08 luglio, 2011

Grano duro: la protesta

Cattura

Oggi in onore a Vito Sardo, mio maestro ed agronomo irripetibile voglio mettere “in primo piano” la protesta di Confagricoltura relativa al grano duro; leggete qui sotto.
Con il parere unanime di tutte le regioni del Sud, esclusa la Sicilia perché assente, sembra prendere corpo la reintroduzione del seme cartellinato per l’ottenimento dei benefici previsti dall’art. 68 del Regolamento (CE) n. 73/2009.
Sull’argomento pende il parere contrario delle organizzazioni professionali agricole siciliane già comunicato nel corso di ripetute occasioni all’assessore regionale,
Elio D’Antrassi.
“Il problema – spiega il presidente della Confagricoltura, Gerardo Diana (nella foto) – è che il regolamento comunitario istitutivo dell’articolo 68 interviene solo ed esclusivamente per le finalità ambientali e non per quelle qualitative. Per questa ragione la riteniamo una inutile forzatura che non porterebbe alcun beneficio concreto ai produttori,
con l’aggravante di un considerevole aumento dei costi di produzione.
All’Assessore D’Antrassi – continua ancora Diana – abbiamo spiegato che le organizzazioni agricole sono invece disponibili alla definizione di veri accordi di filiera che si fondino sul coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.
Tra questi ci sono sicuramente i sementieri ma non possono mancare gli utilizzatori finali della materia prima costretti, così dicono, ad acquisire fuori regione la qualità che i produttori siciliani non sono in grado di fornire.
Proprio per uscire da questo equivoco che ormai va avanti da alcuni decenni, la Regione, anziché spezzettare il problema, dovrebbe mettere insieme e sullo stesso tavolo tutte le componenti economiche della filiera offrendo, attraverso i propri centri di ricerca, le risposte alle esigenze legittime di un innalzamento degli standard qualitativi e produttivi.
Altrimenti – conclude Diana – senza questo importante strumento per la valorizzazione del prodotto siciliano si continuerà ad andare avanti sperando sempre nelle disgrazie degli altri Paesi produttori di grano duro ed in balia delle
speculazioni frutto della globalizzazione dei mercati”.
Una grande opportunità per chiudere una filiera cerealicola tutta siciliana è rappresentata dall’assenza delle micotossine, sostanze velenose di origine fungina, nocive per la salute umana.

3 commenti:

  1. Ovviamente concordo completamente con la giusta battaglia di Diana e soci.
    Se proprio dovessi fare le pulci al comunicato non avrei scritto "in balia delle speculazioni frutto della globalizzazione dei mercati”.

    Io non vedo speculazione (come in termini negativi normalmente viene intesa) al momento. Assisto ad un aumento delle quotazioni del grano duro sulla base di una prospettiva futura di scarsa produzione globale. Rientra nella normale dinamica domanda-offerta di un bene a domanda anelastica (anche se rispetto al passato tutto il mercato del duro appare più radicalizzato per varie ragioni).

    Giusto per puntualizzare, ma la sostanza è inattaccabile. Mi stupisco che le altre regioni accettino supinamente la reimposizione del cartellinato, così come gli altri sindacati di categoria.

    Se volete leggere qualcosa altro, sul mio blog trovate qualche post documentato sull'argomento.

    Basta pigiare su semente certificata nella colonna etichette.

    Saluti

    RispondiElimina
  2. durante la raccolta dei prodotti agricoli si parla dei problemi ad essi inerenti quando i margini temporali di manovra sono ridottissimi....non sarebbe meglio affrontarli due tre mesi prima???tra tre mesi ricomincia la campagna agrumicola,che si prevede che sarà di carica,non eccessiva,ma cmq piena...si può ricominciare da ora a parlarne per evitare che il trenta percento della produzione finisca per terra?? per accorciare la filiera,si potrebbero invitare le fabbriche di trasformazione ad aprire propi centri di raccolta delle arance,che pagano gli agricoltori agli stessi prezzi che praticano ai commercianti?? cio eviterebbe di sentire i trasformatori lamentarsi di non avere abbastanza prodotto da trasformare,cosa che è avvenuta quando è stato lanciato il bando-farsa delle arance di due anni fa.

    RispondiElimina
  3. Io ho già stoccato la semente aziendale per l'anno prossimo.
    Se passa l'obbligo di utilizzo del certificato, già mi hanno fatto un danno economico.
    Ma tanto ad Assosementi che importa degli agricoltori, sono semplici polli da spennare.

    RispondiElimina