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Lettera da una arancia mai raccolta

Forse la lettura di questa lettera potrà far rendere conto il danno che da soli ci siamo fatti, in una regione che invece ha bisogno di tanta attenzione!


"Dopo nove mesi di attesa nell'albero e dopo nove mesi di dolce altalenare era arrivata la mia ora; sentivo gli operai che arrivavano; le cuginette mi dicevano - ci rivediamo al Nord - . L'attesa era finita. Sarei stata raccolta da una mano gentile e vellutata, posata in una rossa cassetta, proprio adesso che il mio viso si avvicina a quel colore. Poi sarei stata lavata, cerata, resa più appariscente. Infine un lungo tragitto mi avrebbe portato al nord per essere finalmente ammirata più di quanto lo fossi qui. Ma mentre le mie cuginette sparivano in quella cassa, proprio nel momento in cui l'emozione era ai massimi livelli, ecco che l'uomo che mi avrebbe dovuto cogliere viene richiamato perchè tutto si blocca. Passano i giorni, ed il dondolare con il gelido freddo non mi piace più L'attesa si fa lunga. Due mattinate di gelo scalfiscono la mia pelle, che è tanto sensibile da subìre delle lesioni. Due giorni di vento, poi, fanno sì che il tenero ramo non ce la fa più a tenermi e ... scopro di saper volare, scopro di ... - SPLASH- essere caduta per terra. Mi sono ferita. Esce sangue da una larga ferita. Non farò più parte delle arance che verranno osannate al Nord Italia. Sono rimasta sola, a terra. Non potrò mai compiacermi del lungo viaggio che mi aspettava. Ma fra un coniglio ed un ratto che vogliono approfittare della mia ferita ascolto un lungo pianto: è quello di chi ha permesso che nascessi, crescessi e che sperava potessi finire su di un piatto per essere sbucciata. E' il pianto di mio papà. L'ho deluso. Ma non è colpa mia. E' colpa di chi non ha permesso di raccogliermi! Addio papà. Addio speranze!"

Commenti

  1. Prima del blocco sembrava che 'ste arance siciliane non le volesse nessuno.
    Ora invece si scopre che vengono "osannate" al Nord.
    Complimenti per la lirica, meno male che sono Granduro (di cuore), altrimenti la commozione suscitata mi avrebbe straziato.

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  2. ... struggente,ma non basta !

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  3. Poveri forconi, presi in giro da dai trasportatoriche li hanno lasciati "sulla strada" grazie alle rassicurazioni sui rimborsi delle accise.
    Alla fine della storia gli unici sconfitti restano gli agricoltori veri che non solo non hanno ottenuto un bel niente ma hanno avuto anche le beffe per i loro prodotti restati invenduti.
    Complimenti agli organizzatori

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  4. Io sto con gli agricoltori veri. Dove sono i vari organizzatori?
    Magari in qualche segreteria politica, riguardo coloro che hanno protestato per i danni all'economia siciliana ricordo che a chi non ha veramente cosa mangiare dell'economia regionale sapete cosa importa?

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  5. povera arancia mai raccolta. Se veramente si riuscirà ad ottenere qualcosa tra un pianto e l'altro ricorda di dire a tuo papà di non fruirne e ricorda altresì al babbo di non fare le vacanze al nord. ....sai c'è tanto freddo lassu!.

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  6. Una volta un tizio per fare un dispetto alla moglie decise di tagliarsi il pene.
    Forti di questa esperienza i forconisti decidono di fare la stessa cosa.
    Così per unaq settimana rimangono invenduti, e quindi buttati, tonnellate di frutta, ortaggi, latte.
    Come la moglie del tizio di cui sopra per soddisfare i propri bisogni si rivolse altrove, anche le catene di distribuzione hanno acquistato i loro prodotti da altri produttori sia italiani che esteri.E continueranno a farlo.
    Mentre chi ha ridotto la sicilia in queste condizioni non ha risentito minimamente della protesta.
    Non era meglio occupare palazzo d'orleans, palazzo dei normanni, tutte le sedi dei vari assessorati e uffici pubblici, chiudere le porte e costringere tutti, dal presidente lombardo all'ultimo degli uscieri a fare il loro dovere.
    Obbligarli a completare tutte le migliaia di pratiche che giacciono sui loro tavoli.
    Obbligarli a prendere delle decisioni da troppo tempo rimandate.
    Obbligarli a fare quello per cui sono lautamente pagati.

    Nino

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  7. Grande Nino. Il paragone calza a pennello.

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