13 febbraio, 2010

Assurdità … sparse

FUME_2~1

Ieri mattina ho ricevuto l’email che pubblico, senza nome, ma è assai emblematica di ciò che sta succedendo nelle nostre campagne: l’accanimento da parte di tutti per farle chiudere!
Ciò che mi hanno scritto rasenta la follia! Leggete.
Caro Corrado,
ci sono più controlli in campagna a proposito della gestione e dello smaltimento degli scarti vegetali?
Quando i residui verdi vengono trasportati ad impianto di smaltimento è obbligatorio avere formulario per trasporto ed essere iscritto all'Albo dei gestori ambientali.
C'è solo una deroga se questi scarti non superano i 30 chili. (30 Kg. li faccio nella sola terrazza di casa mia in via xxxxxx a Catania !!)
(Art.212 del D.LGS. 152/2006 e art. 193, comma 4 stessa legge).
La combustione in situ viene giustificata solamente dalla presenza di problemi fitosanitari che ammettono deroghe di ordine sanitario (forse solo se nella potatura c'è il coleottero rosso, che si sperderebbe nell'ambiente), in tutti gli altri casi è severamente vietato bruciare stoppie e altri residui vegetali.IMG_7971
Ma allora, ciò che avanza dalla classica "potatura", levando i tronchi che possono servire per il camino, quello che il trincialegna non macina, deve essere portato a queste discariche ?

Tu cosa fai con il residuo della potatura ??
XXXXXXX YYYYYYYY

Cara XXXXXX YYYYYYY,
ciò che mi scrivi, come già detto, rasenta la follia. Da tempi immemorabili i residui vegetali vengono bruciati in campagna, ovviamente con gli opportuni accorgimenti per evitare incendi; è stato sempre così e lo sarà sempre. Ma quest’obbligo … è follia, una cosa assurda … prima o poi ci manderanno i “DCC” … i Decreti di Chiusura Coatta”, ed il panorama delle aree agricole sarà una serie di sterpaglie che … ironia della sorte … bruceranno da sole, senza che nessuno provveda al loro smaltimento. Ah ah ah ah …

11 commenti:

  1. ma di questo passo i camini e le stufe a legna dovranno essere rottamate?

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  2. Signori..state prendendo fischi per fiaschi.

    l' obbligo di conferimento in discarica autorizzata dei residui di potatura non è applicabile alle aziende agricole (io, almeno, non l'ho letto da nessuna parte) ma esclusivamente ai lavori di manutenzione del verde pubblico e privato.
    Fermo restando, comunque, che da un punto di vista strettamente agronomico, come ben sapete, è meglio triturare (magari con l' ausilio di un biotrituratore) i residui e gli scarti del' attività agricola pittosto che bruciarli, per non privare il suolo agricolo di preziosa sostanza organica, tranne che se incorrano motivazioni di carattere fitosanitario.

    Da non dimenticare, inoltre,che da sempre L'Azienda Foreste Demaniali (Ente Pubblico!), durante il governo dei boschi con i tagli di sfollatura impone agli operai forestali (alias "ammortizzati sociali")la bruciatura in loco dei residui vegetali.

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  3. In estrema sintesi e S.E.&O.
    Gli scarti della potatura sono i rami e le foglie, dei quali, qualora non se ne abbia necessità di utilizzo nell’ambito della propria attività, ci si trova nella condizione di doversene disfare. Tale condizione qualifica necessariamente il titolare dell’attività agricola nello stato giuridico di produttore di rifiuti e in quanto tale sottoposto a specifiche responsabilità sulla loro corretta gestione, la cui inadempienza è sanzionata sia in via penale che amministrativa. Ai sensi dell’art. 188 del D.Lgs. 152/2006 spetta al produttore infatti il corretto invio a recupero o smaltimento dei propri rifiuti e, in caso di cessione degli stessi a ditta non autorizzata si verifica la situazione di abbandono, sanzionata a livello penale dall’art. 256 comma 2.
    L’art. 185 del D.Lgs. 152/2006 prevede, però, che possono essere qualificati come sottoprodotti i “materiali fecali e vegetali provenienti da attività agricole utilizzati nelle attività agricole o in impianti aziendali o interaziendali per produrre energia o calore, o biogas”. Le potature e gli scarti vegetali, infatti, sono inserite nell’elenco dei combustibili di cui all’allegato X alla parte V del D.lgs n. 152/2006, e quindi sono considerate alla stregua di materia prima, purché in assenza di sostanze nocive.
    Al povero agricoltore non restano, quindi, che tre soluzioni:
    - o conferisce gli scarti ad una Ditta specializzata per il loro smaltimento come rifiuti non pericolosi;
    - o conferisce gli scarti ad una Ditta che li reimpiega come materiale combustibile;
    - o li utilizza in propri impianti adibiti alla produzione di energia e/o calore
    Nei primi due casi deve stipulare apposito contratto con le Ditte specializzate; sarebbero fatte salve le deroghe in materia di tenuta dei registri se, dal 2010, non incombesse la spada di Damocle del SISTRI.
    I divieti di bruciatura in situ sono previsti sia dalle norme sulla Condizionalità che da alcuni Ordinanze comunale ma vanno viste caso per caso e secondo particolari contingenze.

