Ricevo dal dott. Filippo Bottini e pubblico.
IMU: imposta mostruosa unilaterale
Gentile dottor Vigo,spero di non tediarla se
scrivo a proposito dell’ IMU, ICI o come diavolo si chiamerà, argomento sul
quale sono già scorsi fiumi d’inchiostro.Sono perfettamente
d’accordo con quanti sostengono che se tutti pagassero le tasse e se la
pubblica amministrazione le utilizzasse in modi meno “creativi” (diciamo così)
non saremmo in questa situazione: quello che mi sfugge è parchè noi
agrumicoltori dobbiamo pagare una tassa su un bene produttivo a cui unilateralmente
è stato dato un valore maggiorato di circa il 400% rispetto a quello reale.In due parole: tutti
sappiamo qual è oggi il valore di mercato di un agrumeto medio, e lo sappiamo
perché il nostro vicino ne ha venduto uno, o noi ne abbiamo comprato un pezzo
limitrofo per cercare di ingrandire l’azienda.Si parla continuamente di valori dei terreni
agricoli rapportati alla loro produttività, ai valori di mercato ecc.La Regione Siciliana se
non sbaglio ogni anno pubblica in Gazzetta Ufficiale i valori agricoli medi dei
terreni suddivisi per zone e tipi di coltura: a titolo di esempio il valore
medio di un ettaro di agrumeto nella mia zona di produzione (Lentini) è di circa 30.000 euro.Il valore mi pare
congruo, anche se forse un po’ alto specie se riferito a impianti non
giovanissimi o di varietà datate che non trovano grandi riscontri sul mercato (
e ce ne sono tanti).I valori dei terreni
dovrebbero poi essere verificati o aggiornati, in positivo o in negativo, da
apposite commissioni provinciali, che per motivi nebulosi a me sconosciuti non si riuniscono mai.Tutto resta quindi nelle
mani di nessuno finchè non arrivano il presidente Dini o il professor Monti che
con un tratto di penna decidono che ai fini ICI lo stesso ettaro di agrumeto a
Lentini che secondo il mercato vale da 15.000 a 35.000 euro e secondo la Regione 30.000, in realtà ne
vale 110.000: miracoli della politica.Questa in realtà sarebbe
un’ottima notizia, se i suddetti signori fossero disposti a comprare la mia
azienda a questi prezzi, ma siccome così
non è, dobbiamo subire questa iniqua e costosissima presa in giro.A questo proposito, non
essendo disposto a farmi massacrare come una pecora al macello, sto
predisponendo presso uno studio legale un ricorso alla Commissione Tributaria
provinciale chiedendole di pronunciarsi sull’argomento.Il ricorso purtroppo può
essere intentato solo da un singolo e non da gruppi di persone anche per lo
stesso argomento, ma sarò lieto, se lei lo ritiene opportuno, di mettere a
parte della questione chiunque possa essere interessato.La ringrazio per l’ospitalità sul suo blog, che è un
formidabile strumento di informazione per tutti quegli sventurati che si occupano di agricoltura.
Filippo Bottini
Gentile dott. Bottini, innanzitutto mi congratulo con lei perchè finalmente qualcuno anzichè lamentarsi e pagare prova a fare qualcosa contro una palese ingiustizia.
RispondiEliminaMi chiedo però se non sarebbe utile per gli agricoltori interessati partecipare alle di lei spese per il ricorso che se non erro farebbe giurisprudenza per tutti coloro che si trovano nella stessa situazione. Visto che non è possibile un'azione collettiva potrebbe essere un modo per dimostrare compattezza. I miei terreni si trovano in zona montana e dovrebbero essere esenti (ma quelle cifre per ettaro me le sogno, anche le più basse) ma se lo volesse, a titolo simbolico, potrei versarle un contributo per far fronte al suo ricorso. Mi sembra sgradevole quantificare in questa sede ma spero possa essere uno stimolo per tutti gli altri lettori del blog che se si riunissero potrebbero far diventare il costo del ricorso irrisorio
Cordialmente
Paolo Giovanni Alberto
P.S. può eventualmente richiedere la mia mail o i miei contatti al dott. Vigo