati per far di conto e per scrivere e non per governare le cose vive qual è l’agricoltura; un Paese dove la competenza viene prima della funzione.
    Un Paese dove la P.A., quando sbaglia, lo ammette semplicemente e chiede scusa pagando le spese!

    Ma, ovviamente, stiamo ancora babbiando.
    Cordialità

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