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  4. ore 16,Palazzo dell'ESA,conferenza stampa del Presidente Lombardo.

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  5. Ho la netta impressione che l' arido linguaggio della normativa in questione stia per prendere il sopravvento sul buon senso..
    Cercherò di essere più esplicito.

    - da quando esistono frese, trinciasarmenti, e biotrituratori (attrezzo di recente introduzione e utilissimo)gli scarti della potatura SONO soggetti al riutilizzo in ambito agricolo. Ciò vale ovunque si abbia la possibilità di reincorporo e restituzione al terreno di qualsiasi materiale organico. Quindi, il materiale in questione,proveniente da attività agricola, è da considerare a tutti gli effetti riutilizzato in azienda.
    Il fatto che detti residui siano classificati come materiale combustibile non implica il divieto di utilizzo per i fini di una corretta gestione nell' ambito del ciclo colturale. Qualunque interpretazione analoga a UPGIC è quantomeno forzosa.
    Diversa è la questione qualora detti residui vengano abbandonati in aree circoscritte o in ordine sparso all' interno dell' azienda, senza una apparente destinazione. In tal caso si entra appieno negli ambiti di applicazione del D.lgs. n° 152/2006.
    Quanto ai divieti di bruciatura, vengono in genere emanati nella stagione secca (da maggio a ottobre) a seguito di specifiche ordinanze, con le modalità già indicate da UPGIC. Come già ribadito, anche quando consentita,la bruciatura dei residui vegetali ha una sua giustificazione solo ai fini della produzione di energia, calore o biogas. Nei primi due casi però, paradossalmente, si disperdono ugualmente sostanze nocive nell' ambiente, e quindi si rientra in una situazione di smaltimento "autorizzato" che però non è stato ancora adeguatamente regolamentato. E, in ogni caso, sempre di bruciatura si tratta..

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  6. ma il blog è ancora a lutto?

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  7. Per FabrizioLaCarrubba:
    quello che dici, ne convengo, è corretto; il punto è che non tutte le aziende sono organizzate per il reimpiego degli scarti vegetali (impropriamente nel precedente commento ho usato la parola necessità) e da qui discende tutta quella serie di tiritere legislative.

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  8. Purtroppo è vero, non sono moltissime le aziende attrezzate ad affrontare correttamente il problema, anche perchè il tutto comporta costi e investimenti il cui ritorno economico non è, ahimè, sempre facilmente quantificabile.

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  9. dutturi vicu, e chissi misi a luttu? cu ci mossi?
    pinsassi a saluti
    a paliemmu ci sunnu quattru iatti ca ci fanu i strichinacchi.
    i lassassi agghiri
    ju sugnu ca ndo Vene Zuelli, nda na bella città ca a sanu sentiri Potto laCruzzi.
    Dumani ci mannu na bella foto.
    ma u sapi ca ca cè ncaudu di moriri?
    l'aranci li chiamanu naranja e u sapi quantu sinni mangiunu? chiassà di lei.
    u sapi comu ficiru a risobbiri lu problema?
    macari ca cè u META' FETTI, ma u sanu sentiri MENZOFERTUS, ma senza i compiiiuteri, i dati c'inficcanu cu li pampini di l'aranci e di li lumia.
    a ogni cantunera cè uno ca vinni aranci, ma no arrubbati comu ca, sunu accattati, c'iano macari lu codici a barri.

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  10. resoconto breve della riunione del Presidente Lombardo:

    -tra lunedì e martedì usciranno due bandi,uno rivolto ai produttori,l'altro agli industriali.

    -ogni produttore dovrà fare la sua proposta di conferimento,le pratiche verranno sistemate per quantitativo,e degli ispettori verranno a fare dei sopralluoghi in campagna per accertare la verità dei dati forniti.

    -il prezzo complessivo per il produttore è di 23 centesimi,di cui 2 centesimi andranno per le operazioni di trasporto alla fabbrica,di cui forse se ne occuperanno le op...per precisione cmq conviene leggersi i bandi che usciranno tra breve

    -verranno fatti 10--12centri per il ritiro controllati dai carabinieri.

    -le operazioni di ritiro molto probabilmente verranno curate dalle OP,che offriranno agli agricoltori la consulenza del caso.

    -in sala c'erano degli industriali trasformatori,e non mi sono sembrati di buon umore,forse la cosa non gli conviene,boo!

    -se l'intervento avrà buon esito,dice il Presidente,il fondo sarà rinforzato con altre risorse aggintive.

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  11. che cosa ne pensa dei comitati spontanei.con al capo ciccio aiello

